Il 28 agosto nelle isole Eolie, meraviglie naturali Siciliane, i turisti hanno passato una tipica giornata estiva tra mare, Sole ed…esplosioni? Ebbene sì, perchè il vulcano Stromboli, sull’omonima isola, ha dovuto dire di nuovo la sua dopo l’ultima eruzione risalente solo al 3 luglio scorso, che fece anche una vittima. Alle 12:17 una fragorosa esplosione è stata seguita dalla fuoriuscita di lapilli e materiale incandescente, un fenomeni che in gergo si definiscono parossismi, scatenando il panico tra turisti ed abitanti.

Gli incendi non si sono propaganti solo sulla sommità del vulcano, ma persino in contrada Forgia Vecchia, ovvero il versante dell’abitato di Stromboli. La zona dove è stata avvertita maggiormente la paura è stata Ginostra, scenario della tragica morte dell’escursionista Massimo Imbesi del 3 luglio scorso, dove i turisti si sono rifugiati nelle chiesetta del paese raggiungibile solo via mare, in fuga dai focolai e disorientati dal fumo che ha coperto la splendida giornata di fine agosto.

Ci ha pensato il sindaco di Lipari Marco Giorgianni a placare le acque, ha dichiarato che la situazione è sotto controllo, e in effetti questa volta non sono stati riportati danni particolari o feriti. Nonostante ciò, secondo i geologi, non bisogna abbassare la guardia: l’esplosione ha causato un’onda anomala di ben 3 metri, costituendo un tipo di pericolo diverso, e forse anche maggiore, rispetto a quello prettamente vulcanico. Infatti Carlo Doglioni, presidente dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) allerta: “Può verificarsi uno tsunami più grande di quello già avvenuto, che ha generato un’onda di 30 centimetri dovuta all’arrivo in mare del materiale piroclastico eruttato”; il ricercatore ipotizza che con un’altra esplosione, o nel caso collassasse parte del fianco della Sciara del Fuoco, i volumi immessi in mare potrebbero dare vita ad un’onda anomala ben più spaventosa, come quella del 2002 alta 20 metri.

Interviene anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci lodando il lavoro della Protezione civile, del Corpo forestale regionale, delle Forze dell’ordine e dei volontari. Conclude con una riflessione importante “Ovviamente lo Stromboli fa il suo mestiere e non possiamo rimproverargli nulla. Dipende da noi cercare di rendere compatibile la nostra presenza sull’isola”. Non è noto ai molti, infatti, che il nostro Stromboli è uno dei vulcani più attivi del mondo: nasce 160 mila anni fa, è un vulcano di tipo esplosivo e il periodo di inattività più lungo mai registrato è solo di 2 anni. Che Madre Natura abbia bisogno dei suoi spazi è innegabile e incontestabile, sta a noi cercare di gestire i nostri senza intralciarla.

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