La Carmen, opera in quattro atti scritta dal francese Georges Bizet (1838-1875) ed eseguita per la prima volta a Parigi nel 1875, non è solamente l’opera più famosa dell’intera produzione di Bizet ma anche uno dei drammi più rappresentati e amati al mondo. Il soggetto è tratto dall’omonima novella di Mérimée e affronta la storia della giovane Carmen. Ambientata a Siviglia, in Spagna, Carmen circuisce facilmente gli uomini che desidera per poi abbandonarli subito dopo. Fa lo stesso gioco con Don José, giovane soldato che abbandona l’esercito e gli affetti familiari per seguire la ragazza, di cui è follemente innamorato. Dopo essere stato abbandonato da lei José sviluppa una eccessiva gelosia, che lo porterà ad ucciderla. Ed è proprio riguardo a questo punto che è intervenuta la produzione dell’opera, dando vita a notevoli polemiche .L’opera debutterà il 7 gennaio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Il regista, Leo Muscato ci spiega che per la rappresentazione di un’opera divenuta un classico in ambito teatrale, ha accettato la commissione solo perchè ha trovato la chiave per poter raccontare quella storia da una prospettiva diversa, per raccontare un qualcosa di innovativo. E non si tratta di sovrapporre una drammaturgia differente da quella già esistente, ma di tenere conto del tempo che è passato e delle avvenute mutazioni. Sostiene che spesso occorre operare dei tradimenti. Questa versione di Carmen ne contiene almeno tre.

Il primo riguarda l’epoca. L’opera di Bizet debutta nel 1875, ed è ambienta in un passato più o meno recente che molti spettatori seduti in sala avevano vissuto direttamente. Ha deciso di raccontare questa Carmen conservando una distanza temporale simile, contestualizzandola alla fine degli anni Settanta.

Il secondo tradimento riguarda l’ambientazione. Allo spettatore di oggi, Siviglia non potrà mai apparire come la città esotica che potevano immaginarsi gli spettatori di Bizet. Carmen è una zingara, e nel nostro progetto, Siviglia diventa il nome del Campo nomadi in cui vive Carmen. Lei e quelli della sua comunità sono stati confinati lì dalle forze dell’ordine dopo uno sgombero violento. Sono stati ghettizzati all’interno di un recinto con filo spinato e controllati a vista. La vita nel campo non è facile, lo si intuisce dalle condizioni precarie delle roulotte in cui vivono. Le esalazioni della Matador (una fabbrica di sigarette lì vicino), intossicano tutta l’area. Una Piccola concessione al “politicamente corretto” che diventa un vero e proprio tradimento del testo, letterario e teatrale.

Il terzo tradimento è il finale vero e proprio. Nel libretto Carmen muore, uccisa da Don Josè che non sa rinunciare a lei. Nella novella di Prosper Mérimée, Carmen, poco prima della fine, pronuncia una battuta chiarificante: – Io non ti amo più, tu mi ami ancora, ed è per questo che vuoi uccidermi.-

Partendo proprio da questa battuta Muscato compie il ribaltamento del finale: ora Carmen uccide Don Josè. Proprio perchè definisce il tema della morte fortemente maschilista.

Questa scelta vuole essere un importante gesto contro il femminicidio, ma la modifica ha forti motivi ideologici, perchè purtroppo essa stravolge il senso dell’opera di Bizet. La morte di Carmen, nell’ottica tardo-ottocentesca, è la giusta punizione per una donna che non sa stare al suo posto, ma che rappresenta un elemento disturbante per la società moderna. Chi non vive secondo morale viene punito. Questo è l’intimo significato di un’opera che è veramente un capolavoro della sua epoca. Muscato, abbatte così l’intera impalcatura sociologica su cui si basa l‘opera, lasciando lo spettatore di fronte ad una scena finale che cozza completamente con tutto ciò che viene rappresentato prima.

L’opera ovviamente non è solo regia e il fascino di Carmen sta soprattutto nella musica. In quest’opera il compositore dà veramente il meglio di sé, lavorando sul libretto che Henri Meilhac e Ludovic Halévy (i librettisti delle operette di Offenbach) ricavano dal racconto di Mérimée. Al centro della vicenda resta la gitana Carmen: è un personaggio estremamente singolare nel panorama operistico mondiale, Carmen è una donna libertina, dedita ai piaceri dell’amore puramente carnale, questa libertà e “naturalità” Carmen le difende sino alla morte, anche contro Don Josè, soldato, che solo la seduzione della protagonista trasforma in fuorilegge sino a spingerlo al delitto. I due librettisti inseriscono poi personaggi che nel racconto avevano scarso rilievo, come il torero Escamillo, che da avventura “secondaria” di Carmen diventa nell’opera l’elemento catalizzatore della gelosia di Don Josè, o addirittura inventati ex novo come la fidanzata di Don Josè, Micaela, innamorata pura e sincera ma anche alquanto banale.

