Vittorio Zucconi è morto il 25 maggio 2019 all’età di 74 anni nella sua casa a Washington dopo un periodo lungo e intenso di lotta contro la sua grave malattia. E’ stato uno dei più grandi giornalisti e cronisti di questi ultimi decenni.

La sua carriera inizia negli anni ’60, era un cronista di cronaca nera per il quotidiano per poi diventare redattore per “la Stampa”.

Successivamente viene scelto come corrispondente da Parigi per “la Repubblica“, da Mosca (durante la Guerra fredda) per “il Corriere della Sera“e per “la Stampa” dal Giappone, da Washington e da Bruxelles.

Oltre al giornalismo, si è dedicato anche alla scrittura, componendo ben venti libri. Dall’esperienza di corrispondente ne ricaverà lo spunto per realizzare il saggio “parola di giornalista” nel 1990; insieme al padre, Guglielmo Zucconi ( anche lui noto giornalista italiano), scriverà “La scommessa” nel 1993 e nello stesso anno, Vittorio rilasciò “Stranieri come noi” nel quale sono presenti undici racconti per ragazzi che trattano di temi molto delicati come il razzismo e l’immigrazione.

Nel corso della sua vita ha ricevuto una varietà di premi dal Max David al Saint-Vincent e addirittura l’onorificenza come Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana da parte del Presidente della Repubblica.

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Vittorio Zucconi, essendo anche un attivista, ha lottato per esempio contro la pena di morte in America, sensibilizzando l’Italia sotto aspetti delicati e “rigidi” come quelli.

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