Il consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del ministro della salute Beatrice Lorenzin, ha approvato la Legge 31 luglio 2017 n. 119 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto – legge 7 giugno 2017 n.73 contenente misure urgenti in materia di prevenzione vaccinale.” Il decreto legislativo riguarda l’obbligatorietà vaccinale per l’accesso a nidi, materne e scuole dell’obbligo fino a 16 anni. La votazione si è conclusa con 296 voti favorevoli, 92 contrari di Lega e MoVimento Cinque Stelle e 15 astenuti. Inizialmente, la legge, poi rivista e ampiamente dibattuta, prevedeva 14 vaccini, di cui 12 obbligatori e 2 ad offerta “attiva e gratuita”, multe piuttosto salate ai genitori “no vax” dei bambini frequentanti la scuola dell’obbligo o, nel caso di neonati e bambini fino ai 6 anni l’esclusione dagli asili nido e dalle materne. Successivamente l’approvazione ha fatto sì che il numero dei vaccini obbligatori scendesse a 10 e che le sanzioni venissero diminuite di oltre il 90%. Le vaccinazioni obbligatorie, tutte gratuite per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni (anche stranieri non accompagnati) sono: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. A tutti i nati dal 2017 devono essere somministrate le vaccinazioni di cui sopra, mentre ai nati dal 2001 al 2016 devono essere somministrate quelle contenute nel calendario vaccinale nazionale vigente nell’anno di nascita, ovvero le stesse tranne che l’anti- varicella. Sono esonerati dall’obbligo i bambini e i ragazzi già immunizzati a seguito di malattia naturale e i bambini che presentano specifiche condizioni cliniche che rappresentano una controindicazione permanente e/o temporanea alle vaccinazioni. Molte le proteste da parte di genitori, medici e studiosi in merito all’approvazione della legge, ritenuta anti-democratica e vista più come un’imposizione che come una possibilità. Numerosi tuttavia anche i responsi positivi da parte di coloro che si ritengono a favore del provvedimento. E’ difficile ridurre la questione ad un semplice “si” o ad un semplice “no”senza alcun tipo di approfondimento. Tanti sono i pareri discordanti e perciò, è necessario, al fine di farsi una propria idea, riflettere attentamente sugli studi portati avanti da entrambe “le parti”e osservare scrupolosamente gli indici epidemiologici di morbosità, mortalità e letalità degli ultimi anni, in riferimento a determinate malattie. Secondo molti studiosi che da anni si dedicano alla ricerca, come ad esempio Stefano Montanari e Antonietta Gatti, vaccinarsi comporta seri rischi. Secondo invece Susanna Esposito, Paolo Bonanni, ordinario di igiene all’Università di Firenze non vaccinarsi significa andare incontro a seri rischi legati alla propria salute: il vaccino è l’unico modo che abbiamo per difenderci da malattie infettive che nei casi peggiori possono portare alla morte. Sorge a questo punto una domanda quasi scontata: da che parte la ragione? E’ opportuno affrontare la questione sotto più punti di vista, in tutte le sue sfaccettature. Prendendo ad esempio una delle malattie più comuni, per la quale da adesso è obbligatorio vaccinarsi, ovvero il morbillo, possiamo affermare che, sebbene i dati relativi alla copertura vaccinale degli ultimi 5 anni siano variati di poco (90,35% nel 2013, 86,74% nel 2014, 85,29% nel 2015,87,26% nel 2016, 87, 33% nel 2017) il numero di casi registrati (2269 nel 2013, 1695 nel 2014, 255 nel 2015, 861 nel 2016, 4001 nel 2017 fino al mese di luglio) non è in proporzione con essi. Nei primi 7 mesi del 2017 infatti, il numero dei casi ha subito un forte incremento, ed è maggiore addirittura rispetto a quello dei tre anni precedenti sommati insieme. Inoltre, nel 2015, con una copertura dell’85,29% (la più bassa) si sono avuti appena 255 casi. Attenendosi ai dati quindi, non pare il vaccino l’arma funzionale per difendersi dal morbillo. Dall’altra parte però, bisogna anche sottolineare il fatto che l’89% dei 4001 contagiati nel 2017 non era vaccinato; inoltre il 35% di questi ha avuto complicanze, da una semplice diarrea fino a convulsioni ed encefaliti. Lo stesso vale per la meningite, dove in Toscana si è avuto un vero e proprio boom di casi tra il 2016 e il 2017: anche chi era vaccinato è stato in qualche caso contagiato, ma tuttavia le conseguenze sono state più lievi rispetto a chi invece il vaccino non lo aveva e ha contratto gravi infezioni. Sebbene quindi la vaccinazione non sia sempre efficace al 100% riduce di molto i possibili rischi derivanti dal contrarre malattie infettive. Si è verificata una situazione anomala solo in Toscana (38 casi) , mentre nel resto d’Italia il numero totale dei casi di meningite è passato da 1815 nel 2015 a 1376 nel 2016. E’ perciò necessario vaccinarsi per una malattia da sempre presente e che si presenta sporadicamente ogni anno? E’ doveroso far presente che anche i vaccini, come tutti gli atti medici, mantengono una percentuale di rischio da non sottovalutare e prendere alla leggera. In uno studio pubblicato lo scorso gennaio  sull’International Journal of Vaccines and Vaccination, la Dr.ssa Gatti e il Dr.Montanari fanno però notare che ultimamente, oltre ai più comuni e conosciuti sintomi a seguito del vaccino come febbre, irritabilità, mal di testa, allergie ecc. ne stanno emergendo degli altri a carico dell’apparato