Il 2022, come si evince dai risultati del Cop27, la 27esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, tenutasi a Sharm el-Sheikh tra il 6 e il 18 Novembre, è stato un anno difficile ma allo stesso tempo ricco di occasioni e sfide per dare una svolta alla crisi climatica.
La continua evoluzione nel corso dell’anno della crisi climatica e gli effetti che essa produce, risuonano come un segnale d’allarme persistente che ci indica che c’è da preoccuparsi per l’ambiente. Nonostante ciò però il 2022 non ha portato solo notizie scoraggianti e tragiche, bensì varie pratiche attuate e soluzioni trovate e messe in atto in giro per il mondo ci permettono di pensare con speranza e ottimismo a un 2023 migliore.

Il Cop27 ha innanzitutto stabilito come obiettivi un fondo a sostegno dei Paesi più soggetti ai cambiamenti climatici la riduzione del 35% della deforestazione rivolta a paesi come Pakistan, Regno Unito, Giappone e altri. Una grande novità è stata la creazione di un fondo per il Loss&Damage, volto a risarcire i danni e le perdite generati dal clima nei paesi in via di sviluppo, e si prevede che esso possa diventare operativo nel giro di uno o due anni. Questa novità non interessa solo i paesi che ne beneficeranno, perché con questo accordo viene riconosciuto uno dei principi fondamentali della giustizia climatica: i paesi che hanno contribuito di meno al raggiungimento di questa situazione di emergenza climatica ma devono comunque pagare un prezzo elevato per via dell’asimmetria degli impatti climatici, merita di essere risarcito da chi ha contribuito di più alla creazione di tale situazione e contemporaneamente ha mezzi finanziari maggiori.

Deludente è stato per gli ambientalisti l’approccio del Cop27 verso la riduzione delle emissioni dei gas serra, perché nel documento finale della Conferenza sono sì citate le fonti rinnovabili, un’innovazione non poco rilevante, ma persistente è il loro affiancamento alle cosiddette “energie a basse emissioni”.

A causa anche della guerra tra Ucraina e Russia, il 2022 ha visto una crisi energetica notevole, la quale però ci ha permesso di scoprire l’importanza delle Comunità energetiche rinnovabili. In Italia ci sono vari progetti di questo tipo, avviati anche anni fa, troviamo alcuni esempi in Piemonte, Veneto, Lombardia, e tante altre. Quindi sostanzialmente la differenza è stata la sempre più crescente attenzione che il mondo intero sta rivolgendo verso queste comunità, infatti esse vengono studiate e ampliate, con associazioni e gli stessi cittadini che richiedono di ai governi di avviare leggi e incentivi per sostenere lo sviluppo sostenibile.

Altri obiettivi posti riguardano per esempio il settore automobilistico: dal 2035 non sarà più autorizzata la vendita di macchine con motore a benzina e diesel, con il passaggio al motore elettrico per ridurre l’emissione di gas serra.
Altrettanto importante è l’impegno dei paesi per ridurre la produzione della plastica.

In Germania è stata approvata una proposta di legge dal governo che prevede una tassa annuale che dovranno pagare tutti i produttori di articoli monouso in plastica, e i soldi ricavati da essa andranno ad aiutare i comuni nella raccolta dei rifiuti che vengono gettati e abbandonati in strada, mentre in Spagna, per ridurre la produzione di bottiglie in plastica, è stato imposto l’obbligo ai ristoranti di usare caraffe in vetro per servire l’acqua ai tavoli.
Il nostro paese, con l’approvazione della legge Salvamare, tenta di risolvere il problema dell’abbandono dei rifiuti in mare e contribuisce al risanamento dell’ecosistema marino, permettendo ai pescatori che recuperano con le reti della plastica dal mare di scaricarla in porto, dove verrà poi gestita e riciclata ad opera delle autorità portuali, perché fino al Maggio dell’anno passato i pescatori erano costretti a rigettare in mare tutta la plastica pescata, per non incorrere in una denuncia per trasporto illegale di rifiuti.

Molti sono dunque i paesi che hanno attuato nel 2022 pratiche sostenibili, citando per esempio anche il Belgio con l’aumento delle tasse per i voli con una destinazione minore di 500km, tentando di spingere le persone a scegliere alternative più sostenibili per le tratte più brevi, per esempio i treni, o gli Stati Uniti, che ormai utilizzano fonti idroelettriche, eoliche o solari per ottenere più di un quinto di tutta l’elettricità di cui hanno bisogn, circa il 22%.

L’Ue con l’Emissions Trading System, sistema che conferisce un prezzo alle emissioni di CO2, con la creazione di un Fondo sociale per il clima, che conta oltre 86 miliardi di euro, e la Carbon tax alle frontiere, cercherà nel minor tempo possibile di ridurre il cambiamento climatico e le emissioni.

Cosa possiamo fare però noi per rendere il 2023 un anno migliore? L’Overshoot Day degli anni passati è stato sempre più vicino, basti pensare che nel 2020 le risorse che il mondo rigenera nell’arco di un anno solare sono state esaurite il 22 Agosto, e nel 2022 solo il 28 Luglio, quindi cercare di superare quella data è sicuramente uno degli obiettivi del nuovo anno.

Gli obiettivi del nuovo anno sono quelli contenuti nell’Agenda 2030, 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile inseriti all’interno di questo programma d’azione da raggiungere entro il 2030. Questi obiettivi, o goals, si riferiscono a uno sviluppo sociale, economico ed ecologico e puntano a porre fine alla povertà, alla lotta contro le disuguaglianze, all’affrontare i cambiamenti climatici e a costruire delle società che volte a rispettare i diritti umani.

A livello nazionale, a rappresentare il coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 è la SNSvS, ossia la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, che funge da quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale. Si compone di cinque aree di interventocorrispondenti alle 5P dello sviluppo sostenibile proposte nell’Agenda 2030, ognuna rappresentativa delle scelte strategiche e degli obiettivi strategici dell’Italia legati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Queste scelte richiamano alle profonde interrelazioni tra dinamiche economichecrescita sociale qualità ambientale, i tre pilastri dello sviluppo sostenibile. Persone, Pianeta, Pace, Prosperità, Partnership, sono queste le 5P sulle quali si basa l’intera azienda 2030.

Per far sì che l’Agenda 2030 sia attuata, tutti devono essere coinvolti e partecipi, tutti i paesi, per un obiettivo unico, è richiesta la partecipazione attiva di tutte le componenti della società, dalle imprese private a quelle pubbliche, dalla società civile agli operatori della cultura e dell’informazione.

Ma in particolare, nel nostro piccolo, siamo tutti chiamati a fare qualcosa per il pianeta, perché è evidente che la nostra società non adotta uno stile di vita del tutto sostenibile, in quanto i danni che vengono fatti verso il pianeta aumentano di anno in anno.
Non fare la raccolta differenziata, l’uso continuo di mezzi di trasporto inquinanti, il non curarsi dello smaltimento dei rifiuti, sono tutti comportamenti che deteriorano il nostro pianeta, e siamo noi i primi a dover cambiare se vogliamo salvare il pianeta.

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