Per un contesto del genere occorrevano melodie di ben altro tipo, che la critica nel 1875 non comprese e non apprezzò. un’accoglienza piuttosto freddina, l’incomprensione del pubblico ferì profondamente Bizet, che sarebbe morto tre mesi dopo, il 3 giugno, appena trentaseienne.

Per questi, come per altri aspetti, Bizet realizzò con un certo anticipo quello che sarebbe stato il manifesto del teatro musicale di fine XIX secolo.

LA TRAMA:

ATTO I

In una piazza di Siviglia il sergente Moralès e un gruppo di dragoni osservano la giovane Micaela che cerca il suo amato, il brigadiere Don José. Venendo a sapere che José arriverà di lì a poco, si allontana, rifiutando le attenzioni di Moralès. Don José arriva poco prima della pausa delle sigaraie che escono dalla fabbrica acclamando la bella gitana Carmen. Costei accortasi che José la ignora, intona l’habanera e gli lancia un fiore. Il brigadiere resta turbato e nasconde il fiore sotto la giacca.

Micaela, tornata in piazza, consegna a José una lettera della madre e, prima di congedarsi da lui, lo bacia castamente. Scoppia una rissa tra le sigaraie e Carmen, la più aggressiva, viene arrestata dal tenente Zuniga, che ordina a José di portarla in prigione. Rimasta sola con il brigadiere, Carmen lo seduce e gli promette il suo amore in cambio della libertà. José, irretito, l’aiuta a fuggire.

ATTO II

È trascorso un mese. Carmen danza e canta nell’osteria di Lillas Pastia con le altre zingare ed attende il ritorno di Don José, incarcerato perché colpevole di averla fatta fuggire. Venuto a brindare con gli amici, entra il torero Escamillo che rivolge a Carmen parole galanti, ma viene respinto. Arriva José, uscito di pigione, e nel frattempo suona la tromba che ordina il rientro dei militari; il brigadiere, schernito e aizzato da Carmen, esita a staccarsi da lei. Quando il tenente Zuniga gli ordina di rientrare, Josè si ribella e scoppia una rissa. Due contrabbandieri li separano e José si unisce loro e a Carmen disertando l’esercito.

ATTO III

José, torturato dai rimorsi, si accorge Carmen non è davvero interessata a lui. La zingara interroga le carte che le predicono la morte vicina. Micaela raggiunge, non vista, il campo dei contrabbandieri in cerca di José; anche il torero Escamillo è lì, in cerca di Carmen. Geloso del rivale, José sfida a duello il torero, ma viene fermato dagli zingari che trovano Micaela nascosta tra le rocce; costei riferisce a José che la madre è in punto di morte. José accetta di seguirla, ma prima di andarsene minaccia Carmen, della quale è follemente innamorato.

ATTO IV

Di fronte all’arena di Siviglia la folla acclama festante il corteo dei toreri; tra la folla, innamorata di Escamillo, c’è Carmen. Le sue amiche Mercedes e Frasquita la avvertono che Josè è nelle vicinanze, invitandola a scappare; lei lo affronta nella piazza, gli dice di non amarlo più e, in segno di disprezzo, si sfila l’anello che le ha donato e glielo getta addosso. Disperato e accecato dall’ira, José uccide Carmen con una pugnalata mentre la folla festeggia la vittoria di Escamillo.

PERSONAGGI E INTERPRETI:

Direttore Ryan McAdams

Regia Leo Muscato

Scene Andrea Belli

Costumi Margherita Baldoni

Luci Alessandro Verazzi

Don José Roberto Aronica / Sergio Escobar (9, 13)

Escamillo Burak Bilgili

Le Dancaïre Dario Shikhmiri

Le Remendado Gregory Bonfatti

Moralès Qianming Dou

Zuniga Adriano Gramigni

Carmen Veronica Simeoni / Marina Comparato (9, 13)

Micaëla Laura Giordano / Valeria Sepe (9, 13)

Frasquita Eleonora Bellocci

Mercédès Giada Frasconi

Une marchande d’oranges Ramona Peter / Mirabela Castillo (9, 13)

Un bohémien Gabriele Spina / Antonio Menicucci (9, 13)

Lillas Pastia Rufin Dho Zeyenouin —

Orchestra, Coro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro e del Coro delle voci bianche Lorenzo Fratini

TEATRO DEL MAGGIO

Domenica 7 gennaio 2018, ore 19

Martedì 9 gennaio, ore 20

Mercoledì 10 gennaio, ore 20

Sabato 13 gennaio, ore 20

Domenica 14 gennaio, ore 15.30

Giovedì 18 gennaio, ore 20

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