nervoso e del cervello. I responsabili sarebbero principalmente gli adiuvanti aggiunti al vaccino stesso, che nella maggior parte dei casi corrispondono ai sali di allumino. I vaccini analizzati sono stati in tutto 44. Il risultato dell’analisi fatta ha confermato la presenza di sali inorganici (come il sale da cucina) e di alluminio, ma sono stati rilevati anche composti micro-, submicro- e nano-molecolari in tutti i campioni, la cui presenza non era stata dichiarata dal produttore nel bugiardino all’interno della confezione del vaccino. I materiali inorganici identificati non sono né biocompatibili né biodegradabili, ma bioresistenti (ovvero non vengono in alcun modo modificati/smaltiti dall’organismo).Inutile dire che si tratta di composti tossici e, come per la maggior parte dei corpi estranei, possono indurre una reazione infiammatoria nell’organismo. Ampiamente dibattuta la questione legata ad una probabile correlazione tra vaccino ed autismo, visto come uno dei possibili effetti collaterali dell’organismo; questa teoria sembra oggi superata anche se non sono presenti neppure prove scientifiche contrarie, ovvero che l’autismo non possa essere causato dai vaccini. Gli effetti collaterali gravi che si possono manifestare a seguito di vaccinazione sono però rari, come convulsioni, shock anafilattici, piastrinopenia (diminuzione delle piastrine) e episodi ipotonico-iporesponsivo (eventi caratterizzati dalla diminuzione di vigilanza o perdita di coscienza accompagnata da riduzione del tono muscolare). E’ necessario confrontare tali rischi con quelli derivanti dalla malattia: ad esempio morbillo e pertosse sono causa di convulsioni con frequenza maggiore rispetto a quella dei vaccini. Le complicanze della malattia sono però generalmente più gravi negli adulti, nei soggetti malnutriti e immunosoppressori; studi sui malati hanno mostrato che le possibilità che insorgano sindromi gravi come encefaliti e ulcere corneali sono sotto l’1%, al pari dei vaccini. Molto controversa anche la teoria dell’immunità di gregge: essa prevede che affinché una popolazione sia immune verso una malattia infettiva come morbillo, difterite, pertosse ecc è necessario vaccinare almeno il 95% della popolazione stessa. Con un tasso di vaccinazione del 95% la malattia dovrebbe essere eradicata. Questo principio serve anche a proteggere quella parte di popolazione impossibilitata ad essere vaccinata, ovvero immunodepressi, neonati o sieropositivi. Da alcuni studi si è visto che bassi livelli di vaccinati permettono a virus e batteri di diffondersi molto velocemente (sotto 70%); livelli medi di vaccinati rallentano la progressione delle epidemie (dall’80 al 90%); quando invece si raggiunge un’alta percentuale di copertura (dal 90% in su) la maggioranza della popolazione, vaccinati inclusi, è tutelata. Nonostante vari studi però abbiano la sua plausibilità risulta difficile dimostrare direttamente l’esistenza dell’immunità di gregge. Da dove arriva quel 95% allora? In realtà non ci sono mai state indagini epidemiologiche in cui si possa trovare traccia di dati oggettivi che giustifichino tale numero. Si tratta semplicemente dell’invenzione di successo dei pubblicitari delle case farmaceutiche: in Austria ad esempio, con una copertura vaccinale del 76% la media dei casi di morbillo è 8,75 per milioni di abitanti; la Germania invece, coperta per il 97% di casi ne ha 12,22 per milioni di abitanti. A questo punto, che ci sia dell’altro? Curioso il fatto che un anno fa la GlaxoSmithKline, società britannica operante nel settore farmaceutico, abbia annunciato di voler investire un miliardo di euro di soldi propri in Italia, precisamente destinati al Polo Toscano dove il Professor Lino Rappuoli ( dipendente della società) ha scoperto un nuovo vaccino contro il meningococco B. Un vero e proprio business insomma, di cui è testimone anche il costante rialzo in borsa della GSK(come mai era accaduto) dal giorno successivo all’approvazione del decreto sui vaccini. Comunque, l’ultima precisazione pratica riguarda la possibilità di procedere a vaccinazione monocomponente per chi è già immunizzato. Sono state a tal proposito, alcune aziende farmaceutiche tra cui la stessa Glaxo, a dire che l’accorpamento di più vaccini permetta loro di fare profitti enormi e annullare la concorrenza nel settore. In sostanza, la questione sui vaccini presenta aspetti sia positivi che negativi, sia certi che incerti ed è molto difficile, se non impossibile, trarre una conclusione definitiva. La fase attuale è ancora una fase di sperimentazione avanzata in cui è perciò doveroso confrontare il rischio e la possibilità di contrarre una malattia con quello derivante dagli effetti collaterali dei vaccini.

Bibliografia

Fonti utilizzate nell’articolo:

-Corriere.it

http://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/17_giugno_22/che-cos-l-immunita-gregge-52e5aea6-5778-11e7-8b4d-3cd144754bfb.shtml

-Epicentro: il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica

http://www.epicentro.iss.it/

-Blog di Stefano Montanari, www.stefanomontanari.net

http://www.stefanomontanari.net/sito/

-Sistema della sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia

https://www.iss.it/site/rmi/morbillo/

-Comilva

L’INCOMPRESA TEORIA DELL’IMMUNITA’ DI GREGGE

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