“La Vita è Bella” è un film del 1997 scritto, diretto ed interpretato dal famoso attore fiorentino Roberto Benigni. Benigni interpreta un giovane ebreo Italiano di nome Guido di carattere molto allegro ed affettuoso che nel 1944 viene deportato insieme alla sua famiglia, composta dalla moglie Dora (l’attrice nella vita reale è davvero moglie di Benigni e questo a me ha fatto particolarmente effetto guardando il film perchè rende la storia narrata ancora più reale e toccante) e dal figlioletto Giosuè, in un lager nazista. Guido cerca fin da subito di proteggere il figlio Giosuè da tutti gli orrori dell’Olocausto facendogli credere che tutto ciò che vedono e vivono in prima persona sia soltanto parte di un gioco in cui dovranno affrontare prove durissime per vincere un meraviglioso premio finale: un carro armato vero. Appena arrivati al campo gli uomini vengono separati dalle donne, così Guido e Dora non possono più stare insieme e vengono smistati in baracche diverse. Quando il comandante tedesco si presenta nella baracca degli uomini per spiegare il regolamento del lager, Guido si offre come interprete e traduce volutamente in modo sbagliato per far divertire il figlio. Con il passare dei giorni il piccolo Giosuè entra attivamente nel gioco, tra le cui regole c’è quella di rimanere nascosti nella camera dei prigionieri (in realtà ovviamente si trattava di una tattica per evitare che catturassero il piccolino e che venisse ucciso). Guido riesce addirittura a farsi prendere come cameriere durante le cene dei generali nazisti in maniera tale da poter prendere un pochino di cibo e dare da mangiare qualcosa di decente al proprio figlio, peccato che terminate le cene Guido e Giosuè tornano alla baracca camminando in mezzo a montagne di cadaveri di ebrei destinati ai forni crematori. E’ il 1945, una notte all’improvviso con la fine della guerra e dell’occupazione nazista, i soldati tedeschi abbandonano il campo facendo strage dei prigionieri rimasti. Guido allora nasconde Giosuè in una cabina dicendogli che stanno giocando a nascondino e di uscire solo quando non ci sarà più nessuno in zona, nel frattempo si traveste da donna e si mette in cerca della moglie Dora. Guido tenta di raggiungere il camion dove sopra sono state caricate le detenute, ma viene scoperto dai soldati nazisti. Guido, sapendo di essere osservato da Giosuè attraverso una fessura della cabina dove era nascosto, fa un ultimo occhiolino al bambino dopo di che viene portato in un vicolo da un soldato tedesco e fucilato. Passa tutta la notte ed arriva la mattina successiva; oramai il campo di concentramento è totalmente vuoto ed abbandonato dai tedeschi, a quel punto Giosuè esce finalmente dal suo nascondiglio e davanti a lui arriva un carro armato statunitense che si ferma proprio davanti a lui. Il bambino, convinto di aver vinto il premio finale secondo il racconto del padre, esclama: “E’ Vero!”. Il soldato americano carica Giosuè sul carro armato e lo porta fuori dal campo, dove una fila chilometrica di deportati sta camminando finalmente verso la salvezza. Il bambino non è a conoscenza della morte del padre, ma per fortuna trova la madre e riabbracciandola grida felice:”Abbiamo vinto!”.
Questa è la trama del film che qui si rammenta perché questo è a parere di chi scrive il film in assoluto più bello e commovente che sia mai stato fatto sull’Olocausto. E’ geniale che una tragedia di simili proporzioni venga trasformata in un gioco allo scopo di non spaventare un bambino. In questa storia prevale l’amore: l’amore di un padre nei confronti del proprio bambino. Il padre riesce a proteggere il figlio. L’amore vince sull’odio, La vita vince sulla morte! E’ solo un film va detto. Nella realtà purtroppo le cose non sono andate così, ma fa piacere pensare che sarebbe stato possibile. Il film è accompagnato da una colonna sonora, una musica, una canzone bellissima. Il testo in italiano è il seguente:
Sorridi senza una ragione
Ama come se fossi un bambino
Sorridi qualsiasi cosa ti dicano
Non ascoltare una parola di quello che dicono
Perchè la vita è bella così
Lacrime, un’ondata di lacrime
Luce che lentamente scompare
Aspetta prima di chiudere il sipario
C’è ancora un’altra partita da giocare
E la vita è bella così
Qui ai suoi occhi, per sempre
Sarò sempre vicino come tu ricordi da prima
Ora che sei là fuori da solo
Ricorda ciò che è reale e ciò che noi sogniamo è solo amore
Mantieni la risata nei tuoi occhi
Presto, il tuo premio tanto atteso
Noi dimenticheremo il nostro dolore
E pensa ad una giornata più luminosa
Perchè la vita è bella così!
Il 27 GENNAIO è il GIORNO DELLA MEMORIA, ovvero una ricorrenza internazionale che ogni anno ricorda al modo intero le vittime dell’olocausto e commemora la liberazione dei campi di concentramento nazisti avvenuta appunto il 27 gennaio 1945; in particolare l’oggetto della ricorrenza è la liberazione da parte dell’Armata Rossa (ovvero le truppe sovietiche che al giorno d’oggi corrispondono all’esercito Russo ed Ucraino) del Campo di Concentramento di Auschwitz.
L’Olocausto è stato il genocidio nazista che ha portato allo sterminio del popolo ebraico e di altre minoranze etniche quali Rom e Sinti.
E’ curioso riflettere che al momento è in corso una guerra proprio fra Russia ed Ucraina, nazioni adesso separate e rivali e che fino al 1991 erano un’unica Repubblica (appunto la Repubblica Sovietica).
La Giornata della Memoria non deve essere solo un anniversario da celebrare, ma deve essere soprattutto un richiamo a non cedere mai alla tentazione di dimenticare, l’unico strumento che ci consente di costruire un futuro di pace e di rispetto è infatti proprio la memoria: ricordare gli errori fatti in passato per non ripetere altri errori simili.
Primo Levi e’ stato uno scrittore e partigiano italiano superstite all’Olocausto; sosteneva che “TUTTI COLORO CHE DIMENTICANO IL LORO PASSATO, SONO CONDANNATI A RIVIVERLO. SE COMPRENDERE E’ IMPOSSIBILE, CONOSCERE E’ NECESSARIO!”.
Anche chi scrive pensa che tutto ciò che è accaduto in passato può riaccadere in futuro, quindi non dimenticare è fondamentale; addirittura tramandare alle generazioni che verranno la conoscenza di pezzi di storia così terribili non può altro che migliorare la coscienza di tutti.
27 gennaio 1945 – 27 gennaio 2025: quest’anno si celebrano 80 anni dalla fine dell’olocausto…
Viva la Pace sempre! Abbasso la guerra! Perchè la vita è bella!
Si ringrazia PiotrZakrzewski per la foto (free su Pixabay)