Gli incendi avvenuti in Sardegna in questi giorni sono una catastrofe ambientale, che ha distrutto circa 20 mila ettari di boschi e costretto oltre 1500 abitanti ad abbandonare le proprie abitazioni. Le fiamme sono iniziate nella notte di venerdì scorso per saldarsi in un incendio lungo almeno 40 km attraverso la Sardegna centro-occidentale. Sembrava sotto controllo la situazione dopo che le squadre erano riuscite a contenere in 20 ettari di bosco l’incendio. Poi molto rapidamente le fiamme si sono estese di nuovo. Mentre il rogo va avanti ormai da più di 60 ore, i venti si stanno lievemente attenuando e cambiando di nuovo direzione. In pre-allarme la Gallura. Il pericolo però non è ancora scampato poiché piccoli focolai si stanno riaccendendo, ma a tal proposito ci stanno pensando gli addetti all’antincendio che li stanno tenendo sotto controllo. Per domare le fiamme è stato necessario l’intervento di 22 mezzi aerei: 10 elicotteri e 12 Canadair. Tra questi , due provenienti dalla Grecia e due dalla Francia. A terra sono stati impegnati circa 7.500 persone tra vigili del fuoco e volontari. Grazie al pronto intervento è stato possibile prevenire la perdita di vite umane. Tuttavia, durante i soccorsi è rimasto ucciso un agente di polizia mentre stava soccorrendo un automobilista. La tragedia non è però riconducibile agli incendi di questi giorni.
Non si tratta dunque solo di una catastrofe ambientale, bensì anche economica e sociale. Infatti secondo Coldiretti, serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea distrutti dalle fiamme che hanno raggiunto pascoli, ulivi, fienili , etc. Mettendo a durissima prova il settore agricolo locale. “Chiederò a Draghi che una quota del Pnrr sia subito destinato a un grande progetto di riforestazione che rimargini queste terribili ferite” queste sono state le prime parole del presidente di regione Christian Solinas riguardo la ripresa economica a seguito degli incendi. Sempre il presidente ha aggiunto “Le istituzioni devono fare la propria parte: ho chiesto all’assessore al Bilancio di verificare immediatamente quali disponibilità ci possano essere per stanziare nell’immediato un fondo di interventi rapidissimi, laddove non si possa attendere l’esito della contrattazione con il Governo su altri tipi di fondi” per poi concludere “Spero di poter portare qui all’Aula, nel più breve tempo possibile, una norma in questo senso”. Solidarietà è stata mostrata dalle più grandi istituzioni nazionali tra cui quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha personalmente chiamato il presidente Solinas esprimendo solidarietà e vicinanza alla gente sarda e ringraziando coloro che hanno contrastato le fiamme. In aiuto, si è da subito attivata La Chiesa sarda che ha schierato in campo le Caritas, a cui è stato affidato il compito di raccogliere gli aiuti destinati alle diocesi più colpite, Alghero-Bosa, in particolare, e Oristano. Inoltre le segreterie regionali e territoriali della Sardegna di Cgil, Cisl e Uil, hanno già preannunciato incontri con i sindaci dei comuni più colpiti per trovare le metodologie migliori per aiutare il territorio e i cittadini colpiti.
Intanto sono cominciate da parte del Corpo forestale le indagini per risalire alle cause di questa devastazione e verificare se dietro i roghi ci sia la mano dell’uomo. L’incendio principale è quello partito da Bonarcado e Santu Lussurgiu, e che poi si è spostato avvolgendo il Montiferru: un’auto, a quanto si sa finora, ha preso fuoco sulla provinciale a Bonarcado appiccando in poco tempo le fiamme alle zone adiacenti. Inoltre si parla di almeno 4-5 focolai separati che, complice il vento, hanno peggiorato la situazione. tra questi, risulta che almeno 3 siano di natura dolosa. Sono stati infatti ritrovati dal Corpo Forestale gli inneschi accesi dai piromani. Maggiore chiarezza sarà naturalmente fatta in futuro per assicurare, nel caso i fatti si siano effettivamente svolti in questa maniera, i colpevoli alla giustizia. Fino ad ora soltanto la procura di Oristano ha aperto un’ indagine per incendio colposo in cui però non risultano ancora esserci indagati.
Le cause che hanno provocato una catastrofe senza precedenti nel territorio sardo sono diverse: fra queste le più importanti sono senza dubbio una grave mancanza di prevenzione e di rispetto dell’ ambiente. Il modo in cui un incendio raggiunge tali dimensioni c’entra poco con chi ha causato quello stesso incendio. Se ci fossero state le condizioni per bloccare la loro avanzata, le fiamme non sarebbero arrivate a bruciare una superficie così estesa. Per poter spiegare il fenomeno è imprescindibile parlare del cambiamento climatico. La correlazione tra gli incendi di questi giorni e il cambiamento climatico sono spiegati da Mario Nonne, consigliere sardo del Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Ordine dei Geologi della Sardegna “Siccità ed incendi boschivi, alluvioni e nubifragi sono un problema con due facce della stessa medaglia, che si correla ai ben noti problemi planetari dei mutamenti climatici, quale contributo da pagare alle politiche decennali di disattenzione nei confronti dell’ambiente. Gli eventi climatici estremi ormai sono sempre più frequenti – prosegue Nonne – che espongono le aree boschive ad un elevato rischio di incendi che, in taluni casi, come accaduto in Sardegna, investono anche campi coltivati, oliveti ed abitazioni; dall’altro si registrano eventi piovosi violenti concentrati in brevissimi periodi, come osservato pochi giorni fa nel nord Italia e nord Europa.”