17 Luglio 2020 – è morto a Atlanta, Stati Uniti, a causa del cancro al pancreas che lui stesso dichiarò di avere lo scorso 29 Dicembre John Lewis, politico e membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della Georgia e successivamente del Senato che ha combattuto per tutta la sua vita contro le discriminazioni razziali.

E in un periodo in cui la lotta al razzismo è un argomento sulla bocca di tutti come quello che stiamo vivendo la notizia ha immediatamente suscitato scalpore.

John Robert Lewis nacque il 21 Febbraio 1940 a Troy, in Alabama, studiò nel Tennessee e dopo aver terminato gli studi iniziò a praticare il suo attivismo politico.

La sua prima celebre battaglia fu quella dei Freedom Riders, un gruppo che aveva come obbiettivo quello di eliminare la segregazione sui mezzi pubblici, a soli 21 anni.

La sua tenacia e la sua convinzione lo fecero ben presto diventare un pezzo grosso del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

Nel 1963 fu uno dei Big Six (diventandone il leader) e marciò con Martin Luter King Jr. il giorno del celebre discorso ”i have a dream” a Washington.

Nonostante combattesse le sue guerre con la non-violenza, molte sono state le volte in cui è stato picchiato quasi a morte o arrestato dai poliziotti statunitensi. Famosissimo fu il caso del Bloody Sunday in Alabama(7 Marzo1965) in cui gli fu sfondato il cranio.

Nel 1977 entrò in politica con il Partito democratico e si candidò alla camera dei rappresentanti ma perse contro Wyche Fowler e accettò quindi un incarico nell’amministrazione presidenziale di Jimmy Carter e nel 1981 venne eletto all’interno del consiglio comunale di Atlanta.

Nel 1986, dopo l’elezione di Fowler al Senato, si ripropose alla Camera, vincendo e venendo rieletto con una grande maggioranza di voti.

Nel 2011 ha addirittura ricevuto dall’allora presidente USA Barack Obama la più importante onorificenza civile statunitense: la medaglia presidenziale della libertà.

Nel Giugno del 2020, nonostante la sua età avanzata e la sua malattia, tornò alla riscossa partecipando alla sue ultime manifestazioni: quelle per la morte di George Floyd e quelle per Black Lives Matter per poi morire poco tempo dopo.

Alla sua morte molti personaggi famosi e non hanno mostrato il loro cordoglio attraverso tweet e post.

Commovente il discorso di Obama in cui ha affermato che tutto ciò che ha fatto è stato grazie a lui.

I first met John when I was in law school, and I told him then that he was one of my heroes. Years later, when I was elected a U.S. Senator, I told him that I stood on his shoulders.When I was elected President of the United States, I hugged him on the inauguration stand before I was sworn in and told him I was only there because of the sacrifices he made.”

Barack Obama

Anche Trump, dopo ore di silenzio ha pubblicato un tweet in cui ha ammesso di essere rattristato dalla morte dell’eroe nonostante tutti fossero conoscenza dell’acceso confronto tra i due che andava avanti dal 2016, anno in cui fu eletto.

“Saddened to hear the news of civil rights hero John Lewis passing. Melania and I send our prayers to he and his family.”

Donald Trump

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