Dopo l’ennesimo risultato negativo, sconfitta casalinga con il Frosinone, a seguito di una prestazione a dir poco imbarazzante da parte dei giocatori in campo, la società viola ha deciso di comunicare in via ufficiale, tramite il proprio sito, che proprietà, dirigenza e allenatore si sarebbero incontrati nelle 48 successive alla partita per analizzare e cercare di uscire dall’ empasse che sta caratterizzando l’ultimo periodo della Fiorentina. L’obiettivo -precisa la nota- è quello di tornare a rivedere quella squadra “forte e promettente” che si era vista durante il corso della stagione… Nel comunicato, ovviamente, quei due aggettivi non compaiono tra virgolette, ma ad un’analisi attenta dell’anno sportivo in corso non ci vuole molto ad accorgersi che quella squadra forte non lo è stata mai (se un 7-1 contro una squadra che non voleva più il suo allenatore vale a definirsi forti, allora il Frosinone è fortissimo); e promettente, se lo fosse davvero stata, lo avrebbe dimostrato in questo campionato, dato che i giocatori di quest’anno sono gli stessi giovani “promettenti” acquistati l’anno scorso. Ma, questa riflessione, a dei tifosi non certo sereni e carichi di rabbia, non si poteva far leggere.

Con un campionato buttato al vento da mesi è terminata anche la pazienza dei tifosi, anche di quelli più ostinati -che magari credevano a un recupero in extremis nella corsa europea- ed è giusto chiedersi adesso di chi sia la colpa di questo tracollo sportivo ed emotivo che la squadra viola ha subito e sta continuando a subire nell’ultimo periodo.

Partendo dall’alto, cioè dalla proprietà, molti tifosi, in particolar modo quelli della Fiesole, avrebbero giusto due paroline da dire ai Della Valle, rei di non amare la Fiorentina e di trattarla come se fosse un’azienda come tante altre. Il tanto caro “finanziamento autogestito” che da anni ormai caratterizza le finestre di mercato viola, non ha portato i risultati auspicati e anzi ha fatto innervosire una città, che dall’estate 2015 non vede sborsare un euro che non sia frutto di una plusvalenza o non sia stato ricavato dalla cessione di qualche pezzo grosso della squadra. Il coro “Della Valle vattene” è da tempo uno slogan caro agli ambienti della Curva, ma, piano piano, pareggio dopo pareggio (a proposito, mancano solo 3 “X” e potremo finalmente festeggiare il record di maggior numero di pareggi in un campionato di Serie A!) si sta diffondendo anche negli altri settori dello stadio e quella “minoranza” di diffidenti nella società sta per raggiungere il quorum dei tifosi.

Scendendo la piramide societaria, poco e nulla arriva dal fronte dirigenza dove l’ad Corvino ha le mani legate e cerca di fare il possibile -anche se, ahinoi, ci riesce poco- accaparrandosi qualche giovane dell’Est dal futuro promettente e il presidente Cognini rilascia dichiarazioni sporadiche che hanno lo stesso peso dei gol di Simeone in questa stagione.

Molti tifosi, però, nelle ultime ore stanno puntando il dito verso Pioli, il traghettatore di questa nave affondata e inabissata, colpevole di non aver saputo cambiare trend a questa stagione e incapace di trovare soluzioni tattiche che smuovessero lo sterile gioco della squadra. Il suo 4-3-3 ha subito poche variazioni, nonostante gli scarsi risultati ottenuti, e non è riuscito a coinvolgere tutti e undici i giocatori nei loro giusti ruoli (mancano sette partite alla fine e Gerson ha girato tutte le sue posizioni del centrocampo e dell’attacco) passando da un modulo che garantiva solidità difensiva al trasformarsi in un colabrodo che, con la sola aggiunta di Muriel da gennaio, ha visto più gol subiti che realizzati.

La squadra. Sì perché alla fine la colpa può essere di tutti, ma in campo ci vanno loro. Cos’è successo al gruppo da metà campionato in poi? Com’è nata questa tendenza a pareggiare che impedisce di portare a casa i tre punti? Probabilmente la risposta non la sanno neanche loro. Erano partiti sulle ali dell’entusiasmo ad agosto e sono arrivati ad aprile demotivati, spenti e con la sola voglia di andare in vacanza: è vero, molti a fine stagione lasceranno la Fiorentina, sia per motivi di ambizione personale (vedi Veretout, Milenkovic ecc) sia economici, visto che il taglio del monte ingaggi si prospetta duraturo. Mettendo al primo posto, nella classifica degli alibi, la scarsa abnegazione dei giocatori, seguono a ruota gli obiettivi, quegli stessi che i tifosi non hanno ben capito a inizio anno: la Fiorentina doveva davvero lottare per l’Europa? A quanto pare no, e a meno di una clamorosa vittoria della Coppa Italia, il Franchi non vedrà le stelle dell’UEL per il terzo anno consecutivo.

E adesso? La stagione si chiuderà in questo scenario desolante oppure si vedrà qualcosa all’orizzonte? In tanti vogliono una scossa, che sia benevola o rivoluzionaria, e si augurano di non rivedere più quell’aborto di squadra che è scesa in campo contro il Frosinone domenica.

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