Si è appena conclusa la prima metà della stagione 2021 di Formula 1 con 11 tappe su 12 completate.

Finora si sono evidenziate quattro sezioni diverse del gruppone composto da 10 scuderie: Mercedes e Red Bull che sono su un altro pianeta rispetto a qualsiasi altro team e sono in lotta per il titolo mondiale sia costruttori che piloti; a seguire McLaren e Ferrari che si contendono il terzo posto nei costruttori, e hanno una marcia in più rispetto alle restanti scuderie di metà classifica quali Alpine, Aston Martin e AlphaTauri che si giocano la quinta posizione; infine Williams, Alfa Romeo e Haas a disputarsi gli ultimi tre posti.

Da molti anni non si era vissuto un avvio di stagione così entusiasmante con la lotta Hamilton-Verstappen accesissima sin dalla prima gara, le Ferrari che dopo una stagione a dir poco disastrosa lo scorso anno, stanno iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel ma c’è ancora molta strada da fare, infatti hanno puntato tutto sul prossimo anno con una macchina ridisegnata da zero; Lando Norris quest’anno è andato a punti in ogni singola gara tolta l’Ungheria dove è stato costretto al ritiro in seguito ad un contatto con Bottas al primo giro; George Russell così vicino ai punti in numerose occasioni, senza mai riuscire a coronare l’obiettivo tanto da sembrare perseguitato dalla sfortuna, è finalmente riuscito ad ottenere appena prima della pausa estiva i suoi primi due punti in carriera.

Ma riassumiamo le principali tappe di questa stagione fino a questo punto.

Dopo un brevissimo arco di tempo trascorso tra la fine del campionato 2020 e l’inizio di quello 2021 i costruttori hanno avuto davvero poco tempo per sviluppare e testare le monoposto che avrebbero dovuto correre quest’anno; proprio per questo motivo i cambi di regolamento sono stati posticipati al prossimo anno con una completa rivoluzione delle vetture.

Già dalla prima gara in Bahrain si sono visti gli enormi passi avanti fatti da Red Bull nei confronti di Mercedes che adesso si trova, per la prima volta nell’era dei motori ibridi, in difficoltà e anche in lieve inferiorità rispetto al team austriaco; nonostante ciò Hamilton vince la gara per un errore di valutazione da parte della Red Bull che lascia passare il pilota inglese per non rischiare di prendere una penalità che probabilmente non sarebbe arrivata in ogni caso.

Il secondo round si gioca in Italia, dove l’olandese Max Verstappen non ha mai ottenuto grandi risultati, ma a Imola fa sognare i suoi fans con un’incredibile partenza sul bagnato che lo vede affiancato a Hamilton in staccata di curva 1, prendersi con forza la testa della gara e dominare, anche con qualche errore dell’inglese forse da molto tempo non così sotto pressione, che però riesce a recuperare e terminare in seconda posizione la gara.

Terza e quarta tappa si volgono nella penisola iberica prima in Portogallo e poi in Spagna con due secondi posti di Verstappen e due vittorie di Lewis Hamilton che allunga di 14 punti in classifica, ma non può stare tranquillo poiché sono vittorie dovute più alla strategia che all’effettivo sviluppo della macchina. È infatti la volta di Monaco, gran premio storico, con il ferrarista Charles Leclerc che si prende la pole position in casa ma non riesce a partire per i danni riportati alla monoposto in seguito ad un incidente avvenuto al termine delle qualifiche, così è l’olandese a scattare in testa con Hamilton quinto perché non è riuscito a completare il secondo giro lanciato a causa dell’incidente di Leclerc. Verstappen mantiene saldamente la testa, l’unica speranza di Hamilton di raggiungerlo è un miracolo di strategia data l’elevata difficoltà a compiere sorpassi in pista su questo circuito cittadino molto stretto, ma invece succede un disastro: Valtteri Bottas è costretto al ritiro, la gomma anteriore destra non si sfila per un problema al dado, mentre Hamilton che aveva provato l’undercut fermandosi prima di tutti si ritrova dietro a Vettel e Gasly che lo rallentano. La corsa si chiude con la prima vittoria in carriera dell’olandese su questo circuito seguito dalla Ferrari di Sainz e salla McLaren di Norris. Per la prima volta nell’era ibrida la Mercedes e Lewis Hamilton non sono in testa rispettivamente al campionato costruttori e piloti, scavalcati da Max Verstappen su Red Bull.

