Francesco Samuele Venuti, Dave Monaco e Marilena Ruta sono tre giovanissimi cantanti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, che, dopo la preparazione d’elite ricevuta in quella che è una delle migliori istituzioni a livello nazionale e non solo, hanno iniziato da poco ad entrare nel mondo dello spettacolo effettivo, prendendo parte ad opere e spettacoli di alto profilo; prima fra tutte la Traviata di Giuseppe Verdi, andata in scena tra la fine dello scorso settembre e l’inizio di ottobre.

Tutti e tre i cantanti hanno recitato come ultimo spettacolo nella rivisitazione, da parte della compagnia Venti Lucenti, dell’ Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti, in una versione ridotta ed adattata ad un pubblico più piccolo rispetto a quello normale, ma non per questo spettacolo di serie B, sia ben chiaro.

(Dave Monaco in Elisir d’amore).

I tre giovani performer torneranno sul palco a brevissimo, per recitare nel Rigoletto di Verdi.

Abbiamo intervistato esclusivamente questi tre ragazzi, che ci hanno così trasportato nel loro mondo. Oltre alla loro intervista, anche il teatro si è rivelato in tutta la sua struttura, mostrandoci il “dietro le quinte” che spesso viene dato per scontato, ma che forse è la vera linfa vitale senza il quale il mondo dello spettacolo non può vivere. Numerosissime sono infatti le persone che lavorano nel backstage per rendere possibile la sinergia tra luci, scenografia ed effetti speciali, creando così quella magia che riesce a far sognare lo spettatore.

(Marilena Ruta; Francesco Samuele Venuti)

Quando è iniziata la passione per la lirica?

Francesco: “Ho iniziato a studiare musica fin da bambino, ma la passione è nata quando ho visto per la prima volta un’opera lirica, le Nozze di Figaro, che mi ha praticamente folgorato, è stato amore a prima vista, anzi a primo ascolto. Studiavo già pianoforte, e poi ho deciso di iniziare a studiare canto.”

Dave: ” Avevo 15 anni è ho scoperto Andrea Bocelli, e scoprendo lui, che è comunque un po’ distante dalla lirica tradizionale, mi sono avvicinato al mondo dell’opera.”

Marilena: ” io ho iniziato con il pianoforte, poi ho iniziato a cantare quasi per scherzo, e ho capito di avere qualcosa in più per il canto rispetto che al pianoforte. Avevo due scelte, una razionale, la medicina, e una di cuore, il canto; alla fine ha vinto il cuore e sono diventata cantante.”

Cosa potete raccontarci dei vostri studi, soprattutto quelli all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino?

Francesco: “Ho fatto il conservatorio, e grazie alla laurea triennale in conservatorio ho iniziato a fare esperienze qui al Maggio. Finito il triennio ho fatto il provino per entrare in accademia, visto che sapevo che questa era una delle migliori d’Italia; ho colto quindi l’occasione e ci ho provato. Pensavo di non essere all’altezza e invece sono stato preso. Sono entrato qui nel 2018 e ho preso parte a 14 produzioni in due anni, e qui si sono alternati moltissimi professori, cantanti musicisti e pianisti di grande talento, ed ognuno di loro ci ha lasciato una parte del suo sapere.”

Dave: ” Io ho studiato canto in modo privato dopo la laurea al DAMS e il diploma al liceo classico, e dopo ho fatto l’Accademia, dal 2018 fino ad oggi.”

Marilena: ” Il mio percorso inizia in conservatorio, poi ho fatto l’audizione qui e sono entrata. Il percorso al Maggio è stata importantissimo, perché è stato il mio primo confronto con il palco, ed io ero abituata a cantare da sola nell’aula di conservatorio. Alla fine di un percorso si devono avere anche nuovi stimoli, e il Maggio è stato tutto questo per me.”

Cosa è per voi il Maggio?

Francesco: “Dopo due anni per me rappresenta una casa ed una famiglia, conosco tutti i miei colleghi e mi sento una parte di questo grande gruppo. Sono infinitamente grato al Maggio, perché sono diventato un artista qui.”

Dave: ” E’ stato il mio trampolino, vocalmente son cresciuto qui, ho quindi un legame forte con l’Accademia e con il teatro.”

Marilena: ” E’ stata la possibilità di capire la professione: smettere di cantare come studentessa ed iniziare a cantare come professionista come performer anche sul palco.”

Cosa provate quando siete sul palcoscenico?

Francesco: “Tante cose. Sicuramente tante emozioni, ma ancora prima di quelle tanto orgoglio, sono molto orgoglioso infatti di salire sul palcoscenico. Anche un po’ di paura: quella non guasta mai.”

Dave: “Mi si secca sempre la gola quindi bevo molto e poi ho un po’ il timore dell’orchestra, del direttore, di fare le cose sbagliate insomma. Ma è quel timore che va trasformato in adrenalina.”

Marilena: ” Le sensazioni sono cambiate negli anni. Inizialmente ero molto più timorosa ed impaurita, poi col passare dei mesi ho capito l’importanza del pubblico e la bellezza di stare sul palco, quindi ora penso solo a divertirmi, più che all’ansia.

Cosa significa, per un cantante, stare su un palcoscenico, seguire il regista, il direttore d’orchestra… riuscite sempre ad essere in sintonia?

Francesco: “La difficoltà di preparare un’opera lirica è sempre questa, perché contrariamente a quello che si vede il lavoro grande dell’opera è quello dietro, ed è un continuo stare pronti ed attenti a tutte le esigenze della regia e del direttore d’orchestra, che molto spesso non coincidono, sta al cantante trovare il giusto mezzo per trovare il connubio perfetto.”

Dave: “Spesso non succede, il direttore d’orchestra ti dice guardami perché devo darti l’attacco, il regista ti dice di guardare gli altri personaggi. Sta alla bravura dell’artista e alla preparazione il conciliare questi due aspetti.”

Marilena: ” Credo che il lavoro fatto su un’opera sia un lavoro fatto a più mani, è importante il confronto. Io essendo in continua formazione tendo a fidarmi molto, ma devo capire la lettura che hanno sia il direttore che il regista, per farla mia e proporla.”

Avete recitato anche in Rigoletto e in Traviata; quali emozioni vi ha lasciato, cosa avete “imparato”?

Francesco: ” La Traviata in particolare è stata forse la produzione più bella che ho fatto in questo teatro, c’era un grandissimo cast di nomi di spicco come Placido Domingo, e mi ha lasciato un bellissimo insegnamento: l’umiltà e la semplicità di questi grandi artisti pronti a tutto, nonostante il gran nome, e la loro grande disponibilità a mettersi a servizio nel caso di bisogno.”

Dave: “Io ho fatto Nozze di Figaro e Gianni Schicchi; la mia grande emozione è stata quella di poter collaborare con grandi registi e con grandi direttori d’orchestra, quindi ciò che mi ha lasciato è un arricchimento del mio bagaglio culturale che punto ad ampliare sempre di più.”

Marilena: “Faccio la contessa di Ceprano in Rigoletto. E’ un’opera strutturata in modo molto diverso rispetto all’Elisir d’Amore, è un’opera dove si sente il dramma fin dall’inizio. Quindi questo, il dramma che è presente sia nella musica sia nel nostro modo di agire sul palco.”

Vi spaventa l’idea del pubblico?

Francesco: “Onestamente no, anzi mi dà la carica, quell’adrenalina in più per dare il meglio, che invece in sala non sempre do. Più pubblico c’è meglio è. La sala vuota mi mette un po’ di tensione.

Dave:“No, mi spaventa l’idea del non pubblico. La cosa che mi spaventa è il non dover cantare per nessuno, come è successo durante il lockdown. La recita dell’Elisir d’amore che abbiamo fatto durante quel periodo è stata una delle cose più brutte e inquietanti che io abbia mai fatto. Ho paura del non pubblico.”

Marilena: ” Sento che è necessario un flusso di energia. Quando ho recitato nell’Elisir senza pubblico ho sentito proprio la mancanza di questa energia. E’ fondamentale avere interazione, capire che c’è qualcuno che ti sta ascoltando e che sta vivendo con te quello che tu stai vivendo.”

Avete preferenze tra opera buffa e opera seria?

Francesco: ” Per come sono caratterialmente, mi sento più portato attualmente per l’opera buffa, non ho ancora la maturità sia vocale che d’età per intraprendere ora dei ruoli seri, però mi piacerebbe moltissimo interpretare personaggi seri.”

Dave: ” Ho fatto entrambe, ma in questo momento della mia vita preferisco l’opera buffa perché mi dà più opportunità, l’opera seria è più impegnativa.”

Marilena: ” Per come sono fatta io preferisco molto di più l’opera seria, però per il tipo di vocalità sono molto di più per l’opera buffa, l’opera di brio. Quindi spero tra qualche anno di poter fare qualcosa di più drammatico, per il momento mi diverto molto.”

Quali personaggi vi piacciono di più? sia tra quelli che avete interpretato sia tra quelli che sognate di interpretare?

Francesco: ” Uno dei personaggi che più mi piacerebbe impersonare, e a cui potrei essere abbastanza vicino, vista la giovane età vocale, potrebbe essere Figaro del Barbiere di Siviglia. Uno invece a cui punto, a cui forse non arriverò mai o magari si è Rigoletto.

Dave: “Tra quelli che ho interpretato Nemorino e il conte d’Almavilla. Per le opere serie invece sono innamorato del Duca di Mantova in Rigoletto.”

Marilena: ” Mi piacerebbero molto la Gilda, e Lucia. Tra quelli un po’ più peperini la Norina di Don Pasquale.”

Molti hanno un pregiudizio: che l’opera non sia un mondo per giovani; voi cosa ne pensate?

Francesco: “Io sono l’incarnazione, insieme ai miei colleghi, che questa sia una sciocchezza. Quando l’opera lirica è nata, non è stata sempre interpretata da “anziani”, i grandi cantanti prima di essere grandi sono stati giovani cantanti. Se esistono giovani cantanti deve esistere anche il giovane pubblico, altrimenti l’opera muore, ci vuole un ricambio con un po’ di modernità per rimanere al passo coi tempi. Anche la regia deve adattarsi un po’ per attirare giovani, pur mantenendo i suoi principi.”

Dave: “E’ vero ed è colpa nostra. Io ho fatto anche esperienze nel pop e ho avuto modo di confrontare i generi. Molti pensano che il teatro sia morto, secondo me siamo noi che stiamo al chiuso nel nostro teatro, segnando a dito chi porta l’opera lirica ad un livello diverso rispetto a quello teatrale come fa Bocelli; l teatro sta morendo per colpa nostra. Mischiarci con altro ci aiuterebbe ad avvicinare il pubblico di ragazzi.”

Marilena: ” Secondo me dipende da come si sviluppa la società. Ora tutto avviene in maniera veloce e deve essere capito in modo veloce, ecco perché sono più semplici i social o il cinema rispetto all’opera, che ha bisogno anche di preparazione. Se si va al cinema l’unico pensiero che abbiamo è quello di non avere spoiler prima, per non rovinarsi la visione, qui invece bisogna arrivare preparati, si deve conoscere ciò che si va ad ascoltare. E’ un’attenzione che la società ha perso e di conseguenza non è più di moda. Però secondo me è necessario riabituare l’orecchio del giovane pubblico.”

Noi non possiamo fare altro che ringraziare i giovani cantanti per la disponibilità e augurargli una gloriosa carriera di successi. Il teatro riparte dai ragazzi.

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