Negli ultimi anni Firenze si sta lentamente e progressivamente evolvendo sul piano edile, trasformando palazzi ormai abbandonati in luoghi aperti al pubblico, rendendoli edifici moderni e funzionali. Oltre a questo, è importante ricordare come, prima della pandemia dovuta al Covid-19, Firenze fosse conosciuta anche per la possibilità di offrire ai cittadini fiorentini, soprattutto i giovani, spazi immersi nella tranquillità o nel verde per poter passare un pomeriggio di studi o una serata tra amici. Infatti uno dei progetti che sta acquisendo tutte le caratteristiche sopra elencate è proprio la Manifattura Tabacchi. Il progetto di restauro di quest’ultima è iniziato nel 2016, dopo che il complesso, composto da 16 edifici che davano lavoro a circa 1400 operai per la produzione di sigarette MS e sigari toscani ,chiuse definitivamente nel 2001. La struttura, opera degli architetti Nervi e Bartoli e costruita tra gli anni ’30 e ’40,in pieno stile razionalista, è situata a pochi passi dal Parco delle Cascine, e non è ancora stata completata nella sua restaurazione totale. Dopo essere stata rilevata da MTDM (Manifattura Tabacchi Development Management), società italiana creata da Aermont ( una società inglese di asset management che gestisce fondi per operazioni di sviluppo immobiliare in Europa) la struttura ha iniziato piano piano il suo cambiamento, anche se purtroppo lo stesso Covid-19 ne ha ostacolato l’avanzamento. La Manifattura gode già dei progetti di bonifica, i quali sono stati completati, e di un primo edificio che si occupa di ospitare la terza sede cittadina della scuola Polimoda di Firenze, dove vengono tenuti corsi di maglia, marketing, fotografia e brand strategia. Oltre a questo, due anni fa sono stati ristrutturati circa 3000 mq per la creazione di un bistrot, un atelier di design, officine per artigiani e spazi per esposizioni e performance. Infatti, il progetto in mente per il restauro della Manifattura Tabacchi vuole offrire spazio all’arte e alla creatività, soprattutto in un contesto di modernizzazione urbana. Infatti alcuni di questi spazi vengono utilizzati per ospitare fiere del calibro di “Pitti Immagine”.

Purtroppo il progetto non è stato ancora completato, infatti dei 16 edifici che formano il complesso, una piccola parte è costituita da dei capannoni costruiti nel dopoguerra che saranno poi demoliti per lasciar spazio ad un parcheggio sotterraneo e a edifici per uffici e appartamenti. Il progetto vuole che la Manifattura diventi un vero e proprio quartiere: la sua configurazione infatti lo consente poiché gli edifici che sono presenti offrono lo spazio necessario per la creazione di negozi, uffici, ristoranti, bar ed altri spazi per alloggiare. Purtroppo inizialmente il completamento di questo ambizioso progetto era previsto per il 2023, ma per via del Covid-19, come già detto, i lavori si sono dovuti prolungare e per questo motivo l’ultimazione del progetto è rimandata a data da destinarsi.

Ma le speranze di vedere in futuro una Firenze più moderna e radiosa non finiscono qua. Infatti il 3 luglio di quest’estate, presso le Murate , nel corso di un incontro pubblico per il recupero dell’ex centrale Fiat, è stata indetta un’opera di restauro ,in partenza entro fine anno, che prevede di trasformare quest’edificio, ormai abbandonato a se stesso, in una struttura pubblica innovativa e soprattutto collettiva; infatti si punta a realizzare uno spazio adibito alla cultura e all’informazione, con aree propriamente specializzate in questi ambiti. Infine, per completare l’opera, verrà recuperata tramite il tetto della centrale una bellissima terrazza panoramica. Ma nonostante queste innovazioni, l’ex stabilimento, risalente al periodo tra il 1938 e il 1939, manterrà le stesse forme e dimensioni dell’originale struttura, anche se si munirà di un’illuminazione scenografica per la notte. L’edificio, alto 30 metri e distribuito su 1200 mq, presenterà al piano terra uno spazio pubblico comunale per informazioni ed eventi. Il primo piano , il quale originariamente era occupato dalla sala caldaie e da un sistema di scale e passerelle, resterà integro e potrà essere visitato, in quanto esso rappresenti un’importante testimonianza per l’archeologia industriale.

Invece il secondo e terzo piano saranno reinterpretati in chiave più moderna, tramite la realizzazione e distribuzione di un locale pubblico, con ingresso dalla torre scala; in questo modo verranno sfruttate al massimo le bellissime vetrate che danno sulla città.

In conclusione, il quarto piano , come già detto, verrà sfruttato come terrazza panoramica, per offrire una vista da togliere il fiato verso il centro di Firenze.

Non ci resta che restare ad osservare il paesaggio che cambia intorno a noi e godere della bellezza di questo cambiamento.

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