Si spense il 7 giugno 1954, esattamente 70 anni fa, il famosissimo matematico e crittografo Alan Mathison Turing, considerato uno dei padri dell’informatica.

Alan nacque a Londra il 23 giugno 1912 e già all’inizio del suo percorso di studi dimostrò interesse e abilità in ambito matematico-scientifico, era appassionato di matematica, chimica, del gioco degli scacchi e preferiva letture riguardanti le teorie di Einstein sulla relatività rispetto a quelle classiche che la scuola gli proponeva.

Frequentò l’Università di Cambridge dove studiò la meccanica quantistica, la logica e la teoria della probabilità, concludendo il suo percorso universitario con il massimo dei voti. A soli 24 anni, durante il suo dottorato di ricerca pubblicò “On Computable Numbers”, nel quale descriveva il funzionamento della futura “macchina di Turing”, alla base del funzionamento dei moderni computer.

Nel 1938 chiesero a Turing di prendere parte al Bletchely Park, un gruppo Top Secret composto da matematici e logici selezionati per collaborare con i servizi segreti inglesi a un metodo per poter decifrare i codici che i tedeschi usavano per comunicare tra loro. La macchina tedesca era Enigma, realizzata da Arthur Scherbius, utilizzata per criptare le informazioni durante la guerra. Enigma può essere considerata l’unione tra due metodi di crittografia, il cifrario di Vigenère unita al disco di Leon Battista Alberti.

Enigma era composta da due tastiere, una normale come per le macchine da scrivere e la seconda in cui ogni lettera si accendeva quando veniva premuta una lettera della tastiera effettiva. Il messaggio finale era dato dalla sequenza di lettere che si erano illuminate. Si basava su tre rotori aventi 26 lettere ciascuno, tante quante l’alfabeto, I messaggi crittografati venivano poi trasmessi tramite una serie di cavi elettrici a un pannello di controllo, dove un operatore poteva decrittografarli impostando i rotori nella stessa posizione iniziale.

Per rendere la macchina ancora più complessa, la configurazione dei rotori cambiava esattamente ogni 24 ore, azzerando completamente il codice.

Venne realizzata una macchina basandosi sulle teorie di Turing in grado di decifrare i codici tedeschi: Colossus, uno dei primi computer informatici nella storia. La macchina si occupava di paragonare due flussi di dati mediante operazioni booleane e quando il messaggio decifrato sembrava accurato veniva trascritto da una macchina da scrivere elettrica.

Tra il 1943 e il 1944 Colossus venne progettato dai due matematici Maxwell Newman e Tommy Flowers. Questa macchina fu fondamentale per la vittoria della seconda Guerra Mondiale, in quanto, una volta decifrato il messaggio, le mosse dei nemici potevano essere previste e gli Alleati potevano organizzarsi sapendo quale sarebbe stata la prossima mossa del nemico.

Il matematico Alan Turing è conosciuto anche per il famosissimo “Test di Turing”, un test che viene fatto eseguire alle macchine per stabilire se il loro comportamento è “intelligente”, ovvero simile a quello umano. Questo test è la base per verificare l’efficienza dell’intelligenza artificiale.

Apparve nel 1950 sulla rivista Mind l’articolo di Turing riguardo il suo test, ispirandosi al “gioco dell’imitazione”, fonte di ispirazione anche per il titolo del film sul matematico intitolato “The imitation game” diretto da Morten Tyldum.

La vita di questa importantissima mente si concluse tristemente, in quanto venne accusato di atti osceni a causa di una relazione omosessuale, crimine che in Inghilterra rimase fino al 1967, e gli venne concesso di scegliere se andare in galera o procedere per castrazione chimica. La scelta di Alan fu la seconda, ma l’agonia di questa condizione così ingiusta lo portarono al suicidio.

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