L’edilizia durante il Covid in termini economici è forse uno dei settori che ha sofferto di meno, ma forse uno di quelli che ha avuto più ritardi.

Durante la pandemia le persone hanno passato molto più tempo a casa e ciò ha portato a ripensare la propria abitazione in cui passare non solo per una parte marginale della giornata, quella post-lavoro, ma quasi tutto il giorno. Ciò ha portato quindi in molti casi ad ampliare il proprio spazio abitativo per poter rendere possibile anche l’inserimento di una postazione lavorativa e nel caso delle famiglie per poter accogliere figure d’appoggio per badare ai propri figli a casa in DAD nel caso in cui i genitori fossero a lavorare. Questi ripensamenti del proprio concetto di living hanno portato nel campo strettamente immobiliare anche all’acquisizione di case più grandi e con un giardino ma anche alla ristrutturazione di diversi immobili per un miglioramento del comfort abitativo in termini di illuminazione, areazione e traspirabilità. Questa tendenza ha portato verso abitazioni di campagna, con uno spazio esterno ben più ampio, che prima soffrivano i servizi e le comodità offerte dalle abitazioni di città.

Questi interventi apportati alle proprie abitazioni hanno permesso all’edilizia di non fermarsi ma tuttavia ci sono stati dei ritardi dovuti alla mancanza di materie prime. I cantieri infatti non si sono mai fermati poiché era possibile mantenere le distanze in ambiente lavorativo ma sono stati fortemente rallentati dalla scarsa produzione di materiali dato che nelle fabbriche hanno lavorato meno persone e quindi la produzione è risultata rallentata, ciò ha portato a ritardi nella consegna di materiali anche di 60 giorni. Oltre alla riduzione del personale ha influito su questi ritardi anche il blocco delle spedizioni in un certo periodo della pandemia.

Una delle riforme che ha aiutato maggiormente questo settore nell’era del Covid è l’Ecobonus 110% incluso nella legge 128/2020 con durata iniziale fino al 2022, poi ampliata fino al 2023. Questo bonus prevede una detrazione fiscale del 110% sugli interventi di ristrutturazione e ecosostenibilità delle abitazioni. Tale provvedimento ha portato molti proprietari a ristrutturare il proprio ambiente per un’efficienza energetica diversa ma anche per un adeguamento sismico dell’abitazione con la possibilità di aumentare anche il volume della propria casa risparmiando economicamente. Ciò ha incrementato quindi le possibilità lavorative nel settore dell’edilizia favorendo un approccio più tecnico e specializzato dati i campi d’intervento che richiedono competenze molto specifiche.

Il settore dell’edilizia potrebbe trarre enormi vantaggi anche dallo sblocco dei cantieri per le infrastrutture pubbliche, in particolare da tutti quei cantieri bloccati, in Italia 640 per un valore di 4 miliardi di euro, che potrebbero portare non solo a una maggior efficienza del sistema delle infrastrutture italiano, piuttosto debilitato rispetto ad altri Paesi, ma anche a maggiori investimenti nel settore edilizio.

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