Tara ha gli occhi verdi, la pelle scura, i capelli al vento, indossa una canottiera coperta da una giacca firmata, che però lascia intravedere un fisico da top-model, ascolta una canzone di Taylor Swift, sfreccia sulla sua BMW  in mezzo ad una via alberata di palme, ma non si trova a Miami e nemmeno alle Hawaii. Volge lo sguardo in alto, vede una targa: “Be Kishkhoshamadi” (Benvenuto nell’isola di Kish), sorride, lei è venuta qui a divertirsi. “La Perla del Golfo Persico” per alcuni, paradiso economico per molti, Kish è un’isola iraniana da sempre meta per spese smodate e tanto divertimento. Non è la prima volta per lei, figlia di un commerciante di tappeti di Teheran, sebbene aspiri a New York, sogno messo in discussione dal MuslimBandi Trump. Oltre che rappresentare una valvola di sfogo per i ragazzi iraniani, l’isola circondata dalla barriera corallina è considerata zona franca del commercio e, con un milione mezzo di visite all’anno, è una delle più visitate del Medioriente; fuori dalle rotte del turismo internazionale e paradiso dei ricchi dell’Iran, in primis quelli di Teheran.

Kish, inutile negarlo, è l’isola del divertimento e del piacere, dove la temperatura media è di 27 gradi e si può fare il bagno quasi tutto l’anno; in tutti i ristoranti della città, la notte, c’è musica dal vivo, con band di giovani che cantano e scherzano e la gente accompagna ballando, cantando e urlando.

Niente di strano se non fossimo in un Paese dove il ballo è proibito, le donne non possono cantare e vige un chiaro codice di abbigliamento. A Kish  invece, sembra che le autorità di Teheran abbiano voluto che ci fosse un’oasi di evasione, ossia un posto dove la gente possa anche divertisti senza la preoccupazione del velo per le donne, dove sia possibile mettersi un vestito anche più aperto e dove ci sia la musica ed il ballo. È proprio il caso di dirlo, Occhio non vede, Cuore non duole. I divieti di Teheran, scompaiono; le lunghe chiome delle iraniane si vedono frequentemente e si capisce che non per caso le donne si lasciano scivolare con malizia il foulard.

L’età media dell’Iran  è 31 anni e tra i 25mila abitanti dell’isola è difficile trovare due cose: gente anziana e gente brutta. Dai tassisti che guidano macchine nuove di zecca,  alle ragazze delle reception per arrivare persino ai fruttivendoli o ai marinai, i cittadini di Kish sembrano essere usciti dal set di un film; impeccabili nel vestire, sorridenti e miti. Se c’è un qualcosa che rende forse Kish più ‘a norma’ rispetto a tutte le altre città dell’oriente, sono tutte quelle normative sul codice stradale: limite massimo medio 50 km/h, cintura obbligatoria per autista e passeggeri, telecamere ovunque, guai a parcheggiare fuori degli spazi contrassegnati e chi gira con la macchina sporca è multato. Ancora una volta, tutto è diverso da Teheran dove la principale causa di morte sono gli incidenti stradali. L’isola ha anche un volto nascosto, fatto di contrabbando e traffici occulti.

Le vicende, le opinioni e le riflessioni che da anni si susseguono intorno a Kish non sono poche e non lo saranno mai, rimarrà sempre una situazione delicata che non può fare altro che dividere la critica, a voi i giudizi.

Comunque siamo ad Aprile, l’estate si avvicina, perciò se siete ancora in difficoltà con la destinazione delle vostre vacanze, perché non tentare?

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