Se ci si pone la domanda su chi sia il giocatore più forte della storia del calcio vengono in mente numerosi nomi, ma quasi sempre viene nominato Johan Cruijff.

Cruijff nacque il 25 aprile del 1947 ad Amsterdam da una famiglia di umili origini. Iniziò a giocare a calcio fin da piccolo insieme ai ragazzi del suo quartiere e al fratello maggiore, e a soli dodici anni perse il padre. Sua madre, in serie difficoltà economiche, trovò lavoro come donna delle pulizie presso lo stadio dell’ Ajax. La donna era solita portare con lei anche il piccolo Crujiff, il quale divenne popolare fra i dirigenti e i calciatori della squadra, ricevendo spesso i biglietti per assistere alle partite.
All’età di dieci anni entrò a far parte del settore giovanile, dove venne allenato da Vic Buckingham che era l’ allenatore della prima squadra. Il giovane Crujiff era costretto a fare sessioni di allenamento molto ardue per un ragazzino della sua età, infatti era costretto ad infilare nella tuta sacchetti di zavorra da quattro chili.
Esordì nella prima squadra appena diciassettenne, e nella stagione 1964/1965 divenne titolare inamovibile dei lancieri segnando 33 reti in 30 presenze, e arrivando in finale di Coppa Campioni, coppa che riuscì a conquistare nel 1971, e nello stesso anno vinse il premio più ambito di tutti i calciatori: il pallone d’oro, stessa stagione in cui cominciò ad indossare la maglia numero 14: infatti Johan era solito indossare la numero 9, ma prima di una partita un suo compagno di squadra non trovava la propria maglia, così Crujiff gli cedette la sua e prese la numero 14. Dalla stagione seguente cominciò l’ascesa per l’ Ajax ma anche per Crujiff, riuscendo a vincere il treble (ovvero la vittoria in campo nazionale, europeo e mondiale) la stagione successiva, e nella stagione 1972/1973 divenne capitano ed alzò la terza coppa campioni consecutiva.
In totale fra il 1965 e il 1973 Johan Cruijff e l’ Ajax riuscirono a vincere sei campionati, tre coppe campioni, una coppa intercontinentale e la supercoppa europea, e inoltre vinse due palloni d’oro.


Nell’ estate del 1973 passa al Barcellona, squadra in una situazione molto complicata, infatti non vinceva un titolo da ben quattordici anni. Johan non esordì subito con la squadra catalana per alcuni problemi del proprio contratto, ma lo fece soltanto ad ottobre, con la squadra al terzultimo posto e già eliminata dalla Coppa UEFA, ma riuscì a cambiare le sorti del campionato avviando una serie di 10 vittorie consecutive e 26 partite consecutive senza subire alcuna sconfitta, riuscendo a vincere la competizione. Cruijff si distinse nella gara contro l’ Atletico Madrid, vinta 2-1, grazie ad un suo magnifico gol in semirovesciata di tacco, e nel clasico (la partita più importante nel campionato spagnolo che viene giocata dal Barcellona e dal Real Madrid) riuscendo a vincere ben 5-0.
Nella stessa estate disputò il mondiale con la sua amata Olanda, fu il protagonista della manifestazione malgrado la sua nazionale fu sconfitta in finale contro la Germania Ovest. Crujiff riuscì a vincere anche il suo terzo ed ultimo pallone d’oro.


La stagione successiva non fu gloriosa come la precedente, infatti il Barcellona raggiunse il terzo posto, e il cambio di allenatore, che portò a sedersi sulla panchina dei blaugrana il tedesco Hennes Weisweiler, non andò a genio al campione olandese, infatti Weisweiler lo vedeva un calciatore come tanti altri. Il tedesco fu esonerato, ma Cruijff annunciò il suo primo ritiro dal calcio giocato.
Tornò a giocare nel 1979, in territorio statunitense senza giocare a grandi livelli. Tornò in Europa nel 1981, giocando per una stagione nel Levante, per poi tornare al suo amato Ajax, dove giocò fino al 1983, dove vinse due campionati e una coppa nazionale facendo un totale di 205 reti in 275 presenze con l’ Ajax. Concluse definitivamente la propria carriera da calciatore nel 1984 giocando nel Feyenoord vincendo il campionato e la coppa olandese.
Il 6 giugno 1985 tornò all’ Ajax in vesti di allenatore, malgrado non possedesse un patentino. Riuscì a vincere anche come allenatore, ottenendo due coppe d’Olanda consecutivamente nel 1986 e nel 1987, e nello stesso anno conquistò la coppa delle coppe; erano quattordici anni che l’ Ajax non alzava un trofeo in ambito internazionale, da quando Crujiff aveva lasciato il club.
Seguì le stesse orme fatte da calciatore sedendosi nella panchina del Barcellona nel 1988, dove rimase fino al 1996. Ricostruì la squadra dalle fondamenta formando giocatori che poi avranno fatto la storia del calcio come Josep Guardiola, Ronald Koeman, Michael Laudrup e Hristo Stoičkov.

Sotto il comando di Crujiff i Blaugrana raggiunsero traguardi mai visti prima nella propria storia, vincendo per quattro volte consecutive il campionato, una coppa del re, una coppa delle coppe e una coppa campioni. Unico rimpianto della sua esperienza come allenatore a Barcellona fu la sconfitta per 0-4 contro il Milan, decimato dagli infortuni, in finale di Champions League nel 1994.
Cruijff morì il 24 marzo 2016 a causa di un tumore polmonare, infatti era un accanito fumatore, ed aveva già avuto due problemi derivati dal fumo, e aveva partecipato a numerose campagne antifumo dichiarando:”il calcio mi ha dato la vita, ed il fumo me la toglierà”. L’ Ajax il 25 aprile 2017, in occasione del suo settantesimo compleanno chiamò il proprio stadio “Johan Crujiff Arena”
Egli viene ricordato soprattutto per il suo stile di gioco chiamato “calcio totale”, che applicò sia da calciatore sia da allenatore, cioè un sistema di gioco in cui un calciatore che si sposta dalla propria iniziale posizione viene sostituito da un compagno, consentendo alla squadra di mantenere una disposizione di gioco compatta ed efficace. Inoltre Cruijff possedeva grandissima tecnica, infatti era perfettamente ambidestro, poteva ricoprire qualsiasi ruolo sia a centrocampo sia in attacco, riuscendo ad unire una grandissima visione di gioco ad una raffinata tecnica individuale. Eccelleva nel dribbling, tanto da inventare una propria finta chiamata giravolta di Crujiff.


Johan Cruijff verrà per sempre ricordato come uno dei calciatori più forti della storia del calcio, malgrado siano passati quarant’anni dal suo ritiro è tutt’oggi un grandissima ispirazione per moltissimi giovani promettenti nel calcio.

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