«Chi sostiene (e sono già in molti) che la poesia non abbia più il potere di attrarre gli appassionati di letteratura e che sia ormai in crisi irreversibile, evidentemente non ha ancora letto i libri di Simona Vanzi»: così si apre la prefazione di Francesco Gazzè al nuovo libro di poesie della giovane poetessa Simona Vanzi, Riflessi di luna.
Ex studentessa del Liceo Vasari di Figline Valdarno, Vanzi ha sempre nutrito una profonda passione per la poesia. Nel 2016 ha partecipato al concorso “Il Federiciano”, grazie al quale è stata pubblicata la sua poesia Melodie di un sognatore, segnando l’inizio di una carriera poetica ancora in evoluzione.
Il nuovo libro, uscito il 28 aprile di quest’anno, non rappresenta il suo esordio letterario: è infatti il terzo volume, dopo Impronte sulla sabbia ed Emozioni silenziose. In queste opere, la poetessa traccia un percorso che lei stessa definisce «l’osservazione di un susseguirsi di colori che è la vita», come racconta in un’intervista per Aletti Editore, moderata da Hafez Haidar.
Il «colore» dominante in Riflessi di luna è il blu: un blu malinconico che richiama elementi naturali come il cielo e il mare, ma che lascia spazio al verde — anch’esso velato di malinconia, ma portatore di tranquillità — e infine all’arancione, simbolo di felicità e leggerezza. I colori si alternano come stati d’animo, riflettendo l’interiorità della poetessa, travagliata e incerta, ma sempre aperta alla possibilità di una nuova alba. Non a caso, Alba è il titolo della poesia che Vanzi considera più rappresentativa della raccolta: in essa si intrecciano molti dei temi centrali del libro, come il blu che si fonde con il giallo in una «malinconica alba», e la natura, evocata ad esempio con l’immagine delle «pendici del monte».
L’incertezza è un altro elemento chiave dell’opera, che allo stesso tempo è un filo conduttore che unisce anche i suoi precedenti lavori. Vanzi invita il lettore ad attraversare queste emozioni — di colori caldi e freddi — con speranza, accogliendo l’incertezza come parte essenziale della vita.
Un esempio emblematico è la poesia Dimenticare il vento, tra le prime del libro: qui, l’autrice invita a lasciarsi trasportare dal vento come fanno le nuvole, da lei descritte come “mutevoli”, e ad amare come la luce ama il giorno, “inesperto”. Un invito ad accettare l’imperfezione, l’imprevedibilità dell’esistenza e dei sentimenti.
Sono proprio le emozioni e i sentimenti la principale fonte di ispirazione della poetessa, e la quotidianità il motore che muove il suo animo e la spinge a scrivere.