Spiderman è tornato a casa. Lo dice anche il titolo del film uscito il 6 Luglio in tutti i cinema italiani, che è l’ennesimo reboot per l’uomo ragno che per la terza volta in 15 anni ricomincia da zero, stavolta grazie ad un accordo tra la Sony (che detiene i diritti cinematografici del personaggio) e i Marvel Studios, realizzato per poter permettere a Spiderman di interagire con gli altri supereroi della casa cinematografica, gli Avengers, e diventare parte integrante dell’ormai famoso MCU (Marvel Cinematographic Universe). Infatti il personaggio è anche apparso in una piccola parte nel blockbuster “Captain America: Civil War” e fin da subito si è fatto notare per la sua simpatia e sfacciataggine.

Sono proprio queste le principali caratteristiche del nuovo Peter Parker, che in questa versione ha subito giganteschi cambiamenti rispetto ai precedenti film, avvicinandosi di più a come è nei fumetti: in questo film infatti Peter (interpretato alla perfezione da Tom Holland) è un quindicenne, e quindi vive la vita alla leggera, a differenza delle versioni precedenti che entrambe vedevano un protagonista più adulto e maturo dilaniato dal dolore per la scomparsa di suo zio. Stavolta invece non vediamo l’ennesima origine del personaggio, Peter ha già i poteri e la morte di zio Ben viene solo accennata. Inoltre, rispetto ai precedenti Spidermen (che subito dopo essere punti dal ragno mostravano già una agilità e una bravura clamorose nelle vesti del supereroe) questo Uomo Ragno è molto più goffo e impacciato, prendendo esempio da “Deadpool” e permettendo dunque scene spassose e inusuali per il personaggio. Questo è stato un cambiamento fondamentale per la buona riuscita di una pellicola che è riuscita a reinventare il supereroe più famoso del mondo.

Un’altra forza del film sono i personaggi, che sono caratterizzati davvero bene: Ned (Jacob Batalon), il buffissimo migliore amico di Peter, domina la scena grazie alle sue battute e alla sua goffaggine; l’Avvoltoio (Michael Keaton), il supercriminale di turno, storicamente non ha mai convinto più di tanto ma in questo film è il perfetto rappresentante della gente comune che nel mondo Marvel si è ritrovata in mezzo a supereroi e alieni e dunque ha scelto di cambiare per sopravvivere (nel suo caso facendo il contrabbandiere di armi aliene e potenziandosi con esse diventando un criminale). L’avvoltoio in un certo senso ha anche un suo codice d’onore, rispetta Peter e lo farà maturare grazie a una serie di colpi di scena finali. Altro ruolo importante cel’ha Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Junior) che vuole fare da mentore all’uomo ragno cercando di farlo stare coi piedi per terra (senza riuscirci) e che è adorato da Peter, che cerca di farsi notare da lui. Unica nota stonata una zia May (Marisa Tomei) che è troppo giovane per il ruolo che storicamente deve essere ricoperto da una signora anziana.

Insomma, anche se non raggiungerà mai i toni epici ed emotivi della trilogia originale e nonostante in alcune sequenze sembri più un teen drama piuttosto che una pellicola supereroistica, il film funziona molto bene e questo Spiderman più di qualunque altro ha ancora infinite potenzialità per i futuri film. Perché stavolta Spiderman è tornato a casa.

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