Due settimane dopo si corre a Baku in Azerbaijan dove si evidenzia una più netta superiorità della scuderia austriaca e una Mercedes in difficoltà, che ha però la sua occasione quando a soli quattro giri dalla fine, dopo un completo dominio fino ad allora, Verstappen ha un grave incidente dovuto ad una foratura. È bandiera rossa quindi i piloti tornano ai box e quando la gara viene ripresa con partenza in griglia Hamilton, in seconda posizione tenta l’attacco su Perez ma va al bloccaggio in staccata di curva 1 e finisce lungo; entrambe le Mercedes terminano fuori dai punti e Perez, secondo pilota della Red Bull vince il suo secondo gran premio in carriera seguito da Sebastian Vettel e Gasly. Le prime due posizioni nella classifica mondiale restano invariate con entrambi i piloti fuori dai punti, ma Red Bull allunga nel mondiale costruttori.

Il settimo, ottavo e nono appuntamento si svolgono in tre weekend consecutivi con una lotta fino all’ultimo giro tra i due contendenti al titolo in Francia, vinta dall’olandese grazie ad una strategia su due soste usata con successo anche dal britannico in Spagna. Successivamente abbiamo un doppio appuntamento in Austria, gara di casa della Red Bull, entrambi vinti da Max Verstappen che ora si trova a 32 punti di distacco da Hamilton. Il round successivo è invece a casa del pilota inglese che dopo un contatto con Verstappen al primo giro seguito da un violentissimo impatto di quest’ultimo, che ha fatto molto discutere, vince la gara riuscendo a superare il monegasco della Ferrari Leclerc che stava per compiere un miracolo. Qui a Silverstone si è sperimentata per la prima volta la sprint race, una breve gara per stabilire la griglia di partenza per il gran premio.

E così siamo giunti all’ultima gara prima della pausa estiva, in Ungheria, forse una delle più belle di questa stagione; a seguito di una partenza sul bagnato Bottas e Stroll pensano di giocare a bowling, e alla prima curva fanno strike: il finlandese, partito male, frena molto tardi colpendo Perez e Norris che perdendo il controllo prende Verstappen; mentre Stroll per provare ad approfittare del caos appena successo taglia curva 1 finendo sull’erba e perdendo il controllo, finendo così per colpire Leclerc e Ricciardo. Bottas, Perez, Norris, Leclerc e Stroll sono costretti al ritiro, mentre Daniel Ricciardo e Max Verstappen possono continuare anche se con la vettura danneggiata. L’olandese tenta la rimonta ma il fondo della monoposto ha subito danni troppo gravi e non riesce a spingere, ma un barlume di speranza si riaccende quando alla ripartenza, dopo il giro di formazione tutti rientrano ai box per montare gomme slick poiché la pista si è asciugata; tutti tranne Hamilton che al via parte da solo, ma è costretto a effettuare la sosta al giro successivo, finendo nelle retrovie. Il pilota inglese recupera posizioni in fretta finchè non incappa nella strenua difesa di Fernando Alonso, vecchio rivale, che lo tiene dietro per ben 18 giri. Alla fine è Ocon a vincere il suo primo gran premio in carriera seguito da Vettel e Hamilton; Vettel però viene squalificato perché non aveva il litro di carburante richiesto dal regolamento a fine gara, così è Sainz a occupare il terzo gradino del podio. Qui in Ungheria dopo una gara pazza la Williams dopo due anni e mezzo riprende i primi punti, Hamilton torna al comando nella classifica mondiale, e con lui la Mercedes.

Arrivati a metà campionato abbiamo la certezza che sarà una stagione da ricordare, proprio perché non abbiamo nessuna certezza, se infatti abbiamo visto una Red Bull superiore a Mercedes, è anche vero che la fortuna sembra assistere Hamilton e il suo team, ma con ancora 12 gare da disputare tutto può succedere.

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