Leggero ed elegante, stupefacente per la laboriosità e la raffinatezza dei decori in stagno ed in bronzo a tema erotico, presenta le testimonianze di elementi organici; traccie dei cuscini,delle funi per reggere le corone di fiori, persino l’impronta di due spighe di grano lasciate su un sedile. A Pompei, gli scavi della villa di Civita Giuliana, restituiscono uno straordinario carro da parata destinato forse al culto di Cerere e di Venere o molto più probabilmente ad un’aristocratica cerimonia di nozze.

Il ritrovamento è stato annunciato Venerdì 27 Febbraio dal Parco Archeologico di Pompei e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata con il Mibact,è un “unicum”, dice Massimo Osanna, responsabile scientifico e direttore uscente del Parco archeologico di Pompei, che ha anche rilevato come il prezioso reperto sia sfuggito per un soffio alla rapacità dei “tombaroli”. Potrebbe anche trattarsi di un”Piletum” ovvero l’antico carro cerimoniale usato dalle élites, che veniva spesso citato nelle fonte antiche, ma che non è mai emerso da uno scavo archeologico prima d’ora.

Un sistema meccanico di avanzata tecnologia connette tra loro quattro alte ruote di ferro, sulle quali poggia un leggero cassone in legno dipinto, il cui retro e le cui fiancate sono decorate a rilievo in bronzo e stagno. Sul cassone era prevista una seduta contornata da bracciali e schienali metallici per uno o due individui.

Presenta, inoltre, una stupefacente complessità di decorazioni molto ricche; sui due lati più lunghi si nota “l’alternanza di lamine bronzee intagliate a pannelli lignei dipinti in rosso ed in nero”, mentre per quanto riguarda il retro sono presenti decori ancora più straordinari, impreziosito da quello che gli studiosi chiamano “un articolato sistema decorativo che prevede tre distinti registri con una successione di medaglioni in bronzo e stagno con figurate a sfondo erotico”. Osanna spiega, inoltre, “le scene dei medaglioni che impreziosiscono il retro del carro rimandano all’eros, satiri e ninfe”.

Le analisi archeobotaniche hanno dimostrato che si trattava di un legno faggio “particolarmente adatto a questo tipo di lavorazione”.

É stato ritrovato nel porticato antistante alla stalla, stesso luogo in cui nel 2018 emersero i resti di tre cavalli sauri. Uno di questi presentava ancora addosso ricche bardature in bronzo. Infatti, secondo quanto dice Osanna, potrebbe trattarsi proprio del sauro addetto alla conduzione del Piletum. Quindici anni fa nella zona dell’antica Tracia, ovvero nei pressi della Grecia settentrionale, vicino alla Bulgaria è stato rinvenuto l’unico precedente conosciuto di questo tipo di carri all’interno di una tomba con 4 sepolture e 5 carri. “Uno di questi è simile al nostro” spiega l’archeologo.

Spiega Osanna “A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna, uno dei quali si può ammirare nel nuovo Antiquarium stabiano, ma niente di simile al carro di Civita Giuliana”.

Il ministro della cultura Dario Franceschini commenta la nuova scoperta di Pompei; “Pompei continua a stupire con le sue scoperte, e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare”. Aggiunge il ministro “una scoperta che soprattutto dimostra che si può far valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”. Conclude Dario Franceschini ” Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico”.

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