A sedici giorni di distanza dall’efferata uccisione del Professor Samuel Paty, in un liceo parigino vicino a Yvelines, per mano di un estremista islamico diciottenne, la Francia è ripiombata ancora una volta nel terrore della violenza più cieca e subdola. Alle 9 di un giovedì mattina come tanti, un tunisino armato di coltello ha fatto irruzione nella Cattedrale di Nizza e in fredda sequenza, ha colpito a morte tre persone: una signora sessantenne su cui il terrorista si è scagliato quasi decapitandola; il sagrestano cinquantacinquenne Vincent, anche lui colpito alla gola ed infine una donna di quaranta anni colpita più volte da un coltello, morta in un secondo momento dopo aver trovato riparo in un bar vicino.

In Chiesa c’erano solamente il sagrestano e pochissimi fedeli poiché non era in corso alcuna celebrazione liturgica. Alle 9.10 l’intervento di quattro poliziotti ha permesso di neutralizzare il terrorista che è rimasto ferito in maniera piuttosto grave in seguito a svariati colpi di pistola esplosi da parte delle forze dell’ordine. Subito è stata transennata tutta la zona circostante e sono stati fatti brillare tutti i pacchi sospetti dentro e in prossimità della cattedrale. L’attentatore ha dichiarato dapprima di aver agito da solo e di non avere avuto alcun complice. L’identificazione è stata possibile grazie ad una tessera della Croce Rossa Italiana che gli era stata data al momento dell’arrivo in Italia e che aveva con sé. Inoltre, sono stati rinvenuti altri oggetti personali come il Corano, due telefoni e vari coltelli.

Si tratta del ventunenne tunisino Brahim Aouissaoui, sbarcato a Lampedusa a settembre, che aveva ricevuto peraltro un ordine di espulsione dal territorio italiano. Dopo il periodo di quarantena trascorso a bordo della nave Rhapsody, è sbarcato a Bari da dove poi si è nuovamente trasferito per andare a Palermo, ospite di alcuni parenti per circa quindici giorni. Dalle indagini in corso, sembra che durante questo periodo, il terrorista non abbia avuto contatti con persone ed organizzazioni estremiste né abbia tenuto atteggiamenti e comportamenti particolari, tali da destare sospetti e segnalazioni da parte delle autorità. Proprio per questo, infatti, non risultava schedato neppure dalle autorità tunisine. Da lì, il 25 ottobre è partito per la Francia. Per adesso, sono sei le persone in stato di fermo, che, a vario titolo, sono ritenute coinvolte.

Mentre in Francia è allerta terrorismo in tutta la nazione, anche in Italia è salita la soglia di attenzione per quanto riguarda obiettivi sensibili, quali in particolare tutte le sedi istituzionali francesi. Controlli e sorveglianza, infatti, sono stati decisamente potenziati da parte dell’Esercito e della Polizia.

In Francia si sta vivendo un periodo di estrema criticità resa ancora più pesante dalla pandemia che per adesso non accenna a diminuire e la paura del terrorismo è tornata prepotentemente fra le persone. Il Presidente francese, Emmanuel Macròn, ha subito dichiarato che si è trattato di un attacco terroristico islamista e ha ribadito con forza che la Francia non si piegherà mai alla paura e alla minaccia. Anche l’Imam di Nizza, Othmane Aissaoui, ha preso le distanze dal folle gesto dichiarando che tutta questa violenza niente ha a che fare con la religione musulmana. Da ogni parte si è alzato a gran voce un coro di solidarietà e cordoglio e in particolare il Presidente tunisino Kais Saied, durante una telefonata intercorsa con Macròn, ha espresso vicinanza alla nazione francese e alle famiglie delle vittime, usando parole di accusa contro qualsiasi forma di estremismo religioso, con il solo scopo di nuocere ad ogni comunità di ogni credo e paese.

Nizza rivive ancora una volta l’incubo attentato dopo quello del 14 luglio 2016, in cui un cittadino nizzardo con doppia cittadinanza (francese e tunisina), a bordo di un autocarro, falciò centinaia di persone che camminavano sul lungomare, la Promenade des Anglais, in occasione dei festeggiamenti per la celebrazione della festa nazionale francese. Fu una carneficina, 84 morti e più di 200 feriti. L’attentatore rimase ucciso in seguito all’intervento della polizia francese.

Ad oggi, le indagini per l’attacco alla Cattedrale stanno procedendo a 360 gradi grazie alla collaborazione tra istituzioni francesi e quelle italiane per non tralasciare alcun dettaglio che possa essere utile a chiarire il quadro della situazione, ma soprattutto per rendere giustizia alle tre vittime innocenti.

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