Roma, zona Axa, 3 febbraio 2019 ore 2. Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto classe 1999, era ad una macchinetta per comprare delle sigarette nei pressi dell’ O’Connell Irish Pub di piazza Eschilo, nel quale si era accesa una rissa poco prima, assieme alla fidanzata di sedici anni Martina. Uno scooter si avvicina e tre colpi di pistola vengono esplosi: secondo la confessione dei due uomini a bordo Daniel Bazzano era alla guida, Lorenzo Marinelli al grilletto e si sarebbe trattato di un errore, uno scambio di persona. Il ragazzo cade a terra e viene poi portato all’ospedale Grassi di Ostia e successivamente al San Camillo di Roma per essere ricoverato con urgenza; la ragazza non è stata ferita da uno di quei tre proiettili per miracolo. La prognosi è riservata e Manuel non è in pericolo di vita, ma ha subito una “lesione midollare completa” con conseguente paralisi alle gambe: non potrà più nuotare né camminare e il desiderio di entrare nell’olimpo del nuoto scomparso.

In un’ intervista precedente all’accaduto il giovane nuotatore ha raccontato  se stesso: Manuel, nato a Trieste, è cresciuto e ha sempre nuotato a Treviso fino a quando una stagione andata male a causa della mononucleosi che lo aveva colpito lo ha fatto decidere di ricominciare al Centro Federale di Ostia con l’obbiettivo di “sfondarmi di km e km di mezzo fondo”. Prima della malattia si è spesso allenato con il campione Paltrinieri e si confida su come si senta un “pesciolino in mezzo agli squali”, ma anche del suo obbiettivo più grande “Sogno di arrivare alle olimpiadi”. Nonostante la tragedia, ripresa coscienza dopo il ricovero, le parole di Bortuzzo sono ancora piene di determinazione: “Tornerò più forte di prima”, una di quelle frasi delle quali, in  situazioni del genere, bisogna riuscire a farne tesoro e tatuarsi sul cuore.

Il destinatario di questo proiettile, sparato con intento di uccidire con la conseguente accusa di tentato omicidio premeditato, non era Manuel, bensì qualcuno che aveva partecipato alla rissa del pub. Marinelli e Bazzano infatti, sono due spacciatori in proprio, nonostante alcuni legami di parentela con il crimine organizzato. Secondo le indagini, nel locale si stava tenendo un summit tra bande, con minacce verso i due da parte di una banda rivale che li aveva intimati di andarsene dalla propria piazza, il che spiega il grido dopo la sventagliata che aveva colpito il giovane nuotatore: “E ora questa piazza è nostra”.

E questa non è sicuramente la prima storia del genere che ascoltiamo, e non sarà certamente l’ultima. Basti pensare che l’Italia è il primo paese in Europa per morti con arma da fuoco e, secondo dati Istat del 2017, il 12,6% degli omicidi totali sono causati da criminalità organizzata, uno stereotipo che da decenni non fa che perseguitare il nostro paese nel mondo e, forse, non a torto. E’ in un contesto del genere che il valore della vita viene completamente frainteso: un ragazzo di 20 anni, coraggioso e determinato, vede sfumare i propri sogni e rischia la vita per interessi legati a soldi, pezzi di carta. Soldi che, dall’altra parte, stringono tante altre persone e famiglie legate al commercio malavitoso come una piovra: Manuel non è l’unica vittima del’accaduto, lo è anche, ad esempio, la moglie e la figlia di Bazzano, le quali hanno dovuto abbandonare il padre e marito e lasciato la città per ricominciare.

Questo spiega anche l’inverosimile confessione dei due colpevoli presentatisi di propria volontà in questura il 6 febbraio dopo 3 giorni di latitanza a girare nei campi e nei parchi, uscendo allo scoperto solo per guardare i tg. Secondo il gip Costantino De Robbio, infatti, sulla questione ritrovamento dell’arma “Appare dunque evidente che i due, una volta appreso dagli organi di stampa del ritrovamento dell’arma con le impronte di Marinelli abbiano deciso di costituirsi provando a circoscrivere la responsabilità al solo sparatore”; un tentativo di salvare in parte il rapporto tra Bazzano e la famiglia. Aggiunge, poi, che questo tentativo di prendersi la colpa sia stato fatto “senza riuscire a fornire però una ricostruzione dei fatti minimamente convincente”.

La storia di Manuel è una delle tante, ma oltre essere la più recente è anche una di quelle che possono dare un esempio: Manuel ha perso una parte di sé ma è ancora tra noi e tornerà più forte di prima, per fare da testimone e ricordarci che persone e sogni valgono di più di carta stracciata.

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