Lo spazio al di fuori del nostro sistema solare continua a rimanere un grande punto di domanda e le risposte che abbiamo sono poche; arriva però finalmente una nuova scoperta.

Sembrerebbe corrispondere ad una esoluna il nuovo corpo celeste scoperto dal team guidato dalla Columbia University e presentato nell’articolo “Un’indagine sulle esolune di 70 esopianeti giganti freddi” pubblicato sulla nota rivista scientifica ‘Nature Astronomy

Le scoperte e ricerche al di fuori del nostro sistema solare sono in continua evoluzione e come si legge nell’articolo “le esolune rappresentano un cruciale pezzo mancante del puzzle nei nostri sforzi per comprendere i sistemi planetari extrasolari”. La prima scoperta di un corpo celeste al di fuori del nostro sistema solare risale al 1995 e dati più recenti ci dicono che ad oggi conosciamo 4912 esopianeti organizzati in 3633 sistemi planetari.

Ma cosa è una esoluna? Il termine esoluna (ma anche satellite o luna extrasolare) è ripreso dall’inglese exomoon; indica un corpo celeste, collocato al di fuori del nostro sistema solare, che orbita nel sistema gravitazionale di un pianeta extrasolare. In termini più semplici, si tratta di un satellite che compie un’orbita attorno a un pianeta appartenente ad un sistema diverso da quello solare.

L’ultima esoluna scoperta, protagonista di questo articolo, si chiama Kepler-1708 b-i, ha un raggio 2,6 volte più grande di quello terrestre e parrebbe essere di natura gassosa. Dista 6.000 anni luce dal nostro pianeta e, con delle dimensioni poco inferiori a quelle di Nettuno, orbita attorno ad un pianeta dalle dimensioni simile a Giove. Sfortunatamente non ci è dato sapere la massa di questo satellite naturale poiché non è un dato che si può ricavare con le tecniche che il telescopio spaziale Kepler utilizza per il rilevamento di questi corpi celesti. Questa esoluna completa il giro attorno al suo pianeta di riferimento ogni 4,6 giorni e distanza da esso di 740.000km (quasi il doppio della distanza Terra-Luna).

Il pianeta di riferimento è Kepler-1708 b, un pianeta che si trova a più di 5mila anni luce da noi. Il tempo che impiega a percorrere un’intera orbita attorno alla sua stella è di 737 giorni e la distanza da essa è 1,6 volte la distanza Terra-Sole.

Questa esoluna non è la prima che viene avvistata: quattro anni fa fu scoperta un’altra esoluna in orbita attorno al pianeta Kepler-1625 b di cui ancora si attende una conferma definitiva.

I ricercatori si chiedono però come un corpo di massa grande come Kepler-1708 b-i possa essere un satellite. La risposta a questa domanda trova due argomentazioni distinte: la prima ritiene che l’attuale esoluna fosse in passato un pianeta a sé stante, che in seguito è stato poi assorbito nell’orbita da Kepler-1708 b (analogamente si pensa sia successo con l’esoluna Kepler-1625 b-i). La seconda, avanzata dal professor Eric Agol, sostiene invece che si tratti di un errore nei dati ma l’articolo del ‘Nature Astronomy’ poi smentisce questa seconda possibilità.

Esopianeti e esolune possono essere rilevati e osservati solo in modo indiretto: per individuare questa esoluna è stato utilizzata la tecnica del transito planetario. Questa tecnica permette di individuare dei pianeti in orbita a stelle (diverse dal sole) attraverso l’analisi della diminuzione della loro luminosità dovuta ad una parziale eclisse da parte del pianeta. Nel caso di stelle molto luminose questo metodo è particolarmente efficace perché la diminuzione di luminosità è più evidente.  Per ottenere una maggiore accuratezza è necessario osservare continuamente una stella per un periodo prolungato. Per quanto riguarda le lune dobbiamo anche sottolineare che rivelare queste è ancora più complicato perché di piccole dimensioni e bloccano meno la luce.

Secondo alcuni studiosi il calo di luce rivelato in questo studio è in realtà dovuto a una variazione naturale della luce della stella stessa; nonostante ciò, analizzando i dati di 70 esopianeti giganti freddi, a superare tutti i test come possibile esoluna è stato soltanto Kepler-1708b-i.

Anche se la percentuale di errore è davvero bassa, si stima dell’1%, la conferma dell’esistenza di questa esoluna arriverà solo dopo la verifica che verrà effettuata dai uno dei due telescopi spaziali Hubble o James Webb. Dovremo attendere però ancora per un po’: più precisamente fino al 2023, anno in cui sia l’esoluna che l’esopianeta transiteranno nuovamente davanti alla loro stella.

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