Il premier Conte: L’Europa dimostri di essere all’altezza della storia. Ma al momento almeno a dare segni concreti sembra siano altri.

In questo periodo di estrema difficoltà per tutti i paesi del mondo è fondamentale restare tutti uniti per raggiungere uno scopo comune e vincere la guerra contro il nemico invisibile, che oltre alle numerose morti, ha provocato molteplici cambiamenti nei rapporti umani. Attualmente medici e infermieri si trovano in prima linea per affrontare il Coronavirus, anche mettendo a repentaglio la loro vita e quella delle loro famiglie. Per salvare più vite possibili sono intervenuti anche medici non abilitati e persino alcuni già andati in pensione; nelle regioni e città più colpite (del nord) stanno arrivando per dare il loro contributo anche dottori di altre regioni meno in difficoltà. Oltre al massimo sforzo dei cittadini italiani, arrivano la solidarietà ed il supporto di altri stati come Russia, Cina, Albania e Cuba. 

“Dalla Russia con amore” è la scritta presente sulle fiancate dei furgoni con aiuti medici inviati dalla Russia, la quale ha contribuito anche con un laboratorio mobile e dei camion militari. Il 22 marzo 2020 il presidente russo Vladimir Putin ha inviato il primo jet da Mosca alla base dell’Aeronautica militare italiana Pratica di Mare, con equipaggiamenti medici e 120 uomini tra cui virologi militari. Alcune persone sostengono che dietro a questo apparente gesto di umanità, ci siano in realtà altri tipi di interessi, ma la Russia ribatte con fermezza smentendo queste affermazioni e dicendo che l’Italia ha un bisogno urgente di aiuto.

La Cina ha contribuito con l’invio di mezzo milione di mascherine, 1800 tute protettive, 150 mila guanti, 4 tonnellate di materiale medico e kit per i tamponi. Il 14 marzo 2020 un aereo cargo è atterrato a Liegi in Belgio con 2 milioni di mascherine di cui 500 mila destinate all’Italia. Le mascherine rappresentano un grande problema per gli Italiani essendo poche e ad elevatissimo prezzo, ciò è dovuto al fatto che restano bloccate a causa di problemi doganali. Un episodio sgradevole si è verificato per mano della Repubblica Ceca, che ha sequestrato un carico, proveniente da Pechino, di 110 mila mascherine (se non di più) e alcuni respiratori destinati all’Italia. La questione è stata risolta dai ministri degli affari esteri Tomas Petricek e Luigi Di Maio, che hanno fatto in modo che il materiale arrivasse a Roma. La Cina sta collaborando anche con la spedizione di personale medico e con una collaborazione tecnologico-sanitaria. Un team di medici cinesi recatosi a Roma dice: “Gli ospedali italiani stanno facendo un ottimo lavoro”. Infatti l’Italia sta adottandole stesse misure mediche della Cina come anche altre zone del mondo.    

“Non dimentichiamo l’Italia che ci ha aiutato, non siamo ricchi ma neanche privi di memoria” dice il premier albanese Edi Rama. Nonostante la povertà di questo paese, l’Albania ci sta dando una grande prova di fratellanza, poiché ha inviato 30 medici e infermieri da Tirana a Fiumicino e diretti in Lombardia. Con questa donazione il paese vuole rendere il favore ricevuto dall’Italia 29 anni fa, che accolse gli Albanesi a Brindisi mentre scappavano dalla guerra e dalla fame.

Cuba, infine, ha inviato all’Italia medici, infermieri e farmaci già utilizzati in Cina, molto utili per favorire la guarigione dei malati. Il 22 marzo 2020 sono arrivati a Malpensa 50 medici andati poi a Crema per aiutare gli operatori sanitari locali.

Gli aiuti di questi paesi sono la prova che dobbiamo continuare a restare uniti per sconfiggere questo virus: non bastano ventilatori e medicine, ma soprattutto l’unione di tutti gli stati; solo con questa possiamo uscire al meglio da questa emergenza sanitaria.

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