Matteo Chelli – Gabriele Carpini

Domenica 4 dicembre 2016 il popolo italiano è stato chiamato alle urne per esprimere il proprio consenso – o dissenso – sulla riforma costituzionale Renzi – Boschi approvata nell’estate dal Parlamento. L’affluenza è andata oltre le aspettative iniziali: il 68% degli aventi diritto al voto si è recato nei vari seggi dislocati su tutto il territorio per esporre il proprio “parere”. Il popolo italiano si è espresso chiaramente votando in larga parte per il “NO”, che si attesta attorno al 59,11%. Viceversa, il popolo del “#bastaunsi” ha raggiunto il 40,89 % dei consensi. Tra i partiti del fronte del “NO” la Lega di Matteo Salvini, Forza Italia, Fratelli d’Italia, i Pentastellati guidati da Beppe Grillo e, cambiando radicalmente area politica, Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista. A sostegno del “SI” la coalizione di centro – sinistra alla guida del governo composta da Partito Democratico, Scelta Civica, Nuovo Centrodestra e Area Popolare. Poco tempo dopo lo scrutinio dei risultati, il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ha tenuto un discorso a Palazzo Chigi riconoscendo la sconfitta; dopo aver ribadito ciò che di buono è stato fatto da questo governo nei suoi 1000 giorni operativi, ha ringraziato calorosamente tutti i componenti del proprio partito, la propria famiglia e in generale tutto il popolo italiano. Nell’augurare un buon lavoro al suo successore ha preannunciato le future dimissioni da premier e, di conseguenza, la fine del proprio governo. “Un messaggio forte e chiaro” afferma il leader della Lega Nord Matteo Salvini “questo risultato ci dà ossigeno, energia ed entusiasmo, vedremo di usarli bene. Non vediamo l’ora di essere messi alla prova. Già da domani mattina ci metteremo all’opera per offrire alla gente una valida alternativa”. Replicano alla stessa maniera Berlusconi e Meloni, rispettivamente leader di Forza Italia e Fratelli d’Italia: “i cittadini sono stufi di governicchi frutto di inciuci. Al voto il prima possibile”. Il Movimento Cinque Stelle festeggia e si pronuncia a favore di una votazione immediata: “questo voto ha due conseguenze: addio Renzi e gli Italiani devono essere chiamati al voto al più presto. La cosa più veloce e realistica da fare è quella di andare al voto con una legge elettorale che c’è già: l’Italicum” così scrive il leader del partito sul suo blog.

Da un’attenta analisi, le regioni in cui si è propenso maggiormente per il “NO” sono state quelle del sud: il picco massimo si è toccato in Sardegna, dove il 72,22 % dei cittadini ha votato contro la riforma. Toscana, Emilia Romagna e Trentino le zone in cui invece ha prevalso il “SI”, seppur con un piccolo distacco. Firenze ha premiato il Presidente del Consiglio con un 56 %, il centro dove Renzi è stato eletto Sindaco. Dopo settimane di intensa campagna elettorale, da una piazza all’altra, tra una polemica e l’altra l’Italia ha deciso, dando prova di una grande lezione di democrazia. Si entra adesso in una fase calda: tutto nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrà scegliere tra un nuovo governo tecnico o elezioni politiche immediate.

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