Acclamato dalla critica e vincitore del Leone D’Oro alla 76° mostra internazionale del cinema di Venezia, il Joker diretto da Todd Philips e interpretato dal grande Joaquin Phoenix , si discosta molto dal personaggio iconico che abbiamo sempre conosciuto, sia in maniera positiva che in negativa. Il film racconta una visione più introspettiva e psicologica della mente di Arthur Fleck, cittadino della Gotham degli anni 80, e ci introduce subito nella sua vita tempestata di delirio, depressione, bullismo e povertà. Si può concordare con il sito Wired.it sul fatto che il film ricordi in maniera voluta il film Taxi Driver, anche questo avente come tema principale il disagio del singolo e sociale. Tutto il film non si sofferma infatti sull’alienazione del protagonista e basta, ma ci mostra una città sprofondata nel caos più totale, con il potere rimasto in mano a pochi ricchi, e con tanta rabbia repressa da parte dei cittadini. La figura del Joker, infatti, non viene interpretata come un qualcosa di negativo nel finale, ma bensì come un’icona, un simbolo di ribellione rappresentato da quel trucco sbavato da clown. Il protagonista, del resto, è reso iconico in maniera sublime da Phoneix, che riesce a dare nuova vita e nuova natura a un personaggio considerato soltanto pazzo e malvagio , senza un passato alle spalle da dover esaminare. Ma è proprio lì che l’attore riesce a rendere unico il suo Joker, donandogli quella drammaticità, quella disperazione, quella follia e quel tormento che arriva al pubblico già dalle prime scene, accompagnato da una risata quasi maniacale, ma molto più compulsiva. Ad aggiungere personalità ed atmosfera servono anche le colonne sonore, adatte perfettamente ad ogni scena.

Possiamo anche trovare una vena di piccolissima ironia tra una scena e l’altra, che serve per farci riemergere dal tutta quell’atmosfera di disperazione e che serve anche a rendere il film molto più realistico.

Per concludere, un altro elemento molto particolare risiede nel filo conduttore tra questo Joker e tra il personaggio di Batman, che nel film è ancora un bambino, ma che viene collegato ad Arthur da un fatto che poteva benissimo essere tagliato dalla trama, poiché il motivo che rende complementari i due soggetti non deve risiedere per forza in un legame di natura familiare.

La domanda che sorge inevitabilmente dopo la visione del film è stata :” Perchè dover far un film così bello e accurato su un personaggio che nella sua logica non ha mai avuto una vera e propria storia o origine ben definita? Forse perché per molti fan non sapere esattamente come sia nato il Joker contribuisce a rendere più iconica e misteriosa la sua figura, senza doversi porre troppe domande. Ma sarà una opinione legittima..?”

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