Spare uscito il 10 gennaio pubblicato dalla casa editrice Penguin Random House, in Italia da Mondadori, rappresenta indubbiamente il fenomeno editoriale del momento, tanto da meritarsi già un posto nel Guinnes dei primati.   

Perché la gente compra questo libro? Il gossip sulla famiglia reale ha da sempre costituito la fortuna dei tabloid inglesi, oltre che di tanti giornali più blasonati, che hanno visto impennarsi le vendite in occasione degli scandali di corte più succulenti, che si sono succeduti nel corso degli ultimi decenni.  L’avvento dei social, poi, non ha fatto altro che agire da moltiplicatore, aumentando contemporaneamente sia la quantità di notizie circolanti, che la fame, la bulimia, per tutto quanto riguarda i Windsor, dei quali forse si sa già troppo, se non tutto.  

Ma questo libro ha qualcosa in più, e la novità è che le notizie in esso contenute sono sentite dal pubblico come di prima mano, venendo direttamente da uno dei protagonisti. E questo farebbe pensare a una sorta di verità storica, inoppugnabile, per così dire. Altro che serie Netflix, o malevole chiacchiere da salotti televisivi.  La possibilità di sbirciare su quanto accade tra le mura di Buckingham Palace, e delle altre residenze reali, servendosi dello sguardo diretto di un membro della Royal family, rappresenta per molti un richiamo irresistibile.  

Ma quanto possiamo davvero fidarci? In realtà, il contenuto del libro non è stato filtrato dall’occhio attento di uno storico, e neanche dal senso critico di un giornalista indipendente.    

Già il titolo dovrebbe mettere in guardia. Spare indica lo stato d’animo di chi si è sempre sentito come una riserva, condizione del resto toccata a tantissimi altri rampolli di famiglie reali, nel corso dei secoli, ma in questo caso è stata vissuta come una sostanziale umiliazione, e senza mai trovare in essa un valore positivo. E così l’autocommiserazione diventa uno dei motivi dominanti del libro, con i riferimenti a una vita spesso solitaria, mangiando cibi da asporto; inoltre, il Principe ci informa anche delle sue sofferenze di non aver mai posseduto un’automobile, o non aver mai avuto in tasca le chiavi di casa. Certo, appare più sincero e credibile quando parla del dolore per la perdita della madre, l’indimenticabile Principessa Diana.   

Ma è solo tutto qui? Al di là di ogni considerazione etica, riguardante il fatto di mettere in pubblico vicende così private, e potenzialmente in grado di danneggiare forse irrimediabilmente la propria famiglia, il dubbio che si tratti anche di un’abile operazione di marketing, legata alle dimensioni colossali del business, rimane. Le anticipazioni centellinate per aumentare il desiderio, o anche la promessa (o la minaccia) di aver materiale ancora più scottante per riempire altre 400 pagine, vanno certamente in questa direzione.  

E la famiglia reale, come ha reagito alle accuse di Harry, che nel libro non risparmia proprio nessuno, a partire da William e Kate, per arrivare fino a re Carlo III e Camilla? In realtà, in questa circostanza parrebbe che tutti si siano uniformati a quella che è sempre stata la linea di condotta che ha ispirato Elisabetta II, il famoso motto: “never complain, never explain”, cioè mai lamentarsi, mai dare spiegazioni. Secondo alcune fonti, sembra che questa apparente assenza di reazioni abbia addirittura irritato Harry. Ovviamente, qualcosa è comunque trapelato: il principe William sarebbe devastato dai contenuti del libro. Secondo alcune notizie filtrate da una cerchia ristretta di amici, Carlo III avrebbe manifestato la decisione di invitare Harry alla cerimonia dell’incoronazione, per tentare di ricucire i rapporti, ed evitare che il libro sia il primo di una serie. “So che ha materiale per altri tre libri, e se non lo affronto la monarchia non ne uscirà”, avrebbe detto Carlo.  

Comunque vadano le cose, un fatto è certo: le vicende della Royal family non finiranno mai di appassionare milioni di persone nel Regno Unito e nel resto del mondo.   

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