Il 12 agosto 1944 a Sant’Anna ebbe luogo un eccidio di massa ad opera delle SS. Tale strage non si configurò come una rappresaglia, ma come emerso dalle recenti indagini si trattò di un puro atto terroristico premeditato, comandato dall’ufficiale Max Simons: così ha stabilito la giustizia italiana, con la sentenza del tribunale militare della Spezia (2005) poi confermata in appello e in Cassazione nel 2007. Nella fucilazione di massa morirono moltissime persone di cui 350 identificabili, tra questi 65 erano bambini minori di 10 anni. (Per la sentenza della Cassazione vedi il link sotto)

https://www.csm.it/documents/21768/128354/Corte+di+cassazione+8+novembre+2007/610e90ad-1213-4a5d-8e10-a73ac2980794

Le circostanze

Sant’Anna di Stazzema, secondo i progetti di Hitler, doveva andare a far parte della linea difensiva Pietrasanta-Riegel (linea difensiva che doveva unire Tirreno e Adriatico) che congiungendosi con la linea Verde-Gotica avrebbe dovuto fermare l’avanzata delle truppe alleate. Quindi il Führer il 2 giugno 1944 ordinò lo sgombero di tutti gli insediamenti civili nel raggio di 10 km dalla linea difensiva. Il 26 luglio 1944 sulla chiesa di Sant’Anna venne affisso un ordinamento che ordinava ai civili di trasferirsi altrove.

La strage

Sant’Anna era, nel 1944, qualificata dal comando tedesco come zona bianca: un luogo volto ad accogliere sfollati e ciò rese la popolazione del paesino ancor più numerosa quell’estate dati i bombardamenti che avevano devastato le zone adiacenti.

All’alba le truppe tedesche circondarono Sant’Anna e tutte le possibili vie di fuga verso valle, alle sette il piccolo borgo era circondato. Gli uomini scapparono rifugiandosi nei boschi per paura di essere deportati mentre donne, bambini ed anziani restarono in casa in quanto civili inermi. I tedeschi uccisero tutti però, senza eccezioni. Nel totale terrore ci furono persone come Cesira Pardini, Milena Bernabò, Genny Bibolotti Marsili, Don Innocenzo Lazzeri che si prodigarono per salvare i loro compaesani. Particolarmente triste fu la vicenda della piccola Anna Pardini, una neonata di soli 20 giorni, che dopo essere stata salvata dalla sorella Cesira trova la morte in ospedale.

Il processo

Nel 1994 fu scoperto grazie ad un’indagine dell’allora procuratore militare di Roma un armadio in cui erano catalogati dei documenti riguardanti le stragi naziste. Nel 2004 quelle carte furono prese dal procuratore militare di La Spezia De Paolis. Egli grazie alle testimonianze di periti storici, sopravvissuti e alcuni soldati riuscì a far condannare, con la finale ratifica della Cassazione nel 2007, oltre 10 ufficiali nazisti, ormai tutti ultraottantenni.

Il 1°ottobre 2012 il tribunale di Stoccarda archiviò l’inchiesta per diversi motivi tra i quali l’impossibilità di determinare il numero di morti e il non poter giudicare se tale atto fosse premeditato o meno. Tali conclusioni vanno esplicitamente in contrasto con quelle ottenute dalla Magistratura Italiana e ciò ha causato dissapori nei sopravvissuti e nei familiari delle vittime.

Cosa rimane

Nel 2000 venne istituito il Parco Nazionale della Pace a Sant’Anna di Stazzema che dalla piazza della chiesa e del Museo Storico della Resistenza giunge sino al Col Cava ove è situato il Monumento Ossario.

È stato costruito nel 2007 inoltre l’organo della Pace: un organo a canne che è stato posto all’interno della storica chiesa.

Tutti gli anni viene celebrata dalle autorità e da molti civili tale ricorrenza per ricordare le vittime di quell’eccidio di massa.

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