23 agosto 1978, Philadelphia: nasce Kobe Bryant, colui che sarebbe diventato uno dei più forti giocatori della storia del basket.

Fin da piccolo infatti, Bryant si appassiona a questo sport seguendo le orme del padre Joe, celebre cestista che giocò per diversi anni in Italia. Fu proprio qui che il giovane Kobe iniziò a muovere i primi passi nel mondo della pallacanestro, seguendo il padre nei vari club per cui quest’ultimo giocava, da Rieti a Reggio Calabria, da Pistoia a Reggio Emilia. Tornato negli Stati Uniti per frequentare il liceo (in un piccolo sobborgo di Philadelphia), a soli 17 anni decise di candidarsi al Draft NBA, l’evento annuale in cui i migliori prospetti del basket statunitense hanno la possibilità di essere ingaggiati dalle migliori squadre NBA. Senza neppure aver fatto “gavetta” al college, la giovane promessa venne chiamata alla tredicesima scelta dagli Charlotte Hornets, i quali però lo scambiarono subito alla prestigiosa squadra nella West Coast statunitense: i Los Angeles Lakers. Kobe militò in questa squadra per ben 20 stagioni (detenendo infatti il record di maggior permanenza in un club) e conquistò 5 titoli.  

A 22 anni, il 18 aprile 2001, sposò Vanessa Laine con la quale ebbe quattro figlie: Natalia Diamante, nata il 19 gennaio 2003, Gianna Maria-Onore, nata il 1º maggio 2006 e deceduta il 26 gennaio 2020, nello stesso incidente che ha coinvolto il padre, Bianka Bella, nata il 5 dicembre 2016, e Capri Kobe, nata il 20 giugno 2019.

Non solo successi nel basket per Kobe. Il 4 marzo 2018 vinse il premio Oscar insieme al regista Glean Keane per il miglior cortometraggio “Dear Basketball”, ispirato alla sua commovente lettera d’addio al basket. Una dichiarazione d’amore, ma anche una resa all’età, a 37 anni: “Il mio cuore vorrebbe continuare ma il mio corpo non ce la fa più” scriveva la leggenda della NBA.

Il 26 gennaio 2020 la notizia della sua morte fece il giro del mondo: Kobe Bryant, sua figlia Gianna e altre sette persone erano rimaste vittime in un incidente aereo. L’elicottero, di proprietà del giocatore, decollato alle 9:06 dall’aeroporto della Contea di Orange-John Wayne, in California, precipitò alle 9.47 a Calabasas, prendendo fuoco. Ad oggi, la causa del disastro non è ancora chiara anche se pare riconducibile alla fitta nebbia.

Il 7 febbraio si è celebrato il funerale in forma strettamente privata, al Pacific View Memorial Park in California, dove sono stati sepolti. Il 24 febbraio invece allo Staples Center, i tifosi e i cittadini di Los Angeles hanno preso parte ad una commemorazione pubblica per rendere omaggio alle vittime.

“Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.

E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò, che rimarrò per sempre quel bambino con i calzini arrotolati, bidone della spazzatura nell’angolo,

5 secondi da giocare.

Palla tra le mie mani.

5… 4… 3… 2… 1…

Ti amerò per sempre,

Kobe”.

(tratto dalla lettera di addio al basket di Bryant)

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