Nonostante la forte ondata culturale che ha invaso il mondo intero, al giorno d’oggi il fumetto è costantemente criticato e denigrato, viene considerato come qualcosa che possa appartenere solo al mondo dei “bambini” come se la crescita e la maturazione di un individuo dipenda da quante pagine senza immagini abbia letto.

Al giorno d’oggi si fatica a comprendere come qualcuno riesca a ottenere i tuoi stessi risultati, o anche migliori, con un o sforzo nettamente minore, ma non per questo bisogna ricadere nell’errore di considerare quel metodo scorretto o come un trucco.
Situazione analoga la si ebbe con il fumetto, che fu soggetto a pesanti critiche poiché in un primo momento ebbe un impatto sociale di gran lunga superiore ai testi “scritti”, dato l’affiancamento delle illustrazioni al testo le quali riuscivano a esprimere concetti complessi in modo più chiaro ed immediato.

Il fumetto Nacque ufficialmente il 5 maggio del 1895 con l’uscita di Yellow kid ma possiamo dire che l’idea di fondo risale fin dai testi Egizi i qali scrivevano per immagini tramite i geroglifici.
Se poniamo attenzione possiamo notare come gli Egizi tendevano a rappresentare situazioni ben complesse e dialoghi, tramite immagini e disegni, come se stessero scrivendo una storia tramite le immagini. A differenza delle opere d’arte (come quadri, sculture ecc…) essi non si limitavano a rappresentare solamente una situazione, ma arrivavano a raccontare tutta una storia e le relative dinamiche con la successione di disegni o più propriamente “tavole”.
Andando avanti nella storia troviamo molti antecessori del fumetto, dalle metope dei templi greci o le “Machìe” che riuscivano a rappresentare in uno spazio limitato tutte le leggende attraverso una serie di statue poste in un determinato modo; andando avanti nella storia possiamo anche per certi aspetti pensare a Alessandro Manzoni, che richiese personalmente delle illustrazioni per rendere più comprensibile e completo il suo Romanzo “I Promessi Sposi”; fino ad arrivare al 5 maggio 1895 che vedrà l’aprirsi di un dibattito spietato tra i sostenitori delle pagine piene di parole e chi invece ricche di disegni. Inizialmente il dibattito verteva su cosa fosse migliore da un punto di vista culturale, ma finì poi per sfociare in una vera e propria ostilità reciproca, arrivando a definire il fumetto una cosa infantile, arrivando persino a definire “immaturi” tutti coloro che ne approvavano il modello; mentre coloro che preferivano la “pagina piena” vennero etichettati come vecchi, arretrati e culturalmente inadeguati al progresso.

Sicuramente ambe due le parti non riuscendo a trovare un punto di incontro si limitarono a criticarsi e scontrarsi a vicenda.
Parallelamente all’aggressiva diatriba venutasi a instaurare, una serie di autori mentalmente più aperti e più propensi a trovare una via di mezzo cercarono di trovare un punto di equilibrio, un punto di incontro tra i due stili per creare delle vere e proprie forme ibride tra scrittura e fumetto, creando delle opere che alternavano pagine illustrate a quelle scritte.

Con il maturare degli anni, specie durante il periodo delle grandi guerre mondiali, il fumetto divenne mezzo mediatico tramite il quale si riuscirono a compiere vere e proprie propagande politiche, come fecero alcuni partiti marxisti e Mussolini; di lì in poi prese sempre più piede nella vita popolare, passando da piccole vignette sui giornali a veri e propri fumetti o Libretti di poche pagine: un grande merito di tale sviluppo lo abbiamo anche grazie al consolidamento della POP-ART (popolar art ). 
Durante il corso degli anni del ‘900 possiamo trovare diversi sostenitori a favore del fumetto anche come mezzo di istruzione, tra cui Italo Calvino, il quale sosteneva che forse anche gli adulti dovrebbero leggere un fumetto prima di etichettarlo; facendo sollevare diverse critiche su tale considerazione.
Il fumetto a seconda del luogo in cui si sviluppò, fu il mezzo mediatico di diversi messaggi, da quelli politici, a rivoluzionari, motivazionali e sociali.


