Durante la notte tra l’8 e il 9 Dicembre si è verificato uno sciame sismico nella zona del Mugello, con epicentri sparsi tra Scarperia, San Piero a Sieve e Barberino, avvertito chiaramente in tutta le zone limitrofe comprese Firenze e Pistoia

Già durante la sera precedente alle 20:38 era stata avvertita una scossa leggera che comunque non aveva turbato troppo la popolazione, mentre le scosse più forti sono arrivate nella nottata: alle 3,38 e alle 3,55 cinque scosse sono state registrate a Scarperia San Piero, una delle quali di magnitudo 3, mentre alle 4,37, a 4 km di profondità ancora a Scarperia San Piero, ce n’è stata una di magnitudo 4,5 che è stata quella maggiormente avvertita.

Un’altra scossa è stata registrata alle 4,42 a Barberino del Mugello e in seguito ci sono state scosse di minore intensità a Scarperia San Piero fino alle 5,29, con altre di assestamento durante la mattinata.

Molte persone si sono svegliate terrorizzate durante la notte a seguito del caratteristico boato del terremoto e oscillazioni intense. Tanti si sono rifugiati in macchina o in strada e alcuni non sono ancora rientrati nelle loro case sia per gli accertamenti in corso che per la paura rimasta.

Fortunatamente non ci sono stati feriti e i danni sono solo a pochi edifici tra i quali alcune case lesionate e la chiesa di Barberino dichiarata inagibile.

Vari danni riportati nella zona
La chiesa di San Silvestro a Barberino

Gli accertamenti su strade, viadotti, binari e sulla diga di Bilancino sono andati avanti per tutta la mattinata con conseguenti ritardi e cancellazioni di treni e autobus che hanno causato molto disagio seppur necessari.

Le scuole sono state chiuse in 10 dei comuni limitrofi oltre a quelli direttamente colpiti e Misericordie, Protezione Civile e Vigili del Fuoco hanno passato tutta la giornata a verificare le condizioni degli edifici, con oltre 100 richieste di accertamenti.  

Il Comune di Barberino ha evacuato alcuni edifici, tra negozi e abitazioni, e interdetto l’accesso a una decina di vie che si trovano tutte nel centro storico del paese, all’interno della cosiddetta ‘zona rossa’. 

Per ospitare i cittadini, i 236 sfollati di Barberino e quanti preferissero non dormire nelle proprie case, sono stati allestiti 300 posti letto distribuiti tra Barberino (Palestra scuola Media di via Monsignor Giuliano Agresti e parcheggio Rifle di viale Matteotti) e Scarperia (Autodromo Mugello).

Andrea Billi, geologo e direttore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche ha rilasciato questa dichiarazione: “Sappiamo che ci sono all’incirca 2 faglie sismogeniche in zona. […] Ancora non è chiaro quale sia esattamente il coinvolgimento di queste faglie nel terremoto della scorsa notte. Né possiamo sapere se la scossa di magnitudo 4.5 sia la più alta di questa sequenza sismica in atto. Non possiamo sapere se ci saranno scosse di magnitudo più elevate. Non abbiamo gli strumenti che ci consentano di escludere un sisma altrettanto oppure più forte.”

Si ha in effetti paura di altre scosse più forti soprattutto in seguito al sisma devastante in Albania e al terremoto tra il settimo e il nono grado della scala Mercalli di un secolo fa che il 29 giugno 1919 causò oltre 100 morti nella stessa area appenninica.

Il sisma di un secolo fa

Il geologo Mario Tozzi ha concluso un discorso al teatro Petrarca di Arezzo dicendo che “Non ci dobbiamo meravigliare del terremoto nel Mugello.

Del resto è una zona sismica, come ce ne sono tante in Italia. Dobbiamo invece preoccuparci del fatto che ancora oggi non siamo in grado di gestirne le conseguenze.”

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