Il razzo che qualche giorno fa stava spaventando l’Italia e gli italiani, e che sarebbe potuto atterrare, secondo le ultime indiscrezioni, in 4 regioni italiane, è finalmente atterrato, a una velocità di circa 28mila chilometri orari, nell’Oceano Indiano, al largo delle Maldive. L’Italia ha quindi scampato il pericolo per il quale erano state allertate diverse regioni. Tuttavia, la previsione degli scienziati è stata corretta, il razzo si è schiantato nella notte tra l’8 e il 9 Maggio, per fortuna senza causare danni, circa alle ore 4 italiane.

Considerando le grandi dimensioni del “Lunga Marca B5” e il suo stato di caduta incontrollata, è stato difficile prevedere con esattezza la traiettoria del vettore. Dopo essere stato portato in orbita infatti, il 29 aprile scorso, quello che è il più grande razzo costruito dalla Cina, ha esaurito il suo carburante, come era già stato previsto all’interno della missione. Avendo dato la priorità alla messa in orbita dell’oggetto e non alla necessità di conservare un po’ di carburante in modo da gestire un rientro più controllato nell’atmosfera, lo stadio del lanciatore ha cominciato a cadere sulla terra dopo aver compiuto il suo compito. Così il grande cilindro di circa 18 tonnellate, ruotando repentinamente su stesso, non ha permesso un calcolo certo sul suo rientro nell’atmosfera, né sul luogo, né sull’orario di caduta, portando ad un’incertezza di 6 ore sulla previsione fatta dagli scienziati, che avevano previsto la caduta per le 2 italiane della notte tra l’ 8 Maggio e il 9 Maggio.

Nonostante le dimensioni fossero relativamente piccole rispetto alla totalità dell’oggetto, il relitto in caduta libera, di circa 18 tonnellate, è uno dei razzi più grandi che negli ultimi decenni ha avuto un ritorno incontrollato sull’atmosfera.

I siti di monitoraggio europei e americani ne avevano già tracciato il percorso incontrollato e in caduta libera, con la paura che i detriti cadessero in aree abitate; questo però prima del rientro del vettore nella rotta che lo ha portato a schiantarsi in mare. Gli esperti spaziali però, avevano già previsto le possibilità di essere colpiti dai detriti, le quali erano molto ridotte considerando le vaste aree inabitate e coperte dai mari sul globo terrestre, tranquillizzando così le persone che abitavano nei luoghi a rischio.

Anche gli USA si erano allarmati per una presunta caduta di detriti che avrebbe causato danni nel loro territorio, nonostante la Cina avesse sempre escluso questa opzione, ritenendo improbabile che la caduta avrebbe potuto danneggiare il territorio statunitense.

La Cina ha dunque accusato la stampa internazionale di aver divulgato fatti esagerandoli, al fine di ottenere un maggiore interesse da parte dell’opinione pubblica, e per puntare nuovamente il dito contro la campagna spaziale cinese.

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