Questo maledetto 2020 sta straziando il mondo, dopo aver rischiato una guerra mondiale e dopo aver patito le pene dell’inferno con il coronavirus, le sciagure continuano ad abbattersi ma stavolta è colpa solo ed esclusivamente dell’uomo: il virus del razzismo, purtroppo, sta continuando a dilagare sempre di più tra gli uomini; l’esempio lampante è proprio quello dell’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di un gruppo di poliziotti, lo scorso 25 maggio a Minneapolis, USA.

Dopo questa tragedia è iniziata una feroce protesta in tutto il mondo sotto il nome “Black Lives Matter”, inizialmente pacifica, per rivendicare giustamente i diritti delle persone di colore, che, in molte parti del nostro pianeta ancora non sono riconosciuti; a questa non violenta sommossa hanno preso parte molte celebrità sportive e non solo, come ad esempio il pluricampione della Formula 1 Lewis Hamilton e l’attore statunitense Cole Sprouse, arrestato per essere sceso in strada a manifestare; anche il mondo del calcio ha voluto dare il suo contributo nella lotta contro il razzismo, visto che quasi tutti i calciatori si sono inginocchiati ad ogni goal segnato.

Purtroppo per colpa dei soliti, scusate il termine, “imbecilli”, perché non esiste un altro modo per chiamare queste sottospecie di persone, una protesta pacifica e giustissima è diventata una rivolta violenta con atti di vandalismo ai danni di negozi, ristoranti e non solo. Oltre a questi scempi i manifestanti hanno imbrattato e distrutto statue ed insegne di personaggi importanti del passato, come ad esempio quelle di Cristoforo Colombo negli Stati Uniti a Miami, in Florida, a Houston, in Texas, e a Richmond, nel Virginia; un altro atto di abominevole vandalismo sicuramente è l’imbrattamento e la distruzione parziale della statua di Giulio Cesare a Zottegem, in Belgio, alla quale è stata strappata la lancia che il condottiero romano teneva in mano e ,dopo essere stato cancellato il suo nome, è comparsa la scritta “krapuul”, che significa feccia o truffatore. Entrambi sono stati accusati di essere razzisti.

Anche in Italia, più precisamente a Milano, non è mancato un episodio quantomeno discutibile dello stesso genere. L’associazione milanese chiamata i Sentinelli aveva chiesto di rimuovere la statua di Indro Montanelli, presso i giardini intitolati proprio al giornalista toscano, e di cambiare il nome del parco; il sindaco Giuseppe Sala a questa richiesta, giustamente, ha risposto con un “no” secco. Lo scorso 14 giugno la statua dedicata a Montanelli è stata ricoperta di vernice rossa e poi vi è stato scritto “Razzista stupratore”.

Analizzando le due pesanti accuse a lui fatte, si deduce che sono quantomeno insensate; in quanto egli partì come volontario per la spedizione in Abissinia nel 1935 per espandere i possedimenti coloniali dell’Italia, visto che all’epoca tutte le maggiori potenze europee possedevano territori nel resto del mondo: pratica sicuramente discutibile e deprecabile, ma che non può certo essere attribuita alla sola Italia, se pensiamo alle dimensioni dell’impero coloniale inglese! Montanelli comandava il 20° battaglione eritreo, composto da indigeni ascari, i quali combattevano al fianco delle milizie italiane contro l’esercito del Negus. Proprio gli indigeni alleati gli consigliarono di sposarsi perché la guerra sarebbe stata lunga; all’epoca, e purtroppo anche in molte zone africane oggi, ci si sposava stipulando un contratto con la famiglia della fanciulla, chiamato Madamato, la ragazza doveva avere più di 12 anni, infatti il giornalista toscano si sposò con un’indigena quattordicenne, Destà. Il contratto prevedeva che il marito pagasse una dote ed un’abitazione alla sposa; lo stesso accadde a moltissimi ufficiali e sottoufficiali italiani. Accusare Montanelli di razzismo è totalmente privo di senso, come afferma lo storico Angelo Del Boca, che non è certamente favorevole al colonialismo, il quale spiega che i matrimoni tra soldati italiani e donne africane erano l’esatto opposto di razzismo, perché un razzista con una donna di colore non ci parlerebbe nemmeno, anzi la eviterebbe proprio.

Premesso che Indro Montanelli come persona è stato un uomo particolarmente difficile e con molti lati oscuri (anche questa vicenda, comunque la si voglia giudicare, di certo non gli fa onore) però non bisogna tralasciare che è stato uno dei più grandi giornalisti italiani di tutti i tempi; e se dovessimo giudicare gli artisti o i giornalisti per il loro carattere e per la loro vita privata, almeno due terzi delle strade o piazze dovrebbero cambiare nome, basti pensare solo a uno dei migliori compositori che il mondo abbia mai conosciuto: Richard Wagner; grandissimo nel suo mestiere ma altrettanto disgustoso e odioso nel suo carattere; allora, secondo questo ragionamento, non si dovrebbero più rappresentare le sue opere e si dovrebbero abbattere le statue a lui dedicate.

La follia, l’ignoranza e la stupidità non avranno mai fine, sia la morte ingiusta di George Floyd, sia le rivolte violente ne sono il perfetto esempio…

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