Nel 1482 Leonardo da Vinci si propone a Ludovico il Moro, con una lettera molto chiara in cui enumera le sue abilità e gli prospetta le opportunità che potrebbe offrirgli:

Avendo, signor mio Illustrissimo… mi exforzerò, non derogando a nessuno altro, farmi intender da V. Excellenzia… 

  1. Ho modi di ponti leggerissimi e forti, e atti a portare facilissimamente, e con quelli seguire alcune e volte (secondo le occorrenzia)  fuggire li inimici, e altri securi e  inoffensibili da foco e battaglia, facili e commodi da levare e ponere. E modi de arder e disfare quelli de l’inimico…
  1.  In tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone de omni altro in architectura, in composizione di edifici e publici e privati, e in conducer acque de uno loco ad uno altro.(act ad offender e diffender)…

Item, conducerò in sculptura di marmore, di bronzo, e di terra, similiter in pictura, ciò che si possa fare a paragone de omni altro e sia chi vole…

Nulla di nuovo…

Un esempio perfetto di come anche in passato trovare un lavoro stabile non era affatto semplice nonostante il talento.

Ma come si è sviluppato l’argomento con il passare degli anni?

Quante volte da bambini vi siete sentiti domandare da parenti, amici ed insegnanti: ”Che cosa vuoi fare da grande?”

Incredibilmente complessa è però la risposta a questa domanda nel XXI secolo.

In tutto il mondo infatti vengono costantemente elaborati algoritmi e intelligenze artificiali, che nascono con un unico scopo: fare tutto ciò che gli umani sono in grado di fare, ma meglio.

Capaci di prendere decisioni finanziarie, prevedere il meteo, ipotizzare quali paesi dichiareranno guerra e molto altro, i programmi “intelligenti” stanno permeando sempre di più il substrato della nostra società.

Per i più scettici è interessante porre questo quesito riportato dal futurologo Federico Pistono nel saggio ”I Robot ti ruberanno il lavoro ma va bene così”:

Sapete dire quali tra questi tre resoconti di una partita di baseball sono stati scritti da una macchina e quali da un essere umano?

  1. La squadra di baseball dell’Università del Michigan con un quinto inning a quattro passaggi è riuscita a salvare l’ultima partita delle tre giocate contro L’Iowa, vincendo 7-5 sabato pomeriggio(24 aprile) al Wilpon Baseball Complex, casa dello storico Ray Fisher Stadium.
  • Il Michigan ha tenuto a bada l’Iowa con un vincente 7-5 lo scorso sabato. Gli Hawkeyes (16-21) non sono riusciti a recuperare la mancanza di un sesto inning a quattro passaggi. Gli Hawkeyes hanno rimontato all’ottavo inning, riuscendo a realizzare un passaggio.
  • La squadra di baseball dell’Iowa ha mancato la finale di una serie da tre partite, 7-5, contro il Michigan lo scorso sabato pomeriggio. Nonostante la sconfitta, l’Iowa ha vinto la serie avendo collezionato due vittorie nel twinbill al Ray Fisher Stadium venerdì.

Sono tutti abbastanza simili e nessuno di questi merita il premio Pulitzer, ma quali di essi è il prodotto di una macchina senza vita? Nessuno? Per conoscere la risposta corretta guardare in fondo all’articolo 😉

Parallelamente all’avanzamento tecnologico, lo spostamento dei carichi di lavoro verso le macchine e le intelligenze artificiali crescerà drasticamente; talmente rapidamente da farci domandare se il mercato sarà in grado di rispondere in tempo utile creando nuove opportunità per chi ha perso il lavoro, evitando così di rendere la disoccupazione strutturale e irreversibile.

Da questo grafico possiamo chiaramente vedere la velocità con andamento esponenziale del progresso tecnologico.

Di fronte a questa rivoluzione così repentina le preoccupazioni crescono e sono in tanti a chiedersi se gli esseri umani saranno soppiantati dai software o se programmi sempre più sofisticati creeranno a propria volta nuovi tipi di impiego. La discussione in merito è aperta, i contributi sono molti, le posizioni, e le cifre, divergono anche sensibilmente.

Ad esempio mentre il World Economic Forum, in uno studio,  parla di 133 milioni di posti creati da robot e intelligenza artificiale nelle sue varie declinazioni entro il 2022, un rapporto della società di consulenza manageriale McKinsey, afferma che da qui al 2030 il numero di lavori “potenzialmente cancellati” dall’automazione si colloca tra i 400 e gli 800 milioni. Il futurologo Thomas Frey parla invece di ben 2 miliardi di impieghi a rischio entro la stessa data.

Nonostante sia difficile per i ragazzi del mondo moderno sapere già che mestiere andranno a fare in futuro, è comunque possibile teorizzare in parte, la traiettoria che potrà intraprendere il mondo lavorativo.

Ma quali sono dunque i mestieri destinati a scomparire e quali sono invece quelli del futuro?

Alcuni lavori rimarranno e si evolveranno, impareremo nuove tecniche e le nuove tecnologie verranno integrate, ma ci saranno soltanto poche persone in grado di aggiornare la propria capacità lavorativa con esse.

Paradossalmente infatti molti lavori come avvocati, commercialisti e più in generale tutti i mestieri che svolgono compiti ripetitivi e che seguono codici (della legge, della strada, codice civile ed ecc…)sono proprio quelli più facili da sostituire, con una percentuale di automazione stimata al 90%.

Diverso invece è il discorso per i lavori che si basano su negoziazioni e relazioni interpersonali (faccia a faccia) che grazie all’importantissimo fattore emotivo umano possono aspirare ad una vita più longeva.

Nuovi settori stanno inoltre emergendo ogni giorno: biologia sintetica, neurocomputazione, stampa 3D, contour crafting, ingegneria molecolare, bioinformatica, estenzione della vita, robotica, calcolo quantistico, intelligenza artificiale, apprendimento macchina.

Queste nuove frontiere in rapida evoluzione sono solo l’inizio di una nuova, sorprendente era che porterà forse alla più grande trasformazione di tutti i tempi.

Ovviamente non è possibile prevedere con precisione quale piega prenderà il futuro del genere umano, ma possiamo sicuramente ispirarci a Machiavelli per affrontarlo al meglio:

Fondamentale è infatti  la “virtù” umana del “riscontrarsi” con i tempi,  la duttilità nell’adattare il proprio comportamento alle varie esigenze che si presentano, e quindi impedire all’inesorabile flusso degli eventi di trasportarci alla deriva (Fortuna Machiavelliana).

Inutile quindi cercare di programmare nel dettaglio il proprio futuro, ma ben più sensato seguire le proprie passioni ed attitudini declinando il proprio talento in base alle opportunità future che si presenteranno.

La risposta corretta al quesito è la b) vi è sembrata scontata?

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