Se si dice Tosca, la mente ci suggerisce la famosissima opera di Giacomo Puccini, tratta dal dramma storico antecedente e omonimo di Victorien Sardou; ciò che non tutti sanno però è che questo dramma è stato scritto nel lontano 1887 da Sardou appositamente per quella che era l’attrice più famosa ed importante del tempo: Sarah Bernhardt.
Ed è proprio intorno alla figura di Sarah che Laura Morante, anche attrice protagonista, ha costruito l’opera in prosa Io Sarah, Io Tosca che ha debuttato la sera del 9 novembre a Firenze al Teatro della Pergola.
L’opera è strutturata in un singolo atto da novanta minuti, e per tutta la durata di questo atto sulla scena sono presenti solo due personaggi: Sarah Bernhardt, interpretata dalla stessa Laura Morante e una figura a cui non viene dato nome, interpretata dalla cantante e pianista Chiara Catalano, che interagisce con Sarah solo tramite la melodia del pianoforte, senza mai parlare direttamente.
La vicenda è ambientata proprio nel 1887, anno di stesura e rappresentazione del dramma di Sardou, ed è incentrata sulla figura di Sarah attrice, nel periodo di preparazione per l’interpretazione di Tosca. L’ambientazione è singola e non cambia mai, si tratta infatti della casa di Sarah, in cui essa ritorna dopo le prove teatrali. Anche se l’atto è singolo sono 3 i momenti inscenati, scanditi dall’uscita di casa di Sarah stessa, e sono: 3 novembre 1887, inizio delle prove; due settimane dopo l’inizio delle prove; e il 24 novembre, vigilia del debutto.
Una trama vera e propria fatta di azioni, transizioni e personaggi quindi non c’è, l’unica cosa che domina la scena è questo monologo non monologo (per la presenza del secondo “personaggio”) che delinea la psicologia e la figura di Sarah Bernhardt, unico vero fulcro di tutta la rappresentazione teatrale.
Ciò che doveva dominare la scena era quindi Sarah e così è stato, grazie alla brillante performance dell’ideatrice Laura Morante, che ha saputo rendere con grande maestria sia i momenti più comici che quelli più tragici, interpretando in modo tutto suo, ma molto originale, la figura di Sarah.
Non possiamo parlare di questa opera senza parlare però di Sarah come personaggio storico, una donna assolutamente fenomenale e inusuale, una vera e propria forza della natura. La madre e la zia erano due cortigiane, e molto probabilmente lo è stata anche lei, anche se ha tentato di smentire la notizia, questo perché al tempo sopravvivere con il solo mestiere teatrale per le donne era quasi impossibile; lo stesso Balzac ci dice che le attrici erano quasi tutte cortigiane. Sarah però non si fermò qui, lei non era una delle “tante” attrici, e grazie al suo incredibile talento nella recitazione riscosse un incredibile successo, fino a fondare la sua compagnia teatrale, con cui fece fortuna all’estero, soprattutto in America. Era la più brava e sapeva di esserlo, e la popolarità di cui godeva per questo era senza limiti, una vera e propria star moderna che divenne manager di sé stessa, e che divenne per questo famosissima e ricchissima.
Ha lavorato a stretto contatto con grandissimi artisti, come Sardou e Victor Hugo, e il suo modo di recitare mandava addirittura in “brodo di Giuggiole” Oscar Wilde, come ha affermato la stessa attrice Laura Morante nella sua intervista con Angela Consagra.
I caratteri stravaganti di Sarah, la sua tensione spasmodica verso il mondo dei vizi, e soprattutto la passione viscerale per il teatro sono stati ripresi e rielaborati dal regista Daniele Costantini, che ha creato un personaggio molto complesso, che passa dalle battute comiche e scherzose, come le superstizioni tipiche ancora ai giorni nostri degli attori durante le prove teatrali, a momenti di grande drammaticità ed effusione recitativa; il più simile possibile a come probabilmente è stata la vera Sarah: un genio sul lavoro, un po’ folle al di fuori.
Una rappresentazione teatrale un po’ atipica se volgiamo, perché priva di una vera trama, priva di personaggi, priva di azioni, ma sicuramente ricca di originalità e di talento teatrale da parte di Laura, che, con una perfetta modulazione della voce, ha saputo trattenere col fiato sospeso tutti gli spettatori per ben 90 minuti di monologo.
Il pubblico, accorso numeroso, ha riempito quasi interamente la platea e ha caldamente apprezzato la performance di Laura con un appassionato e sonoro applauso, seguito da numerosi complimenti e commenti positivi sulla realizzazione dell’opera, mostrando così tutta la sua approvazione per l’originale interpretazione.
Va anche ricordato infine il lavoro di Agata Cannizzaro per i costumi di scena, di Mimosa Campironi per le musiche (suonate però dalle abili dita di Chiara Catalano), Tommaso Toscano per le luci, e Luigi Ferrigno per le scene; tutti insieme hanno abilmente saputo creare uno scenario incredibilmente suggestivo.
Il personaggio più incredibile e unico impersonato da Sarah Bernhardt, durante la sua lunga e radiosa carriera, è stato sicuramente Sarah Bernhardt, e questo Laura Morante ce lo ha fatto capire perfettamente.