Mentre nei laboratori di tutto il mondo si lavora per arrivare ad ottenere il prima possibile un vaccino sicuro ed efficace contro il virus Sars-CoV-2, è incessante anche la ricerca di una terapia che possa contrastare in modo certo la malattia. La svolta potrebbe arrivare grazie agli anticorpi dei pazienti che hanno superato l’infezione: un approccio che si contraddistingue per la possibilità di ottenere un farmaco specifico, sviluppato attraverso gli anticorpi neutralizzanti selezionati, riproducibile artificialmente e utilizzabile a scopo terapeutico sui pazienti Covid che hanno già contratto la malattia.

Esistono differenze sostanziali tra la somministrazione di un vaccino e quella di un farmaco basato sull’azione degli anticorpi. Il vaccino fa prevenzione, stimola cioè (dopo che siamo stati vaccinati) la produzione di anticorpi da parte delle nostre cellule nel momento in cui veniamo a contatto con il virus e mantenendo nel tempo questa prerogativa di produzione. 

Nel caso del farmaco anticorpo invece, viene trasferita direttamente l’immunità, cioè non c’è un’attività di stimolazione delle nostre cellule a produrre anticorpi come nel vaccino, ma viene trasferito direttamente lo strumento finale ovvero, l’anticorpo che viene prodotto esternamente al nostro organismo.

Un’altra differenza rispetto al vaccino è che i farmaci anticorpi monoclonali sono efficaci subito, nel momento in cui sono somministrati, mentre il vaccino impiega diverse settimane a diventare protettivo anche se la sua efficacia dura nel tempo. Quindi mentre dal vaccino ci aspettiamo una protezione a medio-lungo termine, il farmaco anticorpo aiuta a risolvere un problema terapeutico immediato.

La Food and Drug Administration americana (FDA), l’Agenzia deputata alla regolamentazione di farmaci, prodotti alimentari e terapie sperimentali, ha concesso, nei giorni scorsi, l’autorizzazione per l’uso di emergenza dell’anticorpo monoclonale LY-CoV555 contro il COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. Solo una ventina di giorni fa l’Agenzia federale statunitense aveva approvato, per l’uso in emergenza, anche l’antivirale Remdesivir, il primo farmaco ad essere ufficialmente autorizzato per combattere la pandemia da COVID-19. Pare tuttavia esserci una differenza sostanziale tra i due medicinali: il primo era stato infatti progettato per combattere i virus Ebola e Marburg, e solo dopo averne capito le potenzialità contro il Coronavirus, è stato testato anche contro il SARS-CoV-2; l’anticorpo monoclonale LY-CoV555 di Eli Lilly, multinazionale farmaceutica americana, è invece il primo farmaco in assoluto ad essere sviluppato e autorizzato specificatamente contro il Coronavirus responsabile della pandemia che stiamo vivendo.

La decisione di approvare l’anticorpo monoclonale LY-CoV555 risiede nei promettenti risultati ottenuti dagli studi clinici nei quali è stato dimostrato che il farmaco è in grado di evitare che i pazienti con sintomi lievi e moderati del COVID-19 possano evolvere verso condizioni più gravi della malattia che comportano ricoveri in terapia intensiva e quindi “pressione” sulle strutture ospedaliere. Questo nuovo anticorpo è quindi in grado di arrestare la progressione dei sintomi della malattia e di abbattere il tasso di ospedalizzazione dei pazienti trattati. L’approvazione per l’uso di emergenza non è pensata per tutti i pazienti positivi al SARS-CoV-2. Come specificato infatti dall’ FDA, il trattamento con LY-CoV555 è dedicato ai pazienti con un’età superiore ai 12 anni, con un peso di almeno 40 chilogrammi e che rischiano di sviluppare la forma grave dell’infezione, quindi gli anziani e chi soffre di altre patologie pregresse associate al rischio di complicazioni gravi. Il farmaco, inoltre, deve essere somministrato nei primissimi giorni della positività riscontrata dal tampone rino-faringeo e la FDA raccomanda il trattamento entro 10 giorni dalla comparsa dei sintomi. Non risulta infatti efficace in chi è già ricoverato e la patologia si trova in uno stadio avanzato di gravità. 

Sull’utilizzo degli anticorpi monoclonali (ce ne sono molti in sperimentazione e a breve ne arriveranno altri) grava però anche la questione dei costi. Questi farmaci infatti sono tutt’altro che a buon mercato in virtù degli elevati investimenti in ricerca e sviluppo e della complessità nella loro realizzazione. 

Tuttavia l’approvazione di LY-CoV555, unita alla notizia, seppur da confermare attraverso la pubblicazione di uno studio, sull’efficacia del vaccino sviluppato da Pfizer, rappresenta un notevole passo in avanti nella lotta al COVID-19. A meno di un anno di distanza dalla scoperta del nuovo virus sono infatti pronti a sbarcare sul mercato i primi farmaci: un risultato veramente incredibile in termini di tempistiche.

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