Dopo mesi di caldo torrido e domeniche senza pallone, a Firenze è tornato il calcio, la Serie A ma, soprattutto, è tornata la Fiorentina. E lo ha fatto nel migliore dei modi.

La stagione viola è ripartita in casa, al Franchi, alla seconda giornata, visto che la prima con la Sampdoria era stata rimandata in seguito alla tragedia del ponte di Genova, ed è stata subito una grande festa per i colori viola. Gli avversari venivano da una più che degna prestazione contro la Juventus e con la speranza di tornare a Verona con un punto, ma la squadra di  Stefano Pioli non è stata dello stesso avviso. Se da una parte D’Anna aveva confermato l’undici  titolare della prima giornata -eccezion fatta per Sorrentino infortunato-, dall’altra Pioli ha schierato dal 1’ subito tre nuovi acquisti confermando comunque il 4-3-3 della passata stagione. Tra i pali ha fatto il suo esordio nel campionato italiano Alban Lafont, così come Edimilson Fernandes a centrocampo, mentre per Gerson è stato debutto in maglia gigliata. Il tridente d’attacco “leggero” scelto dal tecnico viola vedeva Simeone puntero in mezzo alle due ali Chiesa e Eysseric; dietro difesa a 4 ormai consolidata con Hugo e capitan Pezzella centrali, Biraghi e Milenkovic terzini, il primo di spinta, il secondo più di contenimento. Conferma a centrocampo per Marco Benassi.

La partita si è messa subito in discesa per i viola quando, dopo soli 8’, il serbo -reduce dal mondiale in Russia- Milenkovic ha pescato il jolly con un tiro all’incrocio dei pali di controbalzo prendendo completamente alla sprovvista l’incolpevole portiere clivense. La prima rete stagionale è stata proprio del terzino, sorpresa del campionato scorso, che è rimasto a Firenze nonostante le avances dei grandi club d’Europa che probabilmente hanno visto in lui un potenziale crack, anche grazie alla sua giovanissima età. Per il resto del primo tempo la Fiorentina ha gestito il vantaggio, senza sbilanciarsi troppo in avanti e coprendo le timide avanzate del Chievo, pericoloso solo con un colpo di testa ravvicinato di Stepinski finito di poco alto. Lafont è stato impegnato in maniera esigua dall’attacco avversario dove Birsa e Giaccherini non hanno trovati gli spazi giusti per impensierire il nuovo portiere gigliato. Sugli sviluppi di un corner a fine primo tempo è arrivato anche il raddoppio viola: dopo un batti e ribatti nell’area piccola del portiere, Gerson si è ritrovato il pallone sui piedi facile da depositare in fondo al sacco.

Il secondo tempo si è aperto -ma lo è rimasto per poco- con la rete di testa di Benassi su assist del cholito Simeone e da quel momento la partita ha presa la piega giusta per la squadra di Pioli. Dopo Chiesa, Simeone e ancora Benassi hanno solo arrotondato il punteggio, chiudendo il match sul tennistico 6-1. La rete,della bandiera (perché arrivata sul 4-0), del Chievo non è stata però né casuale né dolorosa per i tifosi viola visto a che metterla dentro è stato l’ex Nenad Tomovic che ha vestito per 3 anni la maglia che indossava anche il suo capitano, Davide Astori. Dopo il gol infatti ha alzato le mani al cielo componendo il numero 13 con le dita, come il numero di maglia che portava il “capitano in eterno”, ricordato anche ieri sera dalla Fiesole e con la sua maglia ancora presente nello spogliatoio della Fiorentina.

Emozioni, gol, gioia e tanta passione, sono state queste le caratteristiche della prima stagionale viola che è riuscita a segnare 6 gol in una sola partita dopo 24 anni, l’ultima volta col Padova (6-4 nel 1996). C’è stata però una nota stonata nella serata perfetta del Franchi, quella dei cori, fuoriluogo, di alcuni tifosi della Fiesole contro la presidenza, accusata di tenere poco in considerazione le istanze della squadra e del minimo attaccamento alla città. Una divisione ormai netta, con più o meno coinvolgimento da parte degli altri settori dello stadio, che cercano di evitare di fare polemica quando non ce ne sarebbe bisogno. Contestazione a parte, quello di ieri sera è stato un vero e proprio tripudio viola, una vittoria decisa all’inizio di una stagione che solo il tempo ci dirà se sarà di anonimato oppure di rinascita. E se il buongiorno si vede dal mattino…

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