Alle 19:34 dell’8 settembre Buckingham Palace ha annunciato la morte di Sua Maestà la regina Elisabetta II, avvenuta quel pomeriggio a Balmoral, in Scozia, all’età di 96 anni. Solo martedì scorso la regina era apparsa per l’ultima volta pubblicamente, in occasione della nomina di Liz Truss come nuovo primo ministro del suo paese avvenuta al castello di Balmoral. Le immagini della regina scattate durante l’evento avevano generato diverso sconcerto tra il popolo, in molti hanno evidenziato la fragilità dell’aspetto della regina e il colore livido delle sue mani. Il giorno dopo la regina ha cancellato un incontro virtuale con alcuni ministri più anziani, dopo che i suoi medici le avevano consigliato di annullare i suoi impegni per riposare. Alcune ore prima del decesso, Buckingham Palace aveva già diffuso un comunicato esprimendo la preoccupazione dei medici reali sulla salute della sovrana, facendo sprofondare l’intero Paese nella preoccupazione e nel timore: la BBC ha interrotto la sua programmazione per mandare in diretta un servizio speciale sulla salute di Elisabetta in cui il conduttore è apparso vestito di nero in lutto; anche la seduta nella Camera dei Comuni, dove si stava discutendo il piano per ridurre i costi energetici, è stata fermata dal presidente Lindsay Hoyle per mandare gli auguri di tutta la Camera alla regina e alla sua famiglia. Poco dopo l’annuncio di Buckingham Palace, sono stati intravisti i suoi figli Anna, Andrea, Edoardo e Carlo, seguiti poi anche dai suoi nipoti William e Harry senza le loro consorti, raggiungerla nella sua residenza scozzese dove se n’è andata pacificamente circondata dai suoi cari. Nel comunicato di Buckingham Palace sulla morte della regina si afferma per di più che il nuovo re e la sua regina consorte, Carlo e Camilla, sono restati a Balmoral per il resto della giornata e sono tornati oggi a Londra. Secondo quanto annunciato dal Times, domani avverrà l’incoronazione ufficiale di Carlo III, all’età di 73 anni.

L’ultimo evento presieduto dalla regina, la nomina di primo ministro di Liz Truss

Poco dopo l’annuncio della morte da parte dei canali britannici, diverse persone si sono riunite davanti a Buckingham Palace per assistere all’ammainabandiera del vessillo reale. Sugli schermi è apparso un ritratto della regina con l’inno God save the Queen. Ma non solo in Inghilterra, anche nel resto del mondo sono state molte le manifestazioni di lutto per la morte dell’amata regina: la scorsa notte le luci della Tour Eiffel non sono state accese, mentre invece l’Empire State Building si è illuminato di viola in segno di lutto. Premier e presidenti di tutto il mondo hanno inviato il proprio cordoglio alla famiglia reale per esprimere il proprio dispiacere e ricordare la persona di Elisabetta II, alcuni hanno inoltre pubblicato omaggi alla sovrana sui social media. Questa mattina in suo onore e ricordo è stato suonato l’inno britannico alla Mostra del Cinema di Venezia . La salma della regina sarà esposta per quattro giorni alla cattedrale di Westminster prima dei funerali che avverranno tra una decina di giorni, per concedere ai sudditi di dare un ultimo saluto all’amata monarca.

Così, dopo 70 anni di dedizione, si conclude il regno di Elisabetta II, il più lungo nella storia della monarchia inglese. Figlia maggiore del duca di York, incoronato re col nome di Giorgio VI dopo l’abdicazione di Edoardo VIII, a soli 19 anni durante la Seconda guerra mondiale partecipò nella Auxiliary Territory Service, il gruppo di volontarie femminili che hanno coadiuvato l’esercito assumendo compiti di sostegno. Il giorno del suo ventunesimo compleanno rilasciò un messaggio radiofonico rivolto ai sudditi del Commonwealth britannico: «Io dichiaro davanti a voi tutti che la mia intera vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo.»

Il 20 novembre del 1947 si sposò con il suo consorte per la vita, il Principe Filippo di Grecia e Danimarca, scomparso nell’aprile 2021 quasi centenario lasciando “un vuoto enorme” come notò Elisabetta. Diventò regina nel 1952, a ventisei anni, quando suo padre morì prematuramente. Il suo regno ha attraversato due secoli, a partire dal dopoguerra alla conquista della piena sovranità da parte del Canada e alla decolonizzazione dell’Africa, ha osservato l’inizio del terzo millennio, la Brexit, una pandemia globale e la successione di addirittura 15 primi ministri del Regno Unito. In occasione dei festeggiamenti del Giubileo di Platino, avvenuti a febbraio per celebrare i sette decenni passati sul trono dalla morte del padre, la regina scrisse un messaggio di ringraziamento per gli Inglesi: «Nel celebrare questo anniversario, è per me un piacere rinnovarvi la promessa che feci nel 1947, cioè che la mia vita sarà sempre consacrata al vostro servizio.» Una promessa che ha mantenuto fino alla fine. Sempre fedele ai suoi doveri di regina del Regno Unito, capo supremo della Chiesa anglicana e capo del Commonwealth, come d’altra parte non ha mai mancato ai suoi compiti di madre, nonna e ancora bisnonna. Ha rappresentato in modo esemplare l’immagine dell’unità nazione britannica nel mondo, mentre decenni diversi si succedevano lei è restata un punto di riferimento, tanto da indurre a pensare che avrebbe rivestito il suo ruolo di monarca a tempo indefinito. Con la sua morte sembra quasi di aver perso un legame con la storia, o anche un fondamento della società moderna. Improvvisamente si prende coscienza dell’azione inesorabile del tempo, della velocità con cui scorre, delle tappe importanti della storia che ci stiamo lasciando alle spalle. La scomparsa della regina chiude serenamente il capitolo del Novecento – secolo non certo sereno – come serenamente lo ha trascorso guidando il suo popolo tra crisi e cambiamenti.

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