Come le rondini tornano a primavera, così “La Rondine” di Giacomo Puccini torna al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo tre anni, grazie alla regia di Denis Krief. Dal 22 al 29 settembre ’20 sono andate in scena ben quattro rappresentazioni dell’opera lirica del compositore lucchese, nel complesso molto apprezzate dal pubblico.
Regia, scene, costumi e luci erano a cura di Denis Krief, intellettuale della scena e regista nato a Cartagine ma di formazione francese, con anni ed anni di esperienza alle spalle nei migliori palcoscenici europei, infatti mette in piedi una bella rappresentazione e soprattutto un’ottima scenografia: nel primo atto un salotto tipico parigino “rivisitato” anni settanta del Novecento, nel secondo una sorta di discoteca e nel terzo una bellissima casa sul mare; la messinscena, soprattutto nel secondo atto, con un ottimo gioco di luci, fa immedesimare lo spettatore e lo rende partecipe della storia, a questo meccanismo un po’ assurdo di seduzione, sentimento e fragilità. Grazie ad un’eccellente prova da parte dell’orchestra, diretta magistralmente da Marco Armiliato, il pubblico riesce a immedesimarsi nello spettacolo, lo spettacolo viene accompagnato da una musica ora “leggera” ora robusta e vibrante, quasi mai invadente, che lascia spazio ai cantanti di esprimersi nel migliore dei modi e che agevola molto la comprensione dei dialoghi.
Protagonista e fiore all’occhiello di questa serata è sicuramente Aylin Pérez, nel ruolo di Magda; il soprano statunitense si prende la scena dal primo all’ultimo minuto con un registro acuto, saldo e ben timbrato, incisiva nei momenti salienti e perfetta negli assoli, non sbaglia una virgola e, nonostante sia stata criticat da qualcuno per la sua dizione, risulta nel complesso ben comprensibile, prendendo il pubblico per mano e non lasciandolo più e proprio quest’ultimo ricambierà con una clamorosa ovazione a fine spettacolo. Altre note di merito vanno a Francesco Castoro ed a Roberta Mameli, rispettivamente nei ruoli di Prunier ed Lisette, entrambi con ottime voci rotonde occupano molto bene gli spazi a loro concessi, eccellendo anche in alcuni passaggi. Discorso diverso per i due interpreti di Rambaldo e Ruggero, Francesco Verna e Dmytro Popov, i quali, senza mai sfigurare, si limitano a rispettare il loro compitino non osando mai, anche quando ci sarebbe stata la possibilità.
Spettacolo totalmente apprezzato dal pubblico, il quale ha applaudito in interrottamente alla fine dell’opera; ancora, purtroppo, sarà difficile rivedere il teatro gremito come gli anni passati, ma è già un enorme passo avanti poter assistere ad una rappresentazione dal vivo e non più da dietro uno schermo. Sicuramente le mascherine sono un elemento fondamentale per limitare l’aumento del contagio ed allo stesso tempo sono perfette per evitare che le “befane da teatro”(rigorosamente d’ambo i sessi) inizino a scatarrare e scartocciare da quando il direttore alza la bacchetta fino all’ultima nota.
N.B. La recensione si riferisce alla recita del 29 settembre.
Maestro concertatore e direttore Marco Armiliato
Regia, scene, costumi e luci Denis Krief
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Magda Ailyn Pérez
Lisette Roberta Mameli
Ruggero Dmytro Popov
Prunier Francesco Castoro
Rambaldo Francesco Verna
Périchaud Nicolò Donini
Gobin Alfonso Zambuto
Crebillon Shuxin Li
Yvette Francesca Longari
Bianca Marta Pluda
Susy Valentina Corò
Un maggiordomo Giovanni Mazzei
Rabbonier Diego Barretta
Georgette/Voce di sopranino Elena Bazzo
Gabriella Cristina Pagliai
Lolette Chiara Chisu
Tenori Massimiliano Esposito, Dean David Janssens, Luca Tamani, Fabrizio Falli
Un giovane Fabrizio Falli