Il fumetto assunse diverse caratteristiche, aspetti e forme a seconda del luogo in cui si è sviluppato: un esempio evidente lo troviamo tra il fumetto americano e quello nipponico, poiché nel primo la lettura si svolge in modo regolare (dalla prima pagina all’ultima), mentre quello nipponico presenta una lettura opposta (dall’ultima pagina verso la prima, prendendo come riferimento quello occidentale; questo fumetto  nel tempo prese il nome di Manga). Anche l’Italia non è da meno e intorno agli anni 1964 diede vita a delle opere straordinarie, che fecero la storia del fumetto, come Tex e Lupin. L’Italia in particolare ha visto anche nascere una delle più grandi fiere del collezionismo e del fumetto a livello mondiale come il Lucca Comics (1966).

Negli ultimi 50 anni il fumetto ha acquisito sempre più notorietà, specialmente in Italia, in un primo momento con l’arrivo dei fumetti americani con eroi come quelli della Marvel, e successivamente, specialmente negli ultimi 15 anni, anche con i fumetti nipponici (i Manga) i quali hanno avuto un successo strepitoso specialmente tra i giovani.
Tali fumetti sono arrivati ad essere apprezzati da tutte le età, da grandi e piccini, inaugurando anche delle vere e proprie feste a tema a loro dedicate come il Lucca Comics and Games che ogni anno da ormai 56 anni permette agli italiani di approcciarsi e festeggiare la cultura del fumetto e dei Manga.

Molti fumetti al giorno d’oggi non si limitano più a raccontare semplicemente delle storie di fantasia puramente commerciali ma cercano tramite le storie, e i cambiamento dei personaggi, un vero e proprio messaggio educativo, tra chi vuole promuovere l’amicizia e la giustizia a chi vuole mettere in risalto la vera natura dell’essere umano mettendone in mostra i tratti più oscuri e spregevoli; al fine di far maturare psicologicamente il lettore e fargli apprendere che molti limiti che l’uomo si è posto in realtà se li crea da solo, e che senza quegli stessi limiti finirebbe per ricadere nell’anarchia più totale finendo in alcuni casi anche per impazzire.

Il fumetto al giorno d’oggi ha acquisito un’importanza notevole anche a livello educativo, infatti ritroviamo moltissimi Manga e fumetti che discutono di tematiche contemporanee come l’eccessiva industrializzazione che ha portato l’uomo a focalizzare la sua attenzione più sul guadagno che sui ritorni sociali di questa, sul conseguente riscaldamento globale e le relative idee per poterlo risolvere, e sulla questione dell’energia rinnovabile; fino ad arrivare a parlare di tematiche sociali come il bullismo, il quale specialmente nei manga viene trattato con particolare attenzione, perchè in oriente è un problema particolarmente vissuto sin dalla tenera età, dalle scuole elementari fino all’ambiente lavorativo.

All’interno dei Manga le tematiche principali e le più apprezzate sono quelle PSICOLOGICHE le quali mettono spesso in mostra sentimenti e traumi riconducibili a stati di depressione oppure al tema dell’autolesionismo e del suicidio, i quali proprio in questo periodo storico sono sempre più presenti.
Queste tematiche vengono trattate per far vedere come sia il suicidio che l’autolesionismo in realtà sono tematiche odierne ma che non portano ad alcun riscontro finendo solo per causare ulteriore dolore e sconforto, proponendo metodi diversi per tentare di risolverli.

I Fumetti, come abbiamo visto, possono essere un mezzo mediatico molto efficace al fine di sensibilizzare qualsiasi tipo di persona su diverse tematiche e situazioni sociali, e non vanno denigrati solo perché contengono più immagini che scritte; impariamo, sia per i libri che per i fumetti, a non giudicare un opera semplicemente dalla copertina o dalle voci che abbiamo sentito dire da altri a riguardo, e proviamo a metterci in gioco facendo uso di qualsiasi mezzo per accrescere la nostra cultura; che poi qualcuno preferisca i libri ai fumetti è puro gusto personale e per tale ragione non bisogna sostenere che il libro sia meglio del fumetto o viceversa, ma bisogna riconoscere che questi sono due facce della stessa medaglia che in un modo o nell’altro accresceranno la nostra cultura personale e che sta a noi decidere, secondo le nostre preferenze, quale adoperare.

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