Il 15 marzo si è svolto il penultimo incontro del ciclo Donne in equilibrio tra ieri e oggi. Questo ciclo di dieci incontri in totale è stato proposto dal Museo Ferragamo e dalla Fondazione Ferragamo proprio con l’obiettivo di stimolare una sorta di riflessione e discussione su tematiche che riguardano la figura della donna in ambiti lavorativi, nella vita quotidiana e in modo approfondito la sua emancipazione. Questi incontri accompagnano la mostra Donne in equilibrio, curata da Stefania Ricci e Elvira Valleri.

La mostra nasce come omaggio a Wanda Ferragamo, moglie dell’illustre Salvatore Ferragamo e guida dell’Azienda dal 1960 al 2018. Wanda infatti dopo la morte del marito decise di non chiudere l’azienda ma di trasformarla in un laboratorio artigianale di calzature da donna. Con la sua creatività ha cambiato la complessa realtà femminile degli anni Cinquanta e Sessanta. Oltre alla mostra, è stato creato un catalogo che illustra le attività e le scelte di donne di età diversa.

Wanda Ferragamo

L’incontro del 15 in particolare era incentrato su “Giovani donne tra ieri e oggi” e sono intervenuti Elvira Valleri, storica, e Davide Rampello, direttore artistico oltre a curatore e consulente culturale.

 “La testimonianza di sé che molte donne di oggi hanno voluto dare nel film che accompagna la mostra svela la lucida consapevolezza che ognuna ha di sé stessa”.  

La conferenza è stato uno scambio conviviale di pareri e giudizi su gli anni Sessanta e Settanta ma pure dell’età contemporanea tra gli intervistati e pure il pubblico il quale si è immedesimato nei racconti di Valleri sulla vita delle donne di quegli anni e per quanto riguarda Rampello nella sua concezione di donna pure moderna che traspare dal video da lui realizzato. Il video, che fa parte della mostra, consiste in interviste di donne comuni che raccontano loro esperienze personali illuminando l’età contemporanea. (Link al video: https://museo.ferragamo.com/it/donne-in-equilibrio-oggi)

Un tema importante della conferenza è stato l’equilibrio, tema persistente pure nella mostra. L’equilibrio, come ha proprio sottolinea to Rampello, non deve essere inteso solo come un “bilanciamento” nella vita ma più come la sua aspirazione e la forte ricerca e determinazione di questo. Le donne di cui Rampello tratta sono definite da lui appassionate, alla costante ricerca di un equilibrio e che vivono con naturalezza e disinvoltura, come intendeva Castiglione nel Cortigiano in quanto prendono conoscenza di sé e vivono accettando le provocazioni della vita faticando ma senza mostrare la loro fatica agli altri.

La storica Valleri ha poi trattato delle difficoltà che le donne hanno incontrato nel loro cammino di vita, infatti: “Gli anni settata erano anni pesantissimi e questo è il contesto che deve far riflettere, le donne arrivano e spingono, i diari e le memorie testimoniano il loro amore pazzo per la lettura. Leggere è una delle attività che fanno di più.” Questo proprio per possedere la loro indipendenza e per trovare un partner per condividere il loro progetto di vita. Le ragazze fanno piccoli passi incerte ma perché nella storia non c’è niente da film western solo un cammino di progressione con processi complessi.

“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, così ha detto Rampello riprendendo la Tempesta di Shakespeare, secondo lui questa società si è dimenticata l’importanza dei sogni e dobbiamo educarci al sogno e per farlo dobbiamo imitare i maestri proprio come succedeva in bottega. Gli adulti devono dare la mimesi così che i giovani possono sentire che stanno sognando e imitare e crescere a loro volta. Per sognare dobbiamo essere liberi e abbandonati. Il tema dell’abbandono è fondamentale, è l’ascolto completo che l’uomo fa di sé stesso.

Come ha detto alla conferenza Valleri, i giovani hanno ricercato un protagonismo nelle scuole, in piazza e esige di essere guardati con gli strumenti che gli adulti ci offrono per conquistare una diversa dimensione della loro individualità, questo lo scrivono nei diari nelle memorie e nei componimenti scolastici e proprio da qui notiamo la loro evoluzione graduale.

La storia delle donne è fatta da donne, da uomini, da persone e come qualsiasi disciplina la storia ha avuto un cammino e possiamo definirla proprio la scienza degli uomini nel tempo.

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