Venerdì 6 maggio 2022 si è tenuto presso il Teatro de La Compagnia un convegno “Generazione Europa”, evento clou delle iniziative organizzate del Consiglio regionale della Toscana per la Giornata dell’Europa. A Firenze, dal 5 al 12 maggio, si è svolto il Festival d’Europa 2022: la città si è trasformata in un luogo di incontro, condivisione e riflessione sull’Europa, i suoi cittadini e il suo futuro. 

Di fatto, la giornata dell’Europa ricorre annualmente il 9 di maggio: la data segna l’anniversario della storica dichiarazione, nel 1950, in cui l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee. La proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita di quella che è oggi l’Unione europea.

Il convegno, tenutosi in presenza di giovani studenti di tutta la Toscana, ha visto come ospite d’eccellenza Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della commissione europea.

Josep Borrell

L’incontro è iniziato con le note dell’inno d’Europa suonato da Veronica, una violinista ucraina scappata dalla guerra e dalla devastazione, che rappresenta molti giovani europei che studiano, viaggiano e fanno esperienze per inseguire i propri sogni. 

In seguito è stato mostrato un video in ricordo di David Sassoli, ex presidente del Parlamento europeo, scomparso lo scorso gennaio: le sue parole sull’Europa, attuali più che mai, hanno sottolineato l’importanza nell’investire sui giovani per conservare questo “tesoro”, che ci è stato lasciato con l’obiettivo di preservarlo e migliorarlo per le generazioni future.

Dopo i saluti istituzionali di Roberta Metsola, attuale presidente del Parlamento europeo, del presidente della Commissione politiche europee e relazioni internazionali, dei vice presidenti Giovanni Galli e Anna Paris e del presidente del consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzei, ha preso la parola Borrell, di cui si riporta qui il discorso:

“Per voi, la gioventù, è un piacere tornare a Firenze, una città veramente europea. Firenze ha contribuito molto a renderci cosa siamo oggi: i valori, le idee, la creazione delle fondamenta dell’Europa. Che cos’è per voi l’Europa? Fondamentalmente l’Europa è la pace. La pace tra noi. La pace è lo stato naturale delle cose: la guerra non era più nel vostro immaginario collettivo, perché nessuno pensa che dovrà andare a fare la guerra, o che il suo amico in Erasmus dovrà farla. Felicemente, che la guerra non sia più nel nostro immaginario collettivo è una grandissima notizia, perché per tutta la storia noi europei ci siamo fatti la guerra, e dopo 70 anni, grazie non a Dio, ma all’Unione Europea, non ce la facciamo più. Non bisogna pensare però che la pace sia uno stato duraturo, sì, il grandissimo successo dell’Europa è la pace, ma la guerra è lo stato naturale delle cose più della pace. L’idea totale della pace è stata rotta all’incirca 2 mesi fa, quando è scoppiata la guerra fra Russia e Ucraina. Adesso ci tocca direttamente e la vediamo vicino a noi; non è lontana, ma alla porta di casa nostra. Cosa di più? Perché abbiamo bisogno di più Europa? L’idea è semplice: se l’Europa, quindi i Paesi Europei, non stringono un legame più forte, c’è il rischio di non sopravvivere e di far morire l’Europa. L’Europa infatti è soprattutto una forma di vita, che combina libertà politica, prosperità economica e solidarietà sociale, coesione sociale.  In nessuna parte del mondo c’è questo tipo di combinazione come qui in Europa. Questa si chiama civiltà, una forma di vita. Purtroppo però non siamo soli nel mondo, e ci sono paesi molto più grandi, di miliardi di persone, che hanno un altro sistema, senza libertà politica, crescita economica. Non ci sono paragoni con il resto del mondo anche sulla povertà, infatti la soglia di persone in stato di povertà in Europa è meno del 20 per cento. Allora se vogliamo essere più forti, dobbiamo stare insieme. Certo, sarebbe più difficile, ma è la cosa migliore anche per quanto riguarda le spese. Ricordiamoci: oggi non stiamo facendo la guerra, ma stiamo aiutando l’Ucraina a farla. Se non facciamo uno sforzo per essere più uniti, la nostra civiltà avrà tanti problemi nel sopravvivere in un mondo globalizzato. Pensiamo anche allo squilibrio demografico fra noi e il mondo: siamo circa il 10 per cento della popolazione mondiale. La nostra democrazia è bella ma piccola. E siamo vecchi e vecchio non è una buona cosa. Servono i giovani, che sono i veri motori: i vecchi sono dipendenti. Si deve fare unità per l’Europa, altrimenti il vostro futuro sarà peggio della morte”. 

Infine c’è stato l’intervento del presidente della regione Toscana Eugenio Giani che ha ribadito il bisogno di un’Europa più forte e solida e che, nella guerra tra Ucraina e Russia, l’Europa sta giustamente difendendo la libertà, l’autodeterminazione e la democrazia ucraina. 

Così il presidente Giani ha concluso il suo discorso: “La nostra Europa deve essere un soggetto che porta pace in tutto il mondo”.

In conclusione, alcune parole del presidente Giani che dovrebbero far riflettere sull’importanza e l’eccezionalità della nostra Europa:

“La festa dell’Europa sia quindi una grande occasione di confronto affinché vi sia sempre più con chiarezza un’unica realtà europea che sappia, con rispetto delle varie identità ed eccellenze nazionali, di essere il modello nel mondo di più avanzata democrazia”.

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