Giovanni Spadolini, celebre politico, storico e giornalista del secolo scorso, fece scrivere sulla sua tomba un epigrafe molto semplice: “Un Italiano”. Espressione breve ma sicuramente chiara che racchiude una storia, un senso di appartenenza alla cultura e alle tradizioni del nostro Paese, nel quale trovare un identità. Sentimento oggi condiviso da troppo poche persone che non capiscono questi valori. Tra questi sicuramente i due giovani altoatesini Tobias Gamper e Ian Garstgrasser. Questi due ragazzi in vacanza in Thailandia hanno strappato 5 bandiere nazionali per poi gettarle a terra.

Bisogna sapere che in Thailandia, rigida monarchia parlamentare sotto giunta militare, due cose sono intoccabili: il re e la bandiera. Quel tricolore orizzontale rappresenta la nazione (rosso), il buddismo (bianco), e la monarchia (blu).

Filmati dalle telecamere sono stati arrestati per reato di vilipendio alla bandiera, esattamente come sarebbe successo in Italia. Una “bravata” di due ragazzi di 18 e 20 anni certo, i quali si sono scusati con un video pubblicato su Facebook dicendosi  “molto molto ubriachi” e poi vengono da un Paese in cui  “la bandiera non è così importante”. I genitori si disperano e non si capacitano dell’accaduto. Comprensibile, ma forse avrebbero dovuto insegnare il valore di una bandiera e di ciò che essa rappresenta per un popolo ai loro figli.

Non possiamo certo dare tutta la colpa a loro, nel nostro Paese la bandiera viene ormai sventolata quasi solo per la Nazionale e nelle scuole non si insegna più l’amore per la patria. Eppure dal 2/01/2013 dovrebbe essere in vigore una legge (n.222) che dovrebbe istruire gli studenti alla storia Italiana e “alla scelta dell’inno di Mameli e della bandiera nazionale […] anche alla luce dell’evoluzione della storia europea”, evidentemente poco insegnata o addirittura evitata. Il problema è che la bandiera bisognerebbe portarla dentro di sé, essere a conoscenza delle persone che nel corso delle guerre sono morte per difenderla, e di questo dovremmo esserne orgogliosi; eppure se si esclude il rilancio che le istituzioni si sono proposte di fare negli ultimi anni, la bandiera è stata snobbata per qualche decennio ed è stata fonte di un odio intenso coltivato da alcuni anche in nome di un antifascismo citato a sproposito . Dal 1997 (in occasione del bicentenario del tricolore) si celebra il 7 gennaio la festa del tricolore a Reggio Emilia, per ricordare quel 7 gennaio 1797 in cui nacque la Repubblica Cispadana che adottò il nostro tricolore (a bande orizzontali inizialmente e poi verticali dal 1798) scegliendo come modello quello francese. Nel corso degli anni sono cambiati i simboli nella bandiera e i valori ma quel Tricolore ha sempre rappresentato il nostro popolo, la nostra Patria. Ma ad esser sinceri nel nostro Paese ormai siamo in pochi ad avere quell’amore per la Patria e a condividere quell’identità nazionale che merita; amore sicuramente sentito ancora meno nelle valli nordiche dove è facile parlare tedesco, trovare cartelli scritti in tedesco e sentirsi abitanti più del “sud Tirol”.

Facile poi che la bandiera sia presa solo per una “decorazione”, capita che si finisca di strapparla per poi sperare che l’ambasciata italiana ti eviti la galera.

 

 

 

 

 

 

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