Intanto, lo sciopero è stato scongiurato: nessuna replica del Faust di Gounod andrà in scena in forma di concerto, come è accaduto alla prima causando molti vuoti soprattutto in platea, anche se la musica ha comunque incantato i presenti.

E così lo spettacolo c’è stato , e che spettacolo! Sotto la direzione del maestro di origine slovacca Juraj Valčuha, che nonostante la non proprio veneranda età si è dimostrato dotato di grande personalità e capace di interpretare le melodie del compositore francese riuscendo a rendere la grande ricchezza di colori e di effetti di questa partitura. Nonostante l’esecuzione scattante e coinvolgente dei ballabili, dei cori e della marce militari sia stata sempre sorvegliata e calibrata con grande equilibrio l’orchestra del Maggio ha saputo esaltare perfettamente i languori sentimentali, la forza drammatica, i tratti elegiaci e anche alcuni passaggi inquietanti legati soprattutto al personaggio di Mefistofele.  Una lettura di grande dinamismo, senza cali o tentennamenti:  tutto è movimento costante e coinvolgente.  Magnifico il coro guidato da Lorenzo Fratini, sia nei momenti più scanzonati che in quelli più solenni.

Il Faust tenore Wookyung Kim ha donato al personaggio un bel timbro e di una vocalità robusta; Carmela Remigio modella una Margherita asciutta e drammatica. Sul piano vocale, delizioso il fraseggio e ottima la dizione, voce chiara e potente, con piena padronanza delle agilità nella “aria dei gioielli” ma anche nelle scene più intense e drammatiche, come nel finale.  Molto interessante anche il Mefistofele del basso- baritono  Paul Gay, insinuante e crudele ma anche “diabolicamente” ironico. Di buon livello anche gli altri ruoli, in particolare  Siebel, il giovane innamorato di Margherita, interpretato da Laura Verrecchia.

Molto ben costruita la scenografia in modo da dare realismo e movimento alla scena. Lo spettatore deve studiare lo spazio in cui si svolge l’atto e prestare attenzione a tutti gli oggetti di scena presenti sul palco per capire a fondo ciò che l’ambiente sta trasmettendo ai protagonisti della storia. Gli sfondi semplici e diretti saltano subito all’occhio e offrono una spruzzata di colore e profondità in più. Costumi sgargianti accompagnati da un alternarsi di stravaganti balletti e sinuosi movimenti si sono inseriti perfettamente in quella che la tragicità del Faust.

Ultima replica venerdì 3 febbraio che, per chi non lo avesse già fatto, sarà un’ottima occasione per assistere a un’altra magnifica esibizione dell’opera di Firenze.

 

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