Una vera e propria emergenza sociale nella zona delle Cascine nel capoluogo fiorentino: tra gennaio e febbraio 2017 il numero di arresti per droga è aumentato drasticamente, tanto da destare una certa preoccupazione. Tra gli arrestati la maggior parte sono cittadini nigeriani e senegalesi, di età compresa tra i 20 ed i 30 anni. I continui controlli delle unità cinofile hanno consentito il ritrovamento e il conseguente sequestro, da parte delle forze dell’ordine, di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, principalmente hashish e marijuana, ma anche eroina e cocaina. Nella rete della droga sono purtroppo finiti molti giovani, diversi anche minorenni. Oltre alla pericolosità sociale rappresentata da tale fenomeno, anche l’incolumità delle forze dell’ordine è messa a serio rischio. Una decina di operatori di Polizia e Carabinieri sono stati feriti ed aggrediti durante le operazioni di rinvenimento e di arresto.  Il modus operandi è sempre il solito e gli scambi avvengono sotto gli occhi allibiti dei passanti e i frequentatori del parco. Sono infatti proprio gli stessi cittadini a dare l’allarme, increduli di come l’area si sia trasformata nell’ultimo decennio.  Meta di corridori e passeggiatori, il parco rappresentava in passato una grande ricchezza verde per la città: è grande circa 160 ettari ed ogni anno, durante le stagioni estive  viene usato come richiamo di eventi sia culturali che mondani, infatti è solito ospitare concerti e musica dal vivo.  Il processo di degradazione che ha subito negli ultimi anni è stato piuttosto repentino (nonostante da molto tempo vi siano problemi di … vita notturna clandestina) tanto da sollevare l’opinione pubblica in materia. Sono molti infatti gli appelli all’amministrazione comunale e le lamentele dei cittadini, sopratutto sui social.  Numerose persone si sono espresse a favore di un progetto di riqualificazione e valorizzazione degli aspetti culturali, naturalistici connessi al grande polmone verde fiorentino. L’aspetto che preoccupa di più è il fatto che un sempre più crescente numero di giovani stia finendo nella rete di questo fenomeno. Non è più la droga riservata a pochi, dei ricchi e dei vip, è più “democratica”. Dal ragazzino che si reca a scuola, alla casalinga, al corriere: la prendono tutti. Da un’analisi tossicologica delle acque reflue in Arno, nel 2012 e nel primo semestre del 2013, emergevano concentrazioni di cannabis, cocaina ed eroina più elevate rispetto ad altre 17 città europee analizzate. Per la cocaina, a Firenze, veniva registrato un forte incremento dei consumi: stando alle percentuali rilevate, si era passati da 4,9 dosi al giorno per mille abitanti nel 2011 a 9,5 dosi nel 2012. Il che significa esattamente che un cittadino su cento ne fa (o perlomeno ne faceva) uso. Così affermava Giovanni Serpelloni, ormai ex capo dipartimento Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri. Niente e nessuno ha mai riaperto la discussione. Questione di interessi personali o semplice allarmismo? Non lo possiamo sapere con chiarezza, fatto sta che i dati mostravano una Firenze al pari di città del calibro di Amsterdam e Londra. Analizzando le proporzioni in merito agli abitanti ed agli usi e consuetudini locali la situazione non è certo rassicurante. Il magazzino della droga si sta impossessando della città, e questo sotto gli occhi di chi vede ma non vuol agire. Non può non esserci una connessione tra i dati rilevati pochi anni fa e i fatti recentemente accaduti. Troppi ormai la prendono, per sentirsi più felici e non pensare a niente, per mantenere certi ritmi. La concezione che si è andata formando è quella che non è sbagliata la droga, sono sfigati i ragazzi che non ne fanno uso o che si sono sentiti male per averla provata. E’ ora di dire basta e di porre un limite a tutto ciò, dispiegando sul territorio quante più risorse e uomini possibili, atti a limitare il consumo, non solo per un questione di sicurezza, ma sopratutto per una questione strettamente umanitaria e sociale. Firenze è una goccia, o forse nemmeno, rispetto a tutto il mondo, ma come diceva uno dei più grandi razionalisti seicenteschi, per l’appunto Cartesio, “cerchiamo di sconfiggere le nostre pretese, cambiare noi stessi piuttosto che la fortuna e l’ordine del mondo.” Il messaggio è più che evidente: cerchiamo di cambiare intanto noi stessi, partendo dalla nostra comunità. Pene certe, severe e proporzionali hanno una valenza psicologica su tutti noi e, perché no, anche sugli altri. Servono misure precauzionali forti, atte ad impedire che questo fenomeno continui la sua incontrastata progressione. “ A breve lanceremo la seconda iniziativa. Invitiamo i cittadini che la pensano come noi a contattarci per collaborare insieme al fine di riprenderci Firenze e le Cascine”. Così dichiarano i responsabili dei due comitati fiorentini Peretola – Baracca e San Jacopino, organizzatori della fiaccolata di venerdi 10 marzo, quando una cinquantina di persone sono scese in strada per protestare contro i recenti fatti di cronaca riguardanti il Parco delle Cascine. E’ un segnale indubbiamente forte quello che i cittadini stanno mandando, stanchi e arrabbiati di vedere come il volto, una volta prospero e brillante, del più grande polmone verde dell’area fiorentina sia diventato ora buio e raccapricciante

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