POMPEI – 26/12/2020 

Nonostante il lockdown, i lavori nella città di Pompei sono andati avanti fino a portare alla luce la straordinaria scoperta di un thermopolium, quasi interamente intatto. Lo scavo colpisce non solo grazie ai reperti ritrovati, ma soprattutto per le incredibili condizioni in cui esso è conservato:  

“Una fotografia di quel giorno nefasto”, commenta in un’intervista all‘Ansa il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, il quale, entusiasta, spera in un’apertura al pubblico insieme alla Casa delle Nozze d’argento (chiusa al pubblico ormai da decine di anni) per il periodo pasquale, il tutto ovviamente “pandemia permettendo”.  

 Il Termopolio è ciò che noi oggi definiremmo una sorta di di “tavola calda”: esso infatti era la tipica rivendita di cibi e bevande calde affacciata su strada. Erano molto diffusi nel mondo romano, solo a Pompei se ne contano un’ottantina, nessuno però così integro, con decorazioni così eleganti e con disegni intatti dai colori vividi. Questo Termopolio non fa parte del Grande Progetto Pompei, ma si trova comunque nella zona della Regio V, davanti ad una piazza di grande passaggio all’angolo fra il vicolo dei Balconi e la casa delle Nozze d’Argento. Lo scavo era stato individuato già nel 2019 quando è stata rinvenuta un’impronta nella cenere lasciata da uno dei grandi portoni: da lì è stato poi scoperto il balcone del primo piano insieme a una piccola parte del bancone. Nelle ultime settimane i lavori sono riusciti a far riemergere l’intero ambiente della taverna, con il suo bancone a “L” decorato con immagini così realistiche da sembrare quasi in 3d: queste rappresentano una coppia di oche germane, un gallo, un grande cane al guinzaglio e l’immagine di una Nereide a cavallo in ambiente marino (forse in omaggio alla piazza antistante).  Ma non solo, la cosa che ha stupito maggiormente è stato il ritrovamento di vasi con ancora i resti dei cibi e delle pietanze che i pompeiani stavano consumando quel giorno. Nel menu si manifestano piatti con “l’impiego congiunto di mammiferi, uccelli, pesce e lumache nella stessa pietanza”, come spiega l’archeologa Chiara Corbino. Le immagini della natura morta, soprattutto degli animali, rappresentavano probabilmente ciò che veniva venduto nel locale. La riscoperta delle pietanze nei piatti apre uno spaccato straordinario sulla dieta mediterranea dei tempi antichi, non appena le analisi in laboratorio frutteranno risultati. Oltre che a frammenti ossei degli animali pronti ad essere serviti, nella taverna, vicino al bancone, sono stati rinvenuti i resti di un cagnolino e frammenti ossei di due esseri umani: il primo disteso nel retro del locale (morto probabilmente schiacciato dal crollo del solaio), mentre il secondo è stato trovato non composto. La causa delle condizioni in cui è stato rinvenuto il secondo scheletro, secondo gli archeologi, potrebbe risalire ad uno scavo compiuto nel XVII secolo da ricercatori dell’epoca che scavarono una galleria proprio a ridosso di questo edificio.  

Il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini è entusiasta e afferma che “Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati in Italia in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”. 

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