27 Gennaio 2018: un tweet dell’azienda svedese IKEA, annuncia che Feodor Ingvar Kamprad è morto
nella sua casa di Liatrop, in Svezia.
La notzia ha fato in breve tempo il giro di tutto il mondo e dopo poco hanno iniziato a girare su
internet vignete – di gusto discutbile – di un foglio di istruzioni su come costruire una bara.
C’è chi ha dissoterrato i sui trascorsi col gruppo floonazista Nuovo Movimento Svedese (Nysvenska
Rörelsen) dell’attvista fascista Per Engdahl, col quale ebbe uno scambio epistolare la cui
pubblicazione rese nota la faccenda. Questo dimenticando che appena dopo la rivelazione,
Kamprad dichiarò di vergognarsi di quella parte della sua vita, definendola il suo errore più grand, e
scrisse delle letere di scuse a ciascuno dei suoi impiegati ebrei, decidendo di porre un deposito
all’interno dello stato di Israele.
Molt topoi sull’azienda sono stati quindi usati per commenti che onorano poco la sua memoria.
Ingvar Kamprad è nato il 30 Marzo 1926 a Pjäteryd, un piccolo villaggio rurale della Svezia.
La sua vita da imprenditore comincia fin da ragazzo, vendendo fammiferi ai vicini di casa e
riuscendo a racimolare un bel gruzzolo dopo aver scoperto di poterli acquuistare a basso prezzo da
un fornitore vicino a Stoccolma; cosa che gli ha permesso di trarre maggior profitto  abbassando
leggermente i prezzi. Dai fammiferi si è allargato al pesce, poi alle decorazioni natalizie e anche a
semenze da giardino, penne a sfera e matite.
Sfrutando i soldi che Kamprad aveva ricevuto in dono dal padre per i buoni risultati ottenuti nello
studio, viene costruito nel 1943 il primo stabilimento, fondando ufficialmente l’IKEA, il cui nome
deriva proprio dalle iniziali del suo nome – Ingvar Kamprad –, della fattoria dove è cresciuto –
Elmtaryd – e di un villaggio a lui caro – Agunnaryd.
Nasce come ditta di vendita di oggetti per uso quotidiano, accogliendo poi nell’assortimento, nel
1950, anche i mobili, la cui scelta dei nomi in svedese è dovuta alla sua discalculia – Kamprad stesso lo
ha ammesso – che gli impediva di ricordare i numeri.
L’anno seguente viuene realizzato il primo catalogo di 16 pagine e negli anni successivi la sede viene
trasferita ad Älmhult, nel sud della Svezia, dove viene anche aperto il primo negozio.
Sono stati i suoi fgli, Peter, Jonas e Mathias, a ereditare già dal 2012 la guida della multinazionale.
L’azienda si è espansa fino al giorno d’oggi, anche oltre i confini nazionali: con sede legale principale
a Leida, nei Paesi Bassi, possiede 345 punti vendita sparsi in 42 paesi tra Europa, Stati Uniti
d’America, Brasile, Canada, Asia e Australia.
Assemblare mensole, armadi e comodini con le incomprensibili istruzioni fornite dall’IKEA sembra
una passeggiata in confronto.

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