Giovedì 15 settembre quasi 500.000 studenti faranno rientro nelle aule della Toscana, tra caro libri e nuove misure anti-Covid

Caro libri

Secondo il Codacons la riapertura dell’anno scolastico porterà con sé un consistente aumento della spesa media per le famiglie: l’Associazione dei Consumatori ha stimato un aumento medio del 7%, più elevato per gli articoli di cancelleria (specie se di marca) e più contenuto, nell’ordine del 2-3% per i libri di testo. Per Codacons il rincaro è da imputare all’effetto combinato del caro energia e della crisi delle materie prime.

L’Associazione italiana editori (Aie) sembra però pensarla diversamente e in una nota ha voluto tranquillizzare le famiglie italiane precisando che “nell’anno in cui l’inflazione segna su base annua una crescita dell’8%, gli editori scolastici – nonostante il prezzo della carta sia quasi raddoppiato – hanno contenuto la crescita dei prezzi per i testi scolastici della scuola secondaria dell’1,5%”.

Secondo l’Aie, inoltre, il prezzo dei libri era stato già fissato a inizio anno e l’aumento rispetto al 2021 è stato deciso tenendo conto dell’inflazione programmata e dei tetti di spesa, bloccati dal 2012.

La casa editrice Zanichelli, però, ha dichiarato di aver sostenuto “costi elevatissimi” per produrre i testi utili alle scuole e che se il prezzo della carta continuerà ad aumentare, come si prevede, questo per forza di cose avrà prima o poi effetto sui costi futuri.

Resta il fatto che le famiglie italiane dovranno affrontare una spesa media che va da un minimo di 300 euro a un massimo di oltre 600 euro, solo per i libri. Cifre importanti che vanno a sommarsi all’aumento del costo delle utenze e all’ormai consolidato incremento del prezzo dei carburanti.

Nuove misure anti-Covid: addio a DAD e mascherine

L’anno scolastico che sta per iniziare sarà ricordato anche per essere il primo, in era post pandemica, senza l’obbligo di indossare le mascherine in aula.

Le nuove misure varate dal Governo, infatti, prevedono che l’obbligo della mascherina solo per il personale scolastico e gli alunni con fragilità a rischio di sviluppare forme severe di Covid.

Per accedere in aula non è prevista alcuna forma di controllo preventivo da parte delle Istituzioni scolastiche.

È inoltre consentita la permanenza a scuola a bambini e studenti con raffreddore, in buone condizioni generali, che non presentano febbre. Il Ministero dell’Istruzione ha precisato che «nei bambini il raffreddore è condizione frequente e non può essere sempre motivo di assenza o allontanamento dalla scuola in mancanza di febbre», aggiungendo che «gli studenti possono frequentare in presenza indossando mascherine chirurgiche/FFP2 fino a risoluzione dei sintomi».

Tuttavia, se durante la permanenza a scuola lo studente presentasse sintomi indicativi di infezione da Covid (tosse e raffreddore con difficoltà respiratoria, vomito, diarrea, perdita del gusto, perdita dell’olfatto, cefalea intensa o temperatura corporea superiore a 37.5°C), dovrà essere ospitato nella stanza dedicata o area di isolamento, appositamente predisposta. Nel caso di minori dovranno essere avvisati i genitori e il soggetto interessato dovrà raggiungere la propria abitazione dove seguirà le indicazioni del medico di base/pediatra, opportunamente informato.

Gli studenti positivi non potranno più seguire l’attività scolastica nella modalità della didattica digitale integrata perché la normativa speciale per il contesto scolastico legata al Covid ha cessato i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021-22.

Per il rientro a scuola è necessario l’esito negativo del test antigenico rapido o molecolare con esito negativo, al termine dell’isolamento.

Tra le altre misure di prevenzione non farmacologiche di base, infine, resta sempre valida la raccomandazione di fare attenzione all’igiene delle mani e all’etichetta respiratoria e di far sì che ci sia un ricambio d’aria frequente e una sanificazione ordinaria e straordinaria degli ambienti.

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