Il 14 dicembre 2023 è uscito nei cinema italiani Ferrari, nuovo film del regista Michael Mann che torna al cinema otto anni dopo l’uscita del suo ultimo film, Blackhat (2015)e la produzione della serie Tokyo Vice (2022).

Il film è stato presentato in anteprima mondiale all’80ª Mostra internazionale del cinema di Venezia il 31 agosto 2023 e in anteprima nazionale il 7 dicembre solo a Modena e all’Auditorium di Maranello.

Ferrari è stato un film sudato per Mann: è dagli anni ’90 che ci lavorava su, ma poi il progetto non era mai stato completato. Negli anni ha studiato dettagliatamente lo stile di vita di Enzo Ferrari, anche grazie ai consigli di Piero, figlio di Enzo. Non sono mancate poi le critiche, da parte di esponenti del cinema italiano come Pierfrancesco Favino, per la mancanza nel cast di attori italiani, per un film che parla di uno dei pilastri dell’industria, cultura e storia italiana del dopoguerra.

La sceneggiatura scritta da Troy Kennedy-Martin si basa sulla biografia di Enzo Ferrari, Enzo Ferrari: The Man and the Machine, scritta dallo scrittore statunitense Brock Yates; tuttavia, Mann ha deciso di raccontare solo un anno della vita di Enzo (interpretato da Adam Drive), il 1957. Questo è un anno difficile per Enzo, da tutti i punti di vista, sia personale che privato. Sente il forte vuoto e la mancanza provocata dalla morte del suo primo figlio, Dino Ferrari, avuto dal matrimonio con Laura Garello (Penelope Cruz). Il matrimonio con lei entra sempre più in crisi, anche per la relazione parallela che ha con Lina Lardi (Shailene Woodley) da cui ha un figlio, Piero (Giuseppe Festinese). La Ferrari entra in crisi ed Enzo capisce di dover appoggiarsi a finanziatori esterni. Ma per farlo l’azienda deve dimostrare di valer ancora qualcosa, vincendo la Mille Miglia (gara con partenza ed arrivo a Brescia, in cui i concorrenti arrivavano fino a Roma attraverso il Centro-Nord Italia). L’esito di questa gara influenzerà il destino non solo dell’azienda, ma anche del Commendatore, uno dei tanti soprannomi attribuiti a Ferrari.

Il membro più in vista del cast stellare del film è sicuramente Adam Driver, che è stato travolto dalle critiche per il suo orribile accento italiano non solo da parte della stampa, cinema e fan italiani, ma anche da testate e personaggi stranieri. Comunque, la sua performance è tutto sommato degna del film. Mann ci mostra un Enzo che, dilaniato dai problemi, delle relazioni e dalle scelte. Un Enzo diverso da quello dell’immaginario collettivo, che è fortemente passionale e geniale. Anche nel film però non rinuncia comunque al suo stile e filosofia di vita. Lo vediamo aggirarsi per le strade e la provincia modenese, impeccabilmente con cravatta e giacca e occhiali da sole neri come l’asfalto, come se fosse la rappresentazione vivente del miracolo economico italiano. Però dietro questa figura apparentemente ferrea, c’è un’inquietudine, un’angoscia per il futuro. Proprio per assicurarsi un futuro, come uomo e azienda, sprona i suoi piloti fino alla morte, se necessario, riproponendo sempre la sua filosofia de “il secondo è il primo dei perdenti”. 

Un ruolo chiave è stato anche quello interpretato da Penelope Cruz, che interpreta una Laura Garello delusa dal marito, e che non esita a minacciarlo, ma anteponendo sempre ai sentimenti personali l’interesse dell’azienda, di cui lei possiede la metà. L’unico elemento “sbagliato” della Cruz sono i capelli. Riguardo a questo sono arrivate critiche da Brenda Vernor, l’ex segretaria di Enzo, facendo giustamente notare l’errore, perché quelli di Laura non erano mori, ma biondi.

Oltre alla svista dei capelli ci sono altre imperfezioni, come gli effetti speciali talvolta non proprio eccellentissimi e dialoghi fin troppo statici in alcuni punti. Un altro punto discutibile è stata la decisione di concentrare un intero film biografico in un solo anno, il 1957. È vero che è stato un anno cruciale per il protagonista, però l’idea di farne l’archetipo della sua vita intera è un po’ azzardata.

Nonostante questi aspetti il film è comunque piacevole, i costumi ben fatti, e l’ambientazione ben selezionata. La resa visiva delle fasi di gara è perfetta, adrenalinica, rispecchia l’originale e tengono testa a quelle di film del genere degni di nota come Rush e Le Mans 66 – La grande sfida. Anche le auto d’epoca, le splendide Ferrari 335 S, sono state perfettamente ricostruite.

In conclusione, Ferrari è sicuramente un film godibile e movimentato tra le critiche e le imperfezioni, che sa intrattenere e soddisfare gli appassionati di motori, ma anche i meno avvezzi, mostrandoci una peculiare sfaccettatura del mitico Enzo Ferrari.

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