Si parla di oltre 80 morti, decine di dispersi e di circa mezzo migliaio di feriti, durante il terribile incendio avvenuto circa 2/3 giorni fa. Ancora molti dubbi sulle cause di questa Mati (villaggio a circa 40 km di Atene, totalmente cancellato dal fuoco) ormai rasa al suolo dal generoso dono di Prometeo. Tra i sospettati piromani però, ci sono anche il riscaldamento globale e i forti cambiamenti climatici, usati ormai un po’ come “dei capri espiatori” per molti disastri, ma non da escludere visto il fatto che la Grecia in sé è una zona molto arida d’estate e basta un “nonnulla” ad appiccare un incendio; come sostenuto anche da Nikos Toskas, ministro della Protezione Civile.

Secondo le recenti analisi del territorio, sembra che il fuoco sia partito da due boschi (Corinto e Rafina) circostanti la capitale Atene e che poi propagandosi grazie alla sua “ira funesta” e il vento a favore si sia fatto strada su Mati, bruciando ogni cosa e persona che sfortunatamente non  fosse riuscita a mettersi in salvo. Molti hanno infatti cercato riparo tra le braccia di Poseidone, riparandosi su scogliere, navi e spiagge alla ricerca disperata di una via di scampo. Per non parlare dei danni alle cose, infatti come riportato anche da “il Fatto Quotidiano”, 1.218 case sono inabitabili e irrimediabilmente distrutte.

“Aria irrespirabile”, “Fuoco fiamme e urla ovunque”, alcune delle tante parole riportate dalle testimonianze dei sopravvissuti, che raffigurano a pieno la situazione dell’intero stato, messo in ginocchio da quello che doveva essere solo uno dei tanti incendi estivi spenti con più o meno facilità dal corpo dei pompieri. Ovviamente il corpo dei vigili del fuoco ateniese non è bastato per placare “l’ira degli dèi” perciò, la Grecia nuovamente sul lastrico (ma per altre motivazioni), chiede e riceve aiuto da molti paesi europei, dichiarando lo stato di emergenza; interviene anche l’Italia che ha messo a disposizione 2 aerei Canadair. Quando tutto sembrava giungere al termine però, le forti raffiche di vento hanno provocato inondazioni e forti piogge che hanno allagato oltre alle zone già colpite dal fuoco anche zone che fino a quel momento erano rimaste pressoché illese.

Il governo greco ha messo ha disposizione per le esigenze del paese 20 milioni di euro e ha ricevuto molte donazioni, persino dalla squadra di calcio greca Olympiakos che ha donato circa 1 milione di euro. È stato messo inoltre a disposizione un conto al quale ogni persona può donare qualcosa (dall’azienda al privato cittadino senza alcuna distinzione).

Questi avvenimenti, questi disastri per meglio dire, spesso vengono scambiati per “scoop” o argomenti che fanno solo notizia, ma purtroppo così non è! Non è una gara a chi trova più notizie o a sapere chi è più responsabile rispetto ad altri; e per quanto riguarda chi ha donato qualcosa e chi donerà non è neanche quella una gara. La vera gara è quella che svolgono il corpo dei pompieri e tutti gli altri volontari tutti i giorni per cercare di ritrovare tutti i dispersi sotto le macerie, la vera gara forse sarà quella della Grecia (in quanto stato), per cercare di rimettersi in piedi. Sono fatti che “per fortuna” spesso non ci toccano in prima persona e che poche persone riescono a capire a fondo. Perciò invece che pubblicare stupidi stati sui social con “hashtag” inutili come “#prayforgreece”, se si vuole fare la persona solidale la si faccia fino in fondo e si doni un aiuto vero alla Grecia.

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