Si sente spesso parlare in TV dell’ormai sempre più dilagante degrado nelle principali città italiane: Roma, Napoli, Milano. Città in cui i fenomeni criminosi, anche per via del numero più alto di abitanti sono maggiori rispetto a tante altre. Tuttavia, per rendere complicata, insicura e minacciosa la vita a qualcuno basta veramente poco. E non sono solo i cittadini delle grandi città al centro di tutti i media nazionali ad essere in tali condizioni. E’ il caso di Firenze, prima una vera e propria bomboniera, meta di milioni di turisti affascinati dalle opere rinascimentali e le bellezze artistiche; ora, una città mascherata che nasconde dietro il Campanile di Giotto, il Duomo, il Piazzale Michelangelo, in diversi quartieri, situazioni insidiose e preoccupanti con propaggini in continuo allungamento. E’ il caso della Stazione di Rovezzano, in zona Bellariva: chiunque passando nei pressi, o scendendo dal treno in direzione Via della Chimera rimane esterrefatto dalla scena che gli si mostra. Non esattamente un bel vedere quello fatto di sacchi di plastica, rifiuti di ogni tipo, materassi, utilizzati come giaciglio anche per consumare atti sessuali, siringhe e poi veri e propri accampamenti abusivi. Alcuni cittadini della zona hanno da tempo dato vita al Comitato Stop Degrado Bellariva & Rovezzano, tanto da attirare l’attenzione dei media e di alcuni esponenti politici locali. Lo scorso 6 luglio una troupe di Rtv38 si è recata in zona per realizzare un servizio illustrativo e di denuncia. Sono tante le foto pubblicate sui social dal comitato, foto dalle quali si può benissimo comprendere quanto la situazione sia notevolmente peggiorata negli ultimi periodi, e quanto questo processo di degradazione e decadenza sia – purtroppo-  in continuo aumento. A complicare ulteriormente il quadro generale non solo il degrado provocato dalla maleducazione e dall’indifferenza di qualcuno, ma anche un vero e proprio business circa la raccolta e lo smaltimento di rifiuti ferrosi, plastiche e vestiti. Gli accampamenti abusivi sorti nella zona servirebbero, oltre che come giacigli per passare la notte, compiere azioni poco ortodosse, anche come punto base di gruppi di giovani dediti appunto al commercio di rifiuti tossici. I membri del Comitato e altri cittadini, tramite foto e video hanno ampiamente documentato la vicenda cercando di sollevare l’opinione pubblica in materia, ma soprattutto l’interesse delle istituzioni. Tuttavia il problema, come viene scritto dal Comitato sulla propria pagina Facebook, è il fatto che “quel fazzoletto di terra è completamente perso, fuori controllo e fortemente insicuro. Appena vieni adocchiato a camminare nel parcheggio scambiatore di Via della Chimera escono immediatamente gruppi di persone dai cespugli che ti intimano ad andare via. “ Si parla quindi anche di minacce vere e proprie che incutono un certo timore nei residenti, spesso costretti a chiamare le forze dell’ordine. Interventi che risultano però del tutto inutili, poiché il problema si ripresenta dopo poche ore: i senzatetto infatti, una volta abbandonata l’area per l’intervento di polizia o Carabinieri, ritornano comodamente allo stesso posto, come se nulla fosse. Basta un’occhiata per far scattare l’ira e la violenza di tali personaggi. L’ illuminazione poi, quasi del tutto assente, non fa altro che avvantaggiare chi agisce nell’ombra e si reca in zona con brutte intenzioni. Nonostante la delusione e lo rassegnazione siano tante, i cittadini non hanno deciso di battere bandiere bianca e, come specificato in più di un’occasione, il loro – per così dire – lavoro non si limita alla semplice pubblicazione di materiale documentale, ma spazia dal porsi domande, operare delle ricerche e proporre soluzioni idonee e valide al fine di migliorare la sicurezza di tutti. La mancanza di interventi preventivi e l’eccessivo permissivismo hanno portato ad una radicalizzarsi sempre maggiore della questione, diventata piuttosto complessa a causa delle sue progressive ramificazioni in più ambiti: dallo spaccio alla prostituzione, dall’abusivismo allo smaltimento di rifiuto. Fenomeni ampi e difficili che, se non contrastati, come possiamo ben vedere, arrivano a prendersi possesso persino delle zone più piccole, dei borghi, una volta puliti e sicuri, in cui non ci saremmo mai aspettati di assistere a scene del genere. La collaborazione interforze è la migliore soluzione per lottare contro tutti i fenomeni che intaccano la qualità della vita delle persone, con un impegno attento e quotidiano, mirato ad aumentare e potenziare la sicurezza reale, ma anche la sicurezza percepita. E’ necessario quindi che le istituzioni assumano una volta per tutte una posizione, mettendo in campo strumenti, risorse, sia umane che materiali, e stabilendo un contatto diretto con i cittadini al fine di riportare la situazione alla normalità.

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