Nel pomeriggio di mercoledì 9 la terza edizione della FIERA DIDACTA ITALIA, l’appuntamento più importante per quanto riguarda il futuro della scuola e della formazione, entra nel vivo. Tra le autorità presenti alla prima giornata l’assessore alla pubblica istruzione della regione toscana Cristina Grieco che ha rilasciato un intervista per il Leomagazine.
Che cosa ne pensa del DIDACTA dell’anno precedente e di questa edizione?
“Sicuramente nonostante sia il terzo anno questa è una manifestazione che sta crescendo sempre di più, quindi da un anno all’altro si vede sempre un salto di qualità. DIDACTA è stata una scommessa perché è una costola di una manifestazione che in Germania va avanti da decine di anni e che è una cosa enorme e indescrivibile, però organizzare una fiera partendo dal nulla e vedere che dopo tre anni è diventata una realtà consolidata e un occasione di incontro e confronto per le scuole è una grandissima soddisfazione.”
Quanto incide il ruolo della regione toscana per il DIDACTA?
“La regione ha una doppia partecipazione sia come Firenze Fiera sia come regione ospitante, quindi facendo parte del comitato organizzatore per cui una parte del mio staff lavora tutto l’anno per DIDACTA, a livello di organizzazione e coinvolgimento delle scuole; quindi la regione ricopre un ruolo importante,”
Quanto possono essere utili tutti questi progetti per il futuro della scuola?
“Per il futuro della scuola è necessario che sia pronta ad affrontare le sfide del cambiamento e dell’innovazione per quanto riguarda il mercato del lavoro, per cui non sono tanto importanti i singoli progetti, ma lo è pensare a un modo nuovo di fare scuola, che non vuol dire semplicemente sostituire la lavagna tradizionale con quella multimediale (LIM); vuol dire che oggi la scuola deve insegnare ai ragazzi ad utilizzare in modo consapevole i dati che abbiamo a disposizione su internet; pertanto deve anche cambiare il modo di insegnare dei professori, che non deve esse più quello di esporre alla cattedra, ma l’insegnante deve essere qualcuno che faciliti l’apprendimento. Possono sorgere anche vari problemi come ad esempio se sia giusto o meno l’utilizzo dello smartphone in classe. Credo anche che ci siano dei nodi fondanti delle discipline di cui non si possa fare a meno, ad esempio un ragazzo oggi non può non conoscere la storia del ‘900. Questi per me sono i nuclei fondanti, però su come raggiungere determinati obiettivi ci possono essere vari modi che sono diversi da cinque anni